Il presidente della FIGC Gabriele Gravina si confessa in un’intervista al Corriere dello Sport. Nella quale parla di Serie A, sistema calcio e molto altro.
Nell’intervista fatta dal Corriere dello Sport a Gabriele Gravina uscita stamattina si toccano tutti i punti salienti del sistema calcio in Italia: la Serie A, il recente flop dell’Italia all’Europeo, la delicata questione degli stadi, senza trascurare il trambusto al CONI, legato alla presidenza Malagò.
Di seguito una selezione delle dichiarazioni più interessanti sui vari temi disquisiti nel corso dell’intervista.
Secondo il presidente della FIGC, quest’anno la lotta per lo scudetto sarà più agguerrita: “Il campionato lo immagino più combattuto per lo scudetto. Conte al Napoli, Thiago alla Juve e anche il Milan possono ridurre il gap con l’Inter.
Italiano mi incuriosisce, la Fiorentina di Palladino ha le carte in regola per ripetere l’exploit del Bologna“.
Solo parole di stima per la Dea da parte di Gravina: “Gasperini ha onorato il nostro calcio, giocando alla pari con la corazzata di Ancelotti.
La Dea è un modello perché continua a investire nei giovani italiani come dimostra l’acquisto di Brescianini“.
Anche in Gravina persiste la delusione per la grande occasione mancata: “Nemmeno io ho ancora assorbito la delusione. Però in Figc abbiamo reagito: Buffon è a tempo pieno nel Club Italia come ds, stiamo attivando la consulta dei dirigenti per creare una sinergia sempre più solida con le società e abbiamo rafforzato il lavoro delle nostre giovanili, che negli ultimi due anni ci hanno fatto esultare per i titoli europei U19 e U17, coinvolgendo in Nazionale anche il coordinatore Viscidi. Ma tutto questo non basta se non cambia la cultura dei club”.
La ricetta di Gravina per i club italiani è semplice: “Non disperdano il talento come sta avvenendo. In Serie A il minutaggio degli U21 italiani è del 2,8%. Gli Over 21 italiani sono al 31,6%, quelli stranieri al 63%.
La Serie A deve abbassare la soglia d’età in Primavera, favorendo un numero più alto nelle liste di calciatori formati nei vivai”.
Gravina confida nel ct della Nazionale Spalletti
, che malgrado la sconfitta all’Europeo si sta dando da fare: “Il ct ha lavorato tutta l’estate. Io l’ho sempre sentito molto motivato. La sua sfida più grande ora sarà creare un gruppo che sopperisca col gioco e la motivazione ad alcune carenze tecniche oggettive”.Il presidente della FIGC deve ancora prendere una decisione in merito: “Lo ribadisco: con la massima serenità deciderò sulla mia candidatura dopo aver modificato lo statuto, confrontandomi con le componenti come ho sempre fatto”.
Pe riformare il calcio bisogna procedere a piccoli passi: “Intanto abbiamo allineato l’Italia all’Europa, adottando criteri economici scelti dalla Uefa. Stiamo puntando al risanamento dei conti del calcio professionistico: serve una gestione più virtuosa”.
Il presidente FIGC ne riconosce aspetti negativi ma anche positivi: “Il valore della produzione del calcio è aumentato del 24% rispetto alla stagione precedente, raggiungendo 4,3 miliardi. Tuttavia, il settore ha registrato perdite per 5 miliardi nelle ultime 5 stagioni. È urgente trovare un equilibrio tra costi e ricavi, altrimenti non c’è futuro”.
Di contro, “grazie al calcio sono stati creati 11,3 miliardi di Pil, generandone 3,3 di gettito fiscale. A questo si aggiungono le progettualità sociali che hanno un impatto straordinario sulla collettività”.
Gravina riconosce i ritmi di gioco troppo serrati ma confida nella competizione: “In economia si parla di legge dell’utilità marginale decrescente: se metti troppo prodotto sul mercato, perdi di interesse.
Così il calcio è inflazionato e le risorse dei diritti tv si spostano verso le competizioni internazionali a discapito di quelle nazionali. Spero che il Mondiale per Club porti benefici al sistema, ma di sicuro si gioca troppo“.
Il presidente FIGC si sforza di essere ottimista circa la possibilità di poter ospitare gli Europei 2032 in virtù di impianti adeguati: “Le regole Uefa sono chiare: entro ottobre 2026 dobbiamo indicare cinque stadi con progetti finanziati e cantierabili per l’ammodernamento o la nuova costruzione entro la prima metà dell’anno successivo.
Abodi si è detto ottimista e dopo lo straordinario lavoro per l’assegnazione dell’evento all’Italia non voglio nemmeno pensare che non si arrivi pronti a queste scadenze”.
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