Per ogni allenatore di Serie A che non gode dei favori del pronostico, arrivare a Natale e non essere esonerato è già un piccolo trionfo
È dura la vita di un allenatore di Serie A. Ed è ancor più dura quella degli allenatori delle piccole, sempre in discussione, mai acclamati dalla critica, che devono fare i conti con le mille difficoltà dei loro club. Ma a loro non pesa più di tanto. Chi fa questo mestiere sa che si è sempre precari e che, come spesso si dice, quando le cose vanno male è più semplice cambiarne uno (il mister) che cambiarne venti. Per questo quando arriva il Natale, ogni allenatore è felice di poter mangiare il tanto agognato panettone. Simbolo che indica che il pericolo dell’esonero anzitempo, almeno per ora, è scampato. E ci sono allenatori che più di altri vengono additati, a inizio stagione, come papabili esonerati dopo qualche giornata. Alcuni di essi, però, riescono a smentire giudizi affrettati e pronostici negativi, come quelli di cui parleremo in quest’articolo. Vediamone alcuni.
Qualcuno l’aveva già condannato per partito preso. E come lui stesso aveva ammesso, non godeva ormai da tempo della fiducia dell’opinione pubblica. Eppure ha regalato alla nostra Serie A alcune stagioni da ricordare, come quelle del Sassuolo capace di piazzarsi al sesto posto nel 2015/16 o la storica rimonta rifilata al Barcellona che è valsa la semifinale alla Roma nel 2017/18. Ma la memoria è breve, nel calcio. E Di Francesco è arrivato a Frosinone dopo due anni di inattività. Prima di allora? Tre esoneri, a Cagliari, Hellas Verona e Sampdoria. In ciociaria, sebbene neppure la squadra godesse di grandi aspettative ai nastri di partenza, è arrivata la svolta. Con un gruppo di giovanissimi, Di Francesco ha fatto intravedere un gioco offensivo e divertente, lo stesso che abbiamo visto in neroverde, per intenderci. E ora il tecnico si gode un dolce panettone, una posizione in classifica che permette di respirare un po’ e i Quarti di Finale di Coppa Italia.
Il Lecce non era una neopromossa in Serie A. Ma qualcuno ha comunque storto il naso, dopo la salvezza meritata raggiunta al termine della passata stagione e la partenza di Baroni, destinazione Hellas Verona. In panchina è arrivato D’Aversa, tecnico disoccupato da oltre un anno, anche lui sollevato anzitempo dalla guida della Sampdoria
. La scelta della società giallorossa è parsa a tanti come un “piano B”, nel vero senso della parola, soprattutto a chi non credeva nella possibilità di far bene con D’Aversa e senza le colonne portanti della scorsa stagione: Umtiti e Hjulmand. Il risultato? Undici punti nelle prime cinque partite e nessuna sconfitta. Oggi, dopo 17 gare, il Lecce ha ben 20 punti e occupa il dodicesimo posto in classifica.Chiunque sarebbe in bilico con soli 3 punti in classifica dopo le prime 9 giornate. Sembrava che sir Claudio potesse essere presto sollevato dall’incarico, nonostante una carriera entusiasmante e gli ottimi risultati raggiunti in Serie B dopo il suo arrivo. “Ma la Serie A è un’altra cosa”, qualcuno avrà pensato. E invece la forza del mister sono stati il suo equilibrio, la pacatezza e la consapevolezza di un progetto solido che è riuscito a costruire col suo staff e i suoi giocatori. La prova del carattere che Ranieri ha saputo infondere ai suoi sono le grandi rimonte contro Frosinone e Sassuolo e altri risultati che oggi vedono il Cagliari ancora in una zona a rischio della classifica, ma visto l’avvio di campionato, per ora va bene così.
Arrivato all’Hellas Verona dopo la bella stagione sulla panchina del Lecce, coronata con una salvezza raggiunta neppure all’ultimo respiro, non ha confermato il trend positivo dello scorso anno, ottenuto soprattutto in avvio di campionato. In discussione fin da subito, Baroni è stato spesso considerato tra i possibili esonerati, complici i risultati altalenanti e le varie “ultime spiagge” che hanno poi regalato qualche punto e permesso al tecnico di tirare un sospiro di sollievo. L’ultima vittoria, quella col Cagliari di Ranieri, ha dato nuova linfa all’Hellas Verona e uno slancio sia in classifica che a livello di morale che fa ben sperare in chiave futura. Il panettone è servito.
Non è semplice confermarsi dopo una grande stagione in cadetteria. Alla vigilia del campionato Gilardino sembrava tra i papabili mister che avrebbero salutato anzitempo la panchina. E invece, alla vigilia sì, ma di Natale, l’ex Campione del Mondo 2006 è ancora lì, più sicuro che mai del suo posto. Solidità e concretezza sono le parole d’ordine dei rossoblù che, soprattutto in casa, sono capaci di mettere in difficoltà anche le grandi della Serie A.
Aggiornato al 25/12/2023 12:35
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