Categorie: Serie A

Serie A, con la 24esima giornata si riaccendono le polemiche sul Var

In occasione della 24esima giornata di Serie A, ancora in corso, si riaccendono le polemiche legate al Var. Complice un episodio che ha coinvolto Tomori.

Dopo ogni tempesta arbitrale, si ripete la solita sequenza di interrogativi: dov’era il Var? Perché non è intervenuto? Perché l’arbitro non è stato richiamato? Domande che finiscono per alimentare polemiche sterili e inasprire i toni, allontanando sempre di più i tifosi dalla classe arbitrale, il cui compito dovrebbe essere proprio quello di garantire equità. Un paradosso. Forse, una domanda più costruttiva sarebbe: perché non introdurre la Var a chiamata, il cosiddetto challenge già utilizzato nel basket e nella pallavolo?

All’inizio della stagione, il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, aveva espresso la volontà di sperimentare nuove soluzioni per modernizzare il calcio e renderlo più accattivante. Tra le innovazioni proposte: il tempo effettivo, un sistema elettronico di comunicazione tra allenatore e capitano, la possibilità per l’arbitro di spiegare in campo le decisioni prese con l’ausilio della tecnologia e, soprattutto, la Var a chiamata.

Gravina aveva formalmente chiesto all’Ifab – l’organo internazionale che disciplina le regole del gioco – di permettere all’Italia di fare da apripista per queste sperimentazioni. “Vogliamo contribuire a rendere il calcio più spettacolare e attrattivo, soprattutto per i giovani

“, aveva dichiarato. L’invito è stato accolto e il challenge è ora allo studio dell’Ifab.

I limiti del Var in Serie A

La Var è nata con un protocollo ristretto per evitare di trasformare il gioco in una moviola continua, spezzandone il ritmo. Tuttavia, questa stessa limitazione negli interventi – prevista solo per gol, rigori, espulsioni dirette (non per doppia ammonizione) e scambi d’identità – crea problemi. Si pensi a quello che abbiamo visto sabato a Empoli: Tomori espulso per doppia ammonizione nel tentativo di fermare un avversario in possibile fuorigioco, ma il Var non ha potuto verificare l’azione perché il regolamento non consente di rivedere i cartellini gialli. Un cortocircuito regolamentare.

La seconda ammonizione, di fatto, incide tanto quanto un’espulsione diretta sia sulla partita in corso sia su quella successiva, a causa della squalifica. Gli episodi controversi in questa stagione sono stati numerosi: dal mancato secondo giallo a Di Lorenzo in Napoli-Lecce, al cartellino eccessivo dato a Conceição in Juventus-Cagliari, fino al caso eclatante di Lazio-Como, dove Pellegrini ha evitato una seconda ammonizione mentre Tchaouna è stato espulso ingiustamente.

Una possibile soluzione? Ampliare il protocollo Var, permettendo di rivedere anche le seconde ammonizioni, ma limitare il numero di revisioni tramite l’introduzione del challenge. Un compromesso che potrebbe ridurre gli errori senza compromettere la fluidità del gioco.

Aggiornato al 10/02/2025 10:36

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Pubblicato da
Giulia Bucelli

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