Serie A
Serie A, i giovani italiani svantaggiati dall’esterofilia ?
Serie A, i giovani italiani svantaggiati dall’esterofilia ? Perché i club investono all’estero, invece di valorizzare il prodotto locale ?
Nell’ultima settimana calcistica della Serie A sono saliti agli onori i nomi di Cristian Volpato e Daniel Maldini. Il primo sta sostituendo egregiamente Paulo Dybala, il secondo ha realizzato la rete dello Spezia a San Siro.
Ma sono solo due nomi fra tanti emergenti. Come quello di Luca D’Andrea: classe 2004, esterno o trequartista del Sassuolo. Ha esordito contro il Torino, mostrando talento, sicurezza e sfacciataggine: futuro assicurato.
Un altro ragazzo che bazzica la massima serie con la sicurezza di un veterano, ormai da due anni, è Giorgio Scalvini dell’Atalanta, classe 2003. Si sta formando alla scuola di Gianpiero Gasperini, laddove cresce anche Caleb Okoli (2001).
Prima di essere ingiustamente esonerato dal Verona, Gabriele Cioffi aveva fatto in tempo a lanciare il centrocampista Filippo Terracciano (2003) e a dare fiducia al centrale difensivo Diego Coppola (2003)
Serie A: i numeri degli italiani
I nomi citati sono solo alcuni esempi della qualità dei giovani italiani che ci sono. Questi ragazzi hanno qualità e carattere da vendere. Ma trovano gli spazi chiusi dal prodotto straniero. L’esterofilia è uno dei mali del nostro calcio.
Scorrendo le rose delle big italiane, gli italiani sono veramente pochi. Le società investono molto sui giocatori stranieri, sia a livello di vivaio, sia di prima squadra. Costano meno, anche di commissioni agli agenti.
Milan (6, compreso il terzo portiere Antonio Mirante), Inter (9, compreso il terzo portiere Alex Cordaz), Juventus (10, compreso il terzo portiere Carlo Pinsoglio), Napoli (9, compresi i due portieri di riserva). Pochi, come si vede.
Nelle formazioni iniziali a malapena entrano in media 2/3 italiani. Poi ci si chiede il motivo del fallimento della nazionale azzurra, con due mondiali consecutivi saltati. Anche le squadre medio-piccole sono imbottite di stranieri.
Alcuni parallelismi fra giocatori italiani e stranieri che la dicono lunga sul metro di valutazione
In estate è sbarcato a Milanello il giovane belga Charles De Ketelaere (2001), pagato la bellezza di 36 milioni. Adesso è in difficoltà, ma è sostenuto dal club. Perché lo stesso sostegno non è stato dato a Daniel Maldini (2001)? Mistero.
A Roma, sponda giallorossa si godono il talento di Cristian Volpato (2003), il quale ha rinunciato alla chiama dell’Australia per aspettare la maglia azzurra. Perché investire tanti soldi sull’acciaccato talento di Paulo Dybala? Mistero.
L’Inter è da sempre società esterofila. Hanno uno dei talenti più fulgidi nel panorama italiano, il difensore Alessandro Fontanarosa (2003). Nelle amichevoli estive aveva sorpreso tutti. La dirigenza cerca di rinnovare a peso d’oro Milan Skriniar (1995). Mistero.
Infine, è emblematico il caso di Lorenzo Lucca (2000): sottratto al calcio italiano dall’Ajax. Le squadre italiane gli hanno preferito i vari Assan Ceesay (Lecce), Boulaye Dia (Salernitana), Cyril Dessers (Cremonese)
Serie A
Fabio Capello: “Atalanta? Vincere ti fa cambiare mentalità”
Capello ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport dell’attuale classifica di Serie A: “Inzaghi resta in pole per lo scudetto. La Juve non ha convinto”.
L’ex allenatore Fabio Capello ha letto l’attuale classifica di Serie A e ha rilasciato un suo commento alla Gazzetta dello Sport, concentrandosi in particolare su Atalanta, Napoli, Inter e Juventus. Alla 17° giornata ormai il campionato ha cominciato ad avere una sua forma ed identità ed è tempo di fare i primi bilanci, positivi o negativi che essi siano. La lotta scudetto sembra essere a tre squadre, e nessuno ha intenzione di lasciare punti per strada.
Capello sulla giornata di Serie A
Fabio Capello ha iniziato la sua intervista analizzando le sfide giocate e vinte dalle squadre che si trovano in cima alla classifica: “Bisogna precisare però che tutte le squadre di testa hanno vinto sì, ma faticando parecchio. Anche l’Atalanta contro l’Empoli. Il Napoli ha fatto un ottimo primo tempo, poi nella ripresa è stato decisivo Meret, altrimenti niente tre punti. Sono comunque segnali importanti, perché vincere quando l’avversario ti mette alle corde dà morale e compattezza al gruppo.
L’Inter non è stata brillantissima e cattiva come altre volte, ma alla fine il successo è legittimo. Anche se Lautaro continua a non segnare, Inzaghi resta in pole per lo scudetto. Dopo aver alzato l’Europa League, la Dea sembra avere un altro spirito, un’altra forza nell’andare a prendersi i tre punti. Vincere ti fa cambiare mentalità”.
La perplessità sulla Juventus
Successivamente, Capello ha espresso tutta la sua perplessità in merito al lavoro di Thiago Motta svolto fin qui sulla panchina della Juventus: “A Monza finalmente è riuscita a vincere, ma a me non ha convinto ancora fino in fondo. Buon primo tempo, in controllo, con Koopmeiners bene in mediana, poi negli ultimi 20-25′ ha pensato a difendersi e basta, retrocedendo nella propria area di rigore, quasi fosse un po’ sulle gambe. Mi aspettavo un calcio un po’ diverso”.
Serie A
Milan: Musah tra i convocati per la Roma
Infortunio Musah, a sopresa l’americano potrebbe rientrare domenica in vista della sfida contro la Roma. Cosa filtra sul suo recupero
A causa di un affaticamento muscolare, si credeva che il 2024 di Yunus Musah fosse già giunto al termine. Tuttavia, nella giornata di oggi Tuttosport ha comunicato un importante aggiornamento riguardo le condizioni dell’americano: su cui filtra un importante ottimismo.
Milan, come sta Musah: le sue condizioni
Il giocatore che fino ad ora è sembrato una delle poche note di gioia della stagione dei rossoneri, con l’acuto raggiunto nel turno di Champions League vinto contro il Real Madrid, potrebbe finalmente tornare a disposizione in campionato, dopo essere stato assente contro il Genoa e nella vittoria contro l’Hellas Verona di venerdì sera.
Ulteriori aggiornamenti seguiranno alla ripresa degli allenamenti il 26 dicembre, tappa fondamentale per chiarire definitivamente le condizioni dell’ex centrocampista del Valencia. In alternativa il giocatore potrebbe tornare a disposizione a gennaio in vista della Supercoppa italiana.
Serie A
Immobile: “Avevo capito di aver finito il mio ciclo alla Lazio. I tifosi…”
L’ex attaccante della Lazio ora in forza al Besiktas Ciro Immobile ha rilasciato delle dichiarazioni ai microfoni di Sky Sport in merito al suo addio ai biancocelesti.
Di seguito un estratto delle sue parole.
Immobile e l’addio alla Lazio
“I tifosi biancocelesti mi hanno amato alla follia. Io ho amato loro allo stesso modo, ma stava diventando un amore solo per quanto fatto e non per quello che potevo ancora dare. È quasi facile segnare 20 gol in una stagione, non lo è farlo per 5-6 volte di fila: si stava creando quasi una punta di scetticismo nei miei confronti.”
Quali sono state le sue difficoltà?
“Dopo l’addio di Sarri ho vissuto un periodo davvero molto tosto. Da capitano mi sono accollato delle responsabilità che nemmeno pensavo di avere: non ero pronto e sono finito in un vortice più grande di me. Se non sei lucido di testa, le gambe non girano e ti fai male, esattamente come mi è successo. Tutte queste cose mi hanno portato a decidere di lasciare. Mi è stata molto di aiuto anche mia moglie Jessica: aveva visto un Ciro cambiato, io avevo capito di essere alla fine di un ciclo.”
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