Le bombe di Vlad
Solo per cuori forti, nel bene e nel male
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9 mesi fail

Com’era bella la pausa estiva.
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Ironia a parte, non poteva che cominciare con emozioni forti il campionato dell’Inter campione d’Italia.
Tra dormite colossali, occasioni sprecate, gol annullati e capovolgimenti, Genoa-Inter è una bellissima partita, vietata ai deboli di cuore.
La prima dormita
Nonostante un inizio leggermente migliore da parte della squadra di Inzaghi, è il Genoa ad andare avanti dopo venti minuti.
La rete del vantaggio rossoblù è frutto di una punizione regalata dai nerazzurri, sulla quale un colpo di testa innocuo mal calcolato da Sommer permette a Vogliacco, dimenticato da Bisseck, di avventarsi.
Da due passi il difensore genoano non perdona e l’Inter va subito sotto, con la partita che si rivela in salita.
La reazione di Thuram
Prima del fischio finale dei primi quarantacinque minuti, l’Inter reagisce e anche molto bene.
Una palla come al solito perfetta di Barella in mezzo trova la testa di Marcus Thuram.
Il numero 9 nerazzurro fa proprio il numero 9 e fa gridare di gioia il settore ospiti con un anticipo da attaccante vero, che vede il pallone finire all’angolino, imparabile per Gollini.
È un gol che cambia la partita, e il secondo tempo ne è un’evidente dimostrazione.
Dominio nel secondo tempo
Nella ripresa l’Inter domina, attaccando, creando, facendo un gol annullato per fuorigioco e poi arrivando anche a trovare il vantaggio.
L’Inter dall’ora di gioco in poi è totalmente sbilanciata all’attacco, con ben tre punte in campo, e anche se comporta molti rischi questa mossa di Inzaghi vale il vantaggio.
A trovare il 2-1 è Thuram che, sul filo del fuorigioco, viene servito da Frattesi e con un tocco morbido batte di nuovo l’ex portiere di Napoli e Fiorentina.
Purtroppo non è il sigillo definitivo sul match.
La beffa finale
Sì perché un’altra dormita da parte di Bisseck, autore per il resto di una buona gara, macchia l’esordio dell’Inter in maniera irreparabile.
Il tedesco allontana di testa un pallone messo dentro, o almeno ci prova visto che in realtà la tocca prima con la mano, con il braccio troppo largo e l’arbitro, dopo consulto al var, indica il dischetto.
Sommer para, ma non basta: sulla respinta Messias si fa perdonare per l’errore dagli undici metri e segna il gol del 2-2.
È l’ultimo vero sussulto, nonostante ci siano altri quattro minuti di recupero dopo il rigore.
È solo la prima, nel bene e nel male.
(Foto: Depositphotos)

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A Napoli si respira di nuovo aria di grande entusiasmo. La vittoria contro il Torino, arrivata grazie alla doppietta di Scott McTominay, ha rilanciato con forza le ambizioni Scudetto degli azzurri.
Il successo per 2-0, arrivato a quattro giornate dal termine del campionato, ha permesso al Napoli di staccare l’Inter in vetta alla classifica, riaccendendo la speranza di tornare sul tetto d’Italia due anni dopo l’ultima volta.
La serata del “Maradona” ha avuto un eroe chiaro: McTominay. Il centrocampista scozzese ha aperto le marcature nel primo tempo, risolvendo con un anticipo fulmineo una mischia nata da una palla vagante di Anguissa.
Il Torino ha provato a reagire con una chance importante per Adams, ma la squadra di Antonio Conteha saputo gestire il momento difficile con intelligenza, mantenendo il possesso palla e rallentando il ritmo.
Poco prima dell’intervallo è ancora McTominay a far esplodere lo stadio: su perfetto cross di Politano, il numero sette firma la sua doppietta personale, portando a undici il bottino di gol stagionali. Un rendimento straordinario per un giocatore che, all’inizio dell’anno, nessuno avrebbe immaginato potesse essere il trascinatore della corsa tricolore.
Ora il sogno Scudetto non è più un semplice miraggio: con solo 360 minuti da giocare, il Napoli ha il destino nelle proprie mani.
La città ci crede, la squadra è compatta e determinata. Il finale di stagione promette emozioni forti, con il Napoli che può essere ormai considerato il candidato numero uno alla vittoria del titolo.
(Foto: Depositphotos)

Scott McTominay come volto simbolo della rincorsa Scudetto.
Con una doppietta decisiva, il centrocampista scozzese ha firmato il 2-0 contro il Torino che ha permesso al Napoli di scavalcare nuovamente l’Inter e tornare in testa alla Serie A. Un’altra prova di forza di un giocatore che, al suo primo anno in Italia, sta già lasciando un’impronta indelebile: 12 gol complessivi, 11 dei quali in campionato, numeri da attaccante più che da mediano.
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E pensare che l’approdo di McTominay al Napoli è figlio di una sliding door estiva che avrebbe potuto cambiare il corso della stagione.
Era la seconda metà di agosto quando il club partenopeo era vicino all’acquisto di Marco Brescianini dal Frosinone.
L’affare sembrava fatto, poi i rallentamenti nelle visite mediche e l’inserimento dell’Atalanta – che ha chiuso l’operazione in poche ore – hanno costretto la società a rivedere i propri piani.
Il “ripiego”, se così si può chiamare, si è rivelato un autentico colpo da maestro. Per “consolarsi”, il Napoli ha investito tre volte tanto per portare in azzurro Scott McTominay dal Manchester United.
Una scelta forte, voluta anche per dare un segnale chiaro ad Antonio Conte, appena insediato sulla panchina azzurra.
Oggi, quei milioni in più appaiono come il miglior investimento possibile. McTominay è diventato non solo uno dei pilastri del Napoli, ma anche un leader carismatico capace di incidere nei momenti decisivi.
Chi è Scott McTominay?
Cresciuto nelle giovanili del Manchester United, il ragazzo ha fatto il suo debutto in prima squadra nel 2017 sotto la guida di José Mourinho. Da allora, si è affermato come un giocatore versatile, capace di ricoprire più ruoli a centrocampo grazie alla sua forza fisica, abilità difensive e capacità di inserimento in fase offensiva.
Nel corso della sua carriera, ha collezionato numerose presenze sia in Premier League che in competizioni europee, diventando un elemento chiave della squadra. McTominay nasce in Inghilterra, ma grazie alle parentele dei nonni ha scelto di giocare per la Nazionale scozzese, diventandone presto uno dei punti fermi.
Se il Napoli dovesse riuscire a riportare il tricolore all’ombra del Vesuvio, il volto da copertina sarebbe senza dubbio il suo: quello di Scott McTominay, l’uomo che ha trasformato un imprevisto estivo in un capolavoro da Scudetto.
(Foto: Depositphotos)

Sette gol e quattro assist: numeri da attaccante navigato, e invece stiamo parlando di un centrocampista, Scott McTominay con le sue prestazioni concrete e decisive, si è guadagnato un posto di riguardo nel panorama della Serie A.
Ma c’è di più: con il suo rendimento, lo scozzese si candida con forza a essere il miglior giocatore anglosassone ad aver mai calcato i campi del nostro campionato.
Un’affermazione forte, ma supportata dai fatti. Basta dare uno sguardo ai nomi che lo hanno preceduto. Ruben Loftus-Cheek ha iniziato bene al Milan, ma è calato vistosamente nella seconda stagione, tanto da essere ora nella lista dei possibili partenti.
Joe Hart, passato fugacemente per il Torino, ha lasciato pochi ricordi, mentre Ashley Young è arrivato in Italia a fine carriera, voluto da Conte all’Inter ma senza lasciare il segno.
E i difensori? Fikayo Tomori ha vissuto una parabola simile: grande impatto iniziale, poi un evidente calo di prestazioni. Chris Smalling, per un certo periodo colonna portante della Roma, ha subito lo stesso destino, scomparendo dai radar per continui problemi fisici. Anche Ashley Young nella sua parentesi giallorossa non è riuscito a brillare.
Guardando indietro nel tempo, ci sono stati nomi altisonanti, soprattutto a centrocampo. David Beckham arrivò al Milan già nella fase calante della sua carriera, come prestito dai Los Angeles Galaxy.
Paul Ince, uno dei migliori centrocampisti del mondo a metà anni ’90, non riuscì a ripetersi all’Inter. David Platt, tra Bari e Sampdoria, offrì buone prestazioni ma mai al livello da trascinare la squadra. Probabilmente oggi faticherebbe a entrare nelle top tre italiane.
E poi ci sono le meteore e gli incompiuti: Paul Gascoigne, talento purissimo ma mai esploso del tutto in Italia. Tammy Abraham, partito forte alla Roma ma frenato dagli infortuni. Mark Hateley, Luthar Bisset, Trevor Francis, Ray Wilkins, nomi che raccontano di passaggi più o meno brevi, più o meno memorabili, ma mai davvero determinanti.
McTominay, invece, è un’altra storia. Arrivato a Napoli con meno clamore rispetto ad altri, ha saputo imporsi con forza e continuità, diventando un perno insostituibile della sua squadra. Non solo per le cifre impressionanti in zona gol, ma anche per la capacità di influenzare il gioco e incidere nei momenti chiave.
Forse non ha il glamour di Beckham o il talento grezzo di Gascoigne, ma McTominay ha qualcosa che molti suoi connazionali hanno lasciato altrove: la concretezza, la costanza, l’impatto. E sì, probabilmente è davvero il miglior anglosassone mai visto in Serie A.
(Foto: DepositPhotos)
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