Solo per cuori forti, nel bene e nel male

Com’era bella la pausa estiva.

Ironia a parte, non poteva che cominciare con emozioni forti il campionato dell’Inter campione d’Italia.

Tra dormite colossali, occasioni sprecate, gol annullati e capovolgimenti, Genoa-Inter è una bellissima partita, vietata ai deboli di cuore.

La prima dormita

Nonostante un inizio leggermente migliore da parte della squadra di Inzaghi, è il Genoa ad andare avanti dopo venti minuti.

La rete del vantaggio rossoblù è frutto di una punizione regalata dai nerazzurri, sulla quale un colpo di testa innocuo mal calcolato da Sommer permette a Vogliacco, dimenticato da Bisseck, di avventarsi.

Da due passi il difensore genoano non perdona e l’Inter va subito sotto, con la partita che si rivela in salita.

La reazione di Thuram

Prima del fischio finale dei primi quarantacinque minuti, l’Inter reagisce e anche molto bene.

Una palla come al solito perfetta di Barella in mezzo trova la testa di Marcus Thuram.

Il numero 9 nerazzurro fa proprio il numero 9 e fa gridare di gioia il settore ospiti con un anticipo da attaccante vero, che vede il pallone finire all’angolino, imparabile per Gollini.

È un gol che cambia la partita, e il secondo tempo ne è un’evidente dimostrazione.

Dominio nel secondo tempo

Nella ripresa l’Inter domina, attaccando, creando, facendo un gol annullato per fuorigioco e poi arrivando anche a trovare il vantaggio.

L’Inter dall’ora di gioco in poi è totalmente sbilanciata all’attacco, con ben tre punte in campo, e anche se comporta molti rischi questa mossa di Inzaghi vale il vantaggio.

A trovare il 2-1 è Thuram che, sul filo del fuorigioco, viene servito da Frattesi e con un tocco morbido batte di nuovo l’ex portiere di Napoli e Fiorentina.

Purtroppo non è il sigillo definitivo sul match.

La beffa finale

Sì perché un’altra dormita da parte di Bisseck, autore per il resto di una buona gara, macchia l’esordio dell’Inter in maniera irreparabile.

Il tedesco allontana di testa un pallone messo dentro, o almeno ci prova visto che in realtà la tocca prima con la mano, con il braccio troppo largo e l’arbitro, dopo consulto al var, indica il dischetto.

Sommer para, ma non basta: sulla respinta Messias si fa perdonare per l’errore dagli undici metri e segna il gol del 2-2.

È l’ultimo vero sussulto, nonostante ci siano altri quattro minuti di recupero dopo il rigore.

È solo la prima, nel bene e nel male.

Aggiornato al 12/01/2025 0:09

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Pubblicato da
Vincenzo Gagliardi

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