Serie A
Spezia, addio di un dirigente storico
Dopo anni di collaborazione con lo Spezia, Pierfrancesco Visci lascia per approdare al Palermo. Non senza togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
Spezia, il congedo di Visci
Per lo Spezia aveva persino rinunciato all’Inter. “Sì, l’Inter” ci tiene a rimarcare Pierfrancesco Visci, dirigente degli aquilotti prima dal 2015 al 2016 e poi dal 2021 al 2023.
Adesso, però, per lui è arrivato il tempo del congedo. Lo attende Palermo dove sarà segretario generale della squadra.
“Stavolta – si apre la strada impiegando una metafora calcistica intervistato da Città della Spezia – il fischio dell’arbitro è triplice, non ci sarà un altro tempo come nel 2016, e pensare che quando (lo Spezia) è stato promosso in serie A ho fatto di tutto per tornare decidendo di lasciare l’Inter, sì, l’Inter , per dare il mio contributo”.
Visci saluta la compagnia con un buon bilancio ma anche con qualche rammarico. E comunque con il pensiero sublime di avere assistito allo storico approdo degli aquilotti in massima serie. “Sono sempre stato animato dalla consapevolezza- prosegue – che in questo posto incantato si potessero fare grandi cose e per un po’ di tempo ho avuto ragione”.
Poi qualcosa, nel giocattolo, si è rotta. “Ci abbiamo creduto – continua- abbiamo lottato contro tutto e tutti e ci siamo riusciti, purtroppo il miracolo non si è ripetuto quest’anno. E’ dura da mandar giù ma è successo e bisogna prenderne atto”.
Il tono è di quelli che si sono visti crollare il mondo addosso dopo la discesa di un gradino dei liguri. Normale, per chi in quell’avventura ci ha creduto e scommesso forte tanto da preferire, come detto, i colori bianconeri a quelli nerazzurri di Milano.
“Non ci sono più le condizioni per proseguire – dice a compendio della sua riflessione – personalmente ringrazio i miei compagni di viaggio che come me hanno anteposto i propri interessi alla causa comune sacrificando tempo, affetti e denaro per i colori dello Spezia”.
Il cammino comune finisce dunque qui. Ma quei colori, dal suo cuore, non se ne andranno mai. Come quei ricordi che restano indelebili. Anche nel calcio.
Serie A
Lazio, Luis Alberto al vetriolo: “Sarei rimasto a vita, ma il clima lì è marcio. Su Tare e Inzaghi…”
Luis Alberto ha rilasciato un’intervista esclusiva a “Cronache di Spogliatoio”, in cui ha ripercorso i motivi del suo addio alla Lazio.
Luis Alberto e la Lazio, quantomeno nei panni della società biancoceleste, non si sono lasciati benissimo. A dimostrazione di tale assunto l’acredine con la quale il centrocampista spagnolo parla quando ne ha occasione.
Lazio, le parole di Luis Alberto
In un’intervista concessa a “Cronache di Spogliatoio“, il calciatore iberico ha ripercorso le orme del suo ciclo in biancoceleste ed è tornato sui motivi che lo hanno portato alla decisione di lasciare la Capitale.
Di seguito, le sue parole.
“Non sarei mai andato via dalla Lazio. Sarei rimasto a vita… Perché sono andato via? Ditemi uno che è uscito bene dalla Lazio. Fanno così: guardate ora proprio Cataldi… era lì fin da piccolo. È un peccato perché poi vedi altre squadre che si comportano diversamente: almeno ti fanno fare un saluto o una conferenza stampa. Radu, ma anche con Lulic e Milinkovic-Savic, a nessuno di loro è stato concesso. Tutti escono male perché non parlano in faccia, è un peccato. La Lazio è una società speciale, però non per le persone che ci sono dentro, ma per quello che c’è fuori, che è una roba pazzesca. Ho tanti amici tifosi, auando parli con loro è tutto. C’è gente che lo mette davanti alla famiglia. Noi eravamo felici dentro perché c’erano Inzaghi e Tare. Con Igli ho litigato mille volte, ma sapevamo che eravamo due persone giuste e trovavamo la ragione. Dopo quel periodo è finito tutto. Quella è stata la differenza, anche quando è andato via Sarri, era finito il ciclo. Avevo appena rinnovato, per me l’idea era restare a vita. Non mi andava però di rimanere in un posto in cui non vedevo niente di pulito. Non sono mai stato zitto. Era il momento di andarmene e stare più tranquillo calcisticamente”.
Serie A
Roma, Sabatini duro: “Friedkin in delirio di onnipotenza. Come si può esonerare De Rossi?”
Walter Sabatini, ex-dirigente della Roma, ha commentato con un duro post su Instagram la decisione dei Friedkin di esonerare De Rossi.
L’ex-direttore sportivo giallorosso, che già aveva modo di commentare la situazione di De Rossi alla Roma in un’intervista a Radio Serie A, si è espresso in maniera lapidaria sull’esonero dell’ex-bandiera romanista.
Roma, le parole di Sabatini su De Rossi
Di seguito le parole dell’ex-dirigente giallorosso.
“Sono amareggiato. Anni fa un notabile dell’ambiente disse una cosa sottoscrivibile: il calcio è un gioco stupido per persone intelligenti. Oggi vale solo il primo presupposto ed è inutile aspettarsi che ci si possa essere accorti dei miglioramenti di una squadra sperimentale. E’ altrettanto inutile aspettarsi che si rendano conto di dover acquisire cultura calcistica e generale, assumendo, con pieni poteri, profili come Boban e Maldini, che tre anni fa, insieme a Massara, hanno dato vita alla rifondazione del Milan: che ha portato allo scudetto in pochissimo tempo. Ma De Rossi licenziato no, non si può fare: qualcuno sta vivendo in un delirio di onnipotenza“.
Serie A
Esonero De Rossi, Sensi: “Sono amareggiata, fa male vedere De Rossi allontanato da Trigoria”
Questione che sta facendo discutere in molti quella dell’esonero di Daniele De Rossi. Alla lista si aggiunge anche l’ex presidente Rossella Sensi.
Sono tante le persone che stanno commentando la scelta dei Friekin. Una di queste è Rossella Sensi, presidente dell’As Roma dal 2008 al 2011 e figlia del grande Franco Sensi, che ha espresso su un post instagram le sue sensazioni in merito all’esonero di Daniele De Rossi.
Roma, le parole di Rossella Sensi su De Rossi
Su Instagram scrive: “Sono sorpresa ed anche amareggiata, fa davvero molto male vedere Daniele De Rossi allontanato da Trigoria per la seconda volta. So quanto possa stare male ora. Non giudico le questioni o le scelte altrui. Forse non sarebbe nemmeno giusto. Ma mi sento di dare tutto il mio supporto a un uomo che non è solo una bandiera di questo club. Ma è anche un professionista serio e preparato. Il mio in bocca al lupo ora va a Ivan Juric, lo aspetta un compito non facile ed i sarò sempre dalla parte di chi veste quei colori”.
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