In vista della sfida con il Verona, fondamentale per continuare a credere nella salvezza, lo Spezia intona il canto di battaglia. E la voce guida è Albin Ekdal.
Il suo richiamo ha almeno sei decibel. Tanti quante sono le giornate da cui lo Spezia non riesce a materializzare una vittoria che tanto gli servirebbe per mettere un bel mattone nella costruzione della casa della salvezza.
Albin Ekdal, alla “Gazzetta dello Sport”, racconta per filo e per segno le sue attese per la sfida contro gli scaligeri. Che sono poi quelle di tutto l’ambiente e di Leonardo Semplici, in cerca del suo primo bottino pieno da quando siede sulla panchina dell’orgoglio calcistico del Golfo dei Poeti.
“In questi casi si dice che è una finale– esordisce – più o meno ci siamo. D’altronde giochiamo in casa contro la squadra che ci segue in classifica”. Ekdal auspica che lo Spezia sappia scendere in campo in dodici: undici sul rettangolo verde, uno sugli spalti che si chiama pubblico di nome e pagante di cognome.
“Confidiamo anche nella spinta dei tifosi che sono sempre positivi – chiosa – al “Picco” siamo più forti che in trasferta , anche se non dovrebbe essere così”.E lui, nel pensiero dei tifosi, ci sa viaggiare alla grande. Tanto quanto basta per intercettarne il desiderio recondito e urlato: “i tifosi chiedono di vedere la maglia sudata”. Insomma, nessuno si azzardi a mollare. Ma Ekdal non ha dubbi: lui e i compagni di squadra non lo faranno nemmeno per sbaglio.
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