Serie A
Spezia, la fiera delle perplessità
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2 anni fail
Alcuni tifosi e addetti ai lavori si dicono perplessi sulla scelta di fare giocare lo spareggio salvezza Hellas Verona-Spezia alla “Dacia Arena” di Udine.
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Spezia, proteste per la scelta di Udine

Leonardo Semplici
Una dista da Udine 231 chilometri, l’altra 483. Già per l’Hellas Verona arrivare nel capoluogo friulano non è proprio un viaggio da battito di ciglia. Per lo Spezia il discorso vale maggiorment.e
La distanza consistente tra il Golfo dei Poeti e il luogo scelto per lo spareggio salvezza ha suscitato nell’ambiente spezzino più di una perplessità.
E le considerazioni verso la Lega di serie A autrice della scelta, da parte di alcuni, non sono state proprio improntate al volemose bene.
Fuoco allora ai commenti: “è l’ennesima vergogna di quest’anno” tuona qualcuno dai social. E vi è chi definisce la situazione “paradossale”.Marco Frione, ex capo ultras degli aquilotti, ci va giù duro: “solo il Mapei (di Sassuolo, ndr) era una scelta giusta – ha affermato a Calcio Spezia – il resto è un’offesa ai tifosi, comunque andrei anche in Sudafrica per le aquile quindi la nostra presenza sarà garantita”.
Massimo Lombardi di “Orgoglio spezzino” sul suo profilo social: “occorre la mobilitazione della città intera per revocare questa scelta scellerata , lo Spezia e gli spezzini meritano rispetto”.
L’ex numero dieci spezzino Sergio Ferretti rincara la dose: “credo che lo spareggio Spezia- Verona a Udine – afferma- sia la dimostrazione che ai vertici del calcio italiano ci sia gente incompetente e corrotta. Uno sfregio verso i tifosi spezzini e un percorso verso Udine che potrebbe diventare pericoloso perché le due tifoserie potrebbero venire a contatto facilmente”.
Serie A
La Roma potrebbe non avere tifosi nel match contro l’Inter
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9 minuti fail
10/04/2025
La Roma non potrà avere il suo sostegno allo Stadio San Siro; questa è la decisione del Prefetto di Milano che ha deciso di evitare l’incontro tra tifoserie
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A parlarne è Il Romanista che, in prima pagina, titola in modo esaustivo il sentimento che aleggia in arie romanista: L’amore negato. Già perché si tratterebbe, appunto, di negare ai tifosi del club capitolino di poter seguire e supportare la propria squadra in trasferta a Milano.

TIFOSI DELLA ROMA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
La Roma sta procedendo ad un ricorso
Nel frattempo, dopo la richiesta del Prefetto di Milano di non far viaggiare i tifosi giallorossi verso la Madonnina, il club romanista ha espresso chiaramente che sarebbe andata verso un un ricorso. L’obbiettivo è annullare questa delibera e poter organizzare la trasferta per il proprio tifo.
Il match della discordia è fissato per fine aprile (nello specifico 27/04, alle ore 15:00) e per quella data i tifosi della magica vogliono esserci e supportare gli undici in campo oltre al loro allenatore Claudio Ranieri.
E’ una partita cruciale per gli equilibri di entrambe le squadre: in particolare, in Serie A per l’Inter per la corsa scudetto mentre per la Roma per posizionarsi in zona Champions League per l’anno prossimo.
L’Inter deve vincerla perché marcata a vista dal Napoli di Antonio Conte ma anche la Roma non può mancare questi tre punti perché a 52 punti può ancora conquistare il terzo posto (per ora dell’Atalanta, a quota 58 punti).
In quest’ottica, questa partita assume un ruolo molto più importante di un semplice scontro tra due squadre di testa del Campionato italiano; in ballo molto di più. Va ricordato che l’Inter è ancora in corsa per il triplete e la Roma ha voglia di piazzarsi bene e giocare la Champions la prossima stagione.
Senza contare che entrambe le squadre giocano un bel calcio e hanno, in squadra. Perciò che la sfida abbia inizio seppur, adesso, solo dal punto di vista legale!
Serie A
Locatelli, i numeri della rinascita. E con Thuram si completa
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29 minuti fail
10/04/2025
La Juventus si sta preparando a un’estate calda con il sogno di vedere Sandro Tonali arrivare in bianconero, ma nel frattempo può comunque sorridere grazie alla rinascita di Manuel Locatelli.
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Il centrocampista ex Sassuolo non è solo diventato leader dentro e fuori dal campo, con la fascia da capitano che ormai gli appartiene, ma è anche diventato uno degli elementi più importanti e insostituibili della squadra, in particolare nel suo ruolo di regista.
Locatelli: Un leader tecnico e tattico
Locatelli è ormai il centrocampista con più passaggi riusciti della Serie A, con ben 1.705 passaggi riusciti su 1.919 tentativi (un eccellente 89% di precisione). Ma i numeri non si fermano qui: è anche terzo a livello europeo per “Line Breaking Passes” (passaggi che rompono la linea di pressione avversaria), con 410 passaggi di questo tipo, dietro a nomi come Joshua Kimmich del Bayern Monaco e Granit Xhaka dell’Arsenal. Questi numeri testimoniano non solo la sua capacità di impostare il gioco, ma anche il suo contributo in fase offensiva, come nel caso del suo assist decisivo contro la Roma
Il feeling con Thuram: Un centrocampo da sogno

Khéphren Thuram in azione ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Non è un caso che la crescita di Locatelli abbia influenzato positivamente anche Khephren Thuram, il nuovo acquisto bianconero. Il centrocampista francese ha trovato un’ottima sintonia con Locatelli, con la loro coppia che ha dato equilibrio al centrocampo e ha permesso alla Juventus di trovare una solida base di gioco. Thuram, con la sua potenza fisica e il suo dinamismo, è tornato a essere titolare dopo che a febbraio era stato messo da parte. Contro la Roma, ha vinto 9 duelli su 14 e ha completato 6 dribbling su 6, dimostrando l’importanza che ha nel rilancio della manovra bianconera.
Un centrocampo che guida la Juventus verso la Champions
Con Locatelli e Thuram ormai al centro del progetto, il centrocampo della Juventus è diventato la chiave per il ritorno in Champions League, unico grande obiettivo che resta da centrare in una stagione segnata da alti e bassi. La rinascita di Locatelli, che sembrava destinato a essere messo in discussione nelle scorse stagioni, è stata una vera e propria sorpresa, ma ora è il cuore pulsante del gioco bianconero.
Mentre la Juventus sogna l’arrivo di Tonali, può comunque essere fiduciosa sul presente, grazie a un Locatelli finalmente al massimo e a un Thuram che, partita dopo partita, sta dimostrando di essere una risorsa fondamentale. La strada verso la Champions sembra ancora aperta, con il centrocampo come perno della squadra.

Con l’avvicinarsi del fine stagione, la Roma deve trovare un nuovo tecnico: Claudio Ranieri è ottimista, come svelano le sue parole in una recente intervista.
In un’intervista rilasciata a Il Messaggero, il tecnico della Roma Claudio Ranieri si è espresso su vari argomenti, tra cui il suo futuro ruolo nel club e il prossimo allenatore del club giallorosso.
Ecco che cosa ha detto in merito.
Roma, l’intervista de Il Messaggero a Claudio Ranieri
Dal giorno che ha messo di nuovo piede a Trigoria pensava che dopo tre mesi sarebbe stato dove è adesso?
“Sono sincero, dopo una settimana ho pensato che l’avrei rimessa a posto. Dentro di me lo sapevo ma non ci pensavo. La squadra mi dà tutto. Se non trovo il feeling, non va. È stato facile trovarlo”.
Domenica per la prima volta è sembrato che volesse smarcarsi dal ruolo che l’attende in futuro.
“No, no. Io sarò senior advisor, e mo’ traducetelo come ve pare (ride, ndr). So che sarò un punto di riferimento per loro, consiglierò cosa è giusto e cosa non lo è, ma poi a decidere è la proprietà. Credo sia per tutti così”.
Ok, però un conto è consigliare, un altro dirigere. Quando le venne fatto il nome di Burdisso da inserire eventualmente in società, rispose un po’ stizzito “E io che ci sto a fare?”.
“Scusatemi, ma se arriva un dirigente sopra di me, io che ci sto a fare? I tifosi devono stare tranquilli, io non scappo. Scappo solo se non conto. Non farò il parafulmine di nessuno”.
Che vuol dire?
“Che se non decido e non mi sento importante, io non faccio il parafulmine, me ne vado. Oggi mi sento al centro del progetto. Nel momento in cui mi sentissi al lato di questo, arrivederci e grazie”.
Scusi, ci sono avvisaglie?
“Ma no. Perché, i tifosi hanno paura che lasci?”.
Una cosa che le darebbe la sensazione di non essere ascoltato, potrebbe essere quella di puntare su un allenatore non indicato da lei?
“L’allenatore non è scelto da me, non funziona così. Se ho fatto una lista di nomi, con pregi e difetti, sta anche ai Friedkin deciderlo”.
Quando si consegna una lista del genere, quanto è lunga?
“Ghisolfi ed io abbiamo seguito il modello inglese. Siamo partiti da 7-8 nomi per arrivare a 3-4”.
La lista è stata consegnata?
“Da mo’!”.
E i Friedkin hanno scelto?
“Siamo vicini, molto vicini”.
È fiducioso che sia un allenatore alla Ranieri?
“Sono convinto che arriverà un buon allenatore”.
Perché ha detto che “all’inizio potrebbe non piacere?”
“Perché tante volte a Roma si pensa che arrivi questo o quell’altro e poi i fatti sono diversi. Chiunque arrivi, lasciamolo lavorare. Ora ho detto di prendere un tecnico da Roma e andiamo avanti. Si deve cambiare quando allenatore e squadra non sono più all’unisono. Ma finché c’è il feeling, e queste cose si vedono in campo, si continua insieme. Non esiste sta cosa del ‘giocatore X che ha mandato via un tecnico’, non esiste, velo assicuro”.
Non dice nemmeno qualche bugia a fin di bene? Dobbiamo credere che a Gasperini non abbiate mai pensato?
“Certamente, ho sempre detto che più bugiardi dei calciatori ci sono soltanto gli allenatori ex calciatori (scoppia a ridere, ndr). Torno serio, signori miei andate a chiedere a qualsiasi allenatore se sarebbe felice di allenare la Roma. Chi vi risponderebbe di no”.
Un giocatore che prima faceva tanti gol e ora ne fa di meno è Pellegrini.
“È uno dei centrocampisti più forti d’Italia, non ho nessun dubbio e nessuno può smentirmi. Ripartire da lui anche l’anno prossimo? Dipende da Lorenzo. Io lo stimo”.
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