Serie A
Spezia, si valuta la svolta tecnica
Lo Spezia è naufragato 4-0 in casa del Verona e la società ligure sta valutando un eventuale avvicendamento in panchina.
E’ arrivata un’altra sconfitta, la quanta in campionato, per lo Spezia. La formazione guidata da Thiago Motta è naufragata 4-0 sotto i colpi di un Hellas Verona che non ha avuto grosse difficoltà a sbarazzarsi degli Aquilotti.
Non sembra finire, dunque, la serie negativa per lo Spezia, che inanella la terza sconfitta consecutiva. Alle buone prestazioni contro Milan e Juventus non sono seguiti progressi, tanto che oggi contro l’Hellas Verona l’idea lasciata dalla formazione ligure è che nulla sia cambiato da inizio campionato.
Il patron dello Spezia Platek sta quindi riflettendo sulla posizione di Thiago Motta, la cui panchina ora è davvero in bilico. I nomi che girano per una eventuale sostituzione sono due, ovvero Rolando Maran e Davide Nicola.
Al netto degli eventuali rinforzi tra gli svincolati che potrebbero arrivare durante la pausa per le nazionali (si fanno i nomi di Mirante e Romero per la porta), dunque, alla ripresa del campionato la panchina dello Spezia potrebbe cambiare padrone.
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Serie A
Inter, Frattesi: “Noi favoriti per lo scudetto? Non sempre vince…”
Il centrocampista dell’Inter ha parlato del suo momento personale con la maglia nerazzurre e sulle aspettative per questa stagione attorno al club.
Davide Frattesi, centrocampista alla sua seconda stagione con la maglia dell’Inter, si è raccontato in una lunga intervista al quotidiano “La Stampa”.
“I miei inserimenti? Una dote innata”
“E’ una caratteristica che può essere allenata ma che devi già avere nel tuo istinto. Mi ha aiutato molto essere stato attaccante nelle giovanili della Lazio. Il modo di giocare dell’Inter mi agevola perché creiamo tante occasioni da gol.”
“Lo scudetto? Voglio ripetermi”
“Di sicuro voglio concedermi il bis per rivedere una coreografia come quella di Inter-Torino della scorsa stagione di Serie A. Se mi da fastidio sentirmi dire che noi siamo i favoriti? Sì e no. Le partite vanno vinte sul campo e non a parole, e non sempre vince quella più forte. Basta guardare il Real Madrid o il Manchester City di questi ultimi mesi. Nei momenti negativi si vede la forza del gruppo: a noi è capitato dopo l’eliminazione contro l’Atletico Madrid lo scorso anno in Champions League.”
“Io titolare in Nazionale e non all’Inter? E’ uno stimolo in più”
“Cerco di prendere ogni cosa sempre per il verso giusto. La concorrenza aiuta sempre a dare il massimo. Quando ritorno in Nazionale i miei compagni mi prendono in giro dicendomi: ‘Ecco, vai da papà Luciano’. ”
“Troppe partite? Non mi lamento”
“Ma secondo me stiamo andando un po’ oltre. Non lo dico per il numero di partite quanto per le conseguenze che questo ha sullo spettacolo in campo. Tra Champions League, Supercoppa e Mondiale per Club arrivi cotto.”
“Ecco chi è il mio idolo”
“Per me è Kevin De Bruyne. Secondo me è il centrocampista più forte degli ultimi vent’anni.”
Serie A
Juventus, record negativo: mai così poche vittorie dal 98-99
Juventus, la squadra di Thiago Motta è 6° con 28 punti in 16 giornate, frutto di 6 vittorie, 10 pareggi e nessuna sconfitta. Il peggior avvio nell’era dei tre punti…
La Juventus non aveva mai registrato un rendimento così deludente nei primi 16 turni di Serie A nell’era dei 3 punti, dal lontano campionato 1998-99. A quota 28 punti, frutto di sei vittorie e ben dieci pareggi, i bianconeri occupano attualmente il sesto posto in classifica. Un dato che pesa, considerando che nonostante l’imbattibilità in campionato, la squadra di Thiago Motta fatica a trovare continuità e incisività.
I dieci pareggi collezionati finora non sono imputabili a episodi sfortunati o a casualità, ma evidenziano difficoltà strutturali nel gioco. Anche ieri sera, contro un Venezia in lotta per la salvezza, i bianconeri non sono riusciti a imporre il proprio ritmo e sono stati costretti a rincorrere nel finale. Dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio grazie a un gol di Gatti, i bianconeri si sono fatti rimontare nella ripresa, prima di acciuffare il pareggio in extremis al 93° minuto con un rigore trasformato da Vlahovic.
Juventus: così non va!
Con sole sei vittorie dopo 16 giornate, questa è ufficialmente la peggior partenza della Juventus nell’era dei tre punti a vittoria. Bisogna tornare alla stagione 1998-99, quando i bianconeri allenati da Marcello Lippi ottennero un avvio altrettanto difficile, per trovare un bilancio simile. Allora, però, il contesto era diverso e la squadra affrontava una crisi più profonda.
La squadra di Motta, pur rimanendo imbattuta, sembra priva di quella spinta necessaria per trasformare le gare equilibrate in successi. Le difficoltà nell’attaccare con efficacia e nel chiudere le partite sono diventate evidenti, alimentando dubbi sulla capacità della squadra di competere per obiettivi importanti.
Nonostante il risultato di ieri, che ha permesso di mantenere l’imbattibilità, resta chiaro che la strada da percorrere per tornare ai vertici è ancora lunga. Serviranno risposte già dai prossimi match, perché in un campionato competitivo come quello attuale, pareggiare troppo equivale a perdere terreno prezioso.
Serie A
Sabato di Serie A: Napoli e Atalanta si scambiano l’identità. Fischi per la Juventus
Si è concluso il sabato di Serie A che ha portato convinzione e consapevolezza in casa Napoli e Atalanta. Il Venezia tende la trappola a Thiago Motta.
Il tema dello scambio di identità è tipico del cinema e della letteratura di tutti tempi, ed in questo caso è perfettamente calzante anche per le partite del sabato di Serie A. L’Atalanta si comporta da Napoli e da grande squadra vince di misura per 0-1 sul campo del Cagliari, grazie alla zampata di un rivitalizzato Nicolò Zaniolo. I ragazzi di Antonio Conte invece, hanno interpretato un secondo tempo contro l’Udinese ad altissima intensità, tanto da ricordare a tratti la squadra allenata da Gasperini. In serata la Juve continua a non brillare ed esce dal campo a testa bassa tra i fischi del proprio popolo.
L’Atalanta non si ferma più: 10 vittorie consecutive in Serie A
Al termine di ogni partita i sostenitori bergamaschi cantano a squarciagola cori che inneggiano alla vittoria dello scudetto e seppur Gasp tenda sempre a smorzare questo entusiasmo, intorno all’ambiente Atalanta c’è un’aria di grande consapevolezza. Con quella di Cagliari sono ben 10 le vittorie di fila in campionato, con avversari come Napoli, Roma o Milan. La trasferta in terra sarda non è mai facile per nessuno e non lo è stato neanche per la squadra attualmente capolista.
Una partita piuttosto bloccata dove il Cagliari ha messo in mostra un’ottima organizzazione ed è servito un grande Carnesecchi per respingere i ripetuti attacchi dei rossoblù. A deciderla è la zampata di Zaniolo, che nell’esultanza non gradita dall’allenatore, libera tutta la sua gioia e la sua fame che in questi anni si è dovuto tenere dentro.
Napoli grintoso trascinato da Neres
Voleva e doveva rialzarsi il Napoli dopo il mal di testa causa da Marco Baroni nella doppia sfida tra Coppa Italia e campionato. Nella trasferta di Udine era assente Kvaratskhelia, ma al suo posto è sceso in campo un galvanizzato Neres il quale ha causato l’autogol di Giannetti, dopo un grande slalom palla al piede. Da questa vittoria la squadra di Conte si porta a casa una grande consapevolezza e tante buone notizie.
Infatti il Napoli, spesso criticato per avere un gioco troppo bloccato, ha messo in mostra una partita molto dinamica, creando numerose e ripetute occasioni da rete. Tra le cose positive spunta anche quella di aver trovato il “dodicesimo titolare”, ovvero il brasiliano David Neres, che ha dimostrato di saper essere decisivo sia a partita in corso che da inizio gara.
La Juve corre in Champions, ma cammina in Serie A
Si pensava che la vittoria contro il Manchester City in Champions League potesse segnare un punto di svolta nella stagione bianconera: così non è stato. L’ennesima partita insufficiente da parte dei ragazzi di Thiago Motta, che riescono a riacciuffare il risultato per i capelli ed evitare una sconfitta che avrebbe avuto del clamoroso. Anche il pubblico non ha di certo gradito l’ennesimo passo falso della squadra ed ha fischiato i giocatori all’uscita dal campo. Infine, nella serata più che nera che bianca, si aggiunge anche un battibecco faccia a faccia tra Vlahovic e la Curva Sud, il quale esce dal campo con tanto di cori allegati.
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