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Torino e Fiorentina, un gemellaggio storico tra le tifoserie

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Domenica c’è Torino-Fiorentina, una gara particolare, un incontro denso di significati. Un trait d’union doloroso lega questi due popoli, quello Granata e quello Viola: la tragedia di Superga, il volo spezzato della farfalla Meroni, il tragico schianto di Baretti e il doloroso addio del capitano Astori. La storia di Torino e Fiorentina è il racconto di un gemellaggio, di una fratellanza, legami rari tra due squadre di calcio, ancor di più tra due tifoserie di uno sport che troppo spesso ci ha dato notizia di storie di odio e di violenza. Questa sfida invece ci regala due tifoserie che incrociano le due bandiere, avvicinano le due maglie, scambiano le sciarpe, in una mescolanza di granata e viola.

Inizio gemellaggio

Una data ufficiale dell’inizio di questo gemellaggio non c’è: sappiamo che esiste da più di quarant’anni, probabilmente dalla fine degli anni ’60, quando una gloriosa Fiorentina si contrapponeva per la vittoria del campionato alla Juventus, da sempre una potenza politica, economica e sportiva, ma prima di tutto l’espressione della Torino dei signori, non a caso identificata con gli Agnelli, contrapposta a quella operaia, che si riconosceva molto più nel Toro che nella Vecchia Signora. Fu proprio in quel periodo che la rivalità tra viola e bianconeri vide i tifosi granata accorrere in sostegno alla Fiorentina. Un significativo contributo a questo gemellaggio, a fine anni ’60, fu dato da un ragazzo di Prato trapiantato a Torino per lavoro, soprannominato nell’ambiente della tifoseria viola “Cucciolo” che ha rappresentato il collante tra i colori viola e quelli granata. In quei anni, la trasferta era un avvenimento per pochi, qualche decina di appassionati irriducibili. I mezzi di trasporto erano pochi e le automobili ancora un mezzo per “signori”. Juventus-Fiorentina, 1969, una manciata di tifosi viola si mettono in cammino verso Torino, impavidi, temono per la loro incolumità e tale “Cucciolo”, divenuto ormai un temerario tifoso granata, memore delle sue origini toscane, si offre di tutelare, di ospitare, di patrocinare i sostenitori partiti da Firenze. Con altri appassionati del Toro si unisce al gruppo viola, sostiene e protegge, grida e garantisce. E’ l’inizio di un amore, il principio di un’unione. Questo solo uno dei tanti aneddoti della storia di questa fratellanza ma il binomio tra le due società, prima che tra i tifosi, nacque a seguito della tragedia di Superga che, il 4 maggio del 1949, spazzò via in pochi secondi la squadra più forte di tutti i tempi. Il Grande Torino non c’era più e nella corsa alla solidarietà si distinse particolarmente la Fiorentina, la più solerte a girare ai granata alcuni suoi ragazzi della Primavera, per permettere al Toro di allestire una squadra da far scendere in campo e così finire il campionato e programmare quello successivo. Un legame quindi fortissimo, trasferitosi poi tra le tifoserie, che nonostante qualche incomprensione lungo questi anni rimane saldissimo.

Serie A

Parma-Atalanta 1-3, Pecchia: “Abbiamo saputo reagire sotto di due gol, secondo tempo positivo”

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Parma -Atalanta 1-3, troppo forte la Dea per i ducali, che trovano zero punti contro la momentanea capolista di serie A. Nel post partita Fabio Pecchia ha analizzato il match.

Non riesce la rimonta al Parma, che cade al Tardini sotto la forza dell’Atalanta e della sua serie di sette successi di fila.

Dopo l’exploit di Venezia, quindi, si ferma nuovamente il percorso dei ducali. Fabio Pecchia, nonostante tutto, però, ha usato parole incoraggianti e positive verso i giocatori.

In conferenza stampa, nel post partita, il tecnico ducale ha parlato delle varie tematiche del match. Qui di seguito le parti più importanti.

Discorso nell’intervallo

Ho chiesto di continuare ad avere fiducia in loro stessi, aggiustando alcune cose. Siamo in grado di fare quanto fatto nella ripresa. Primo tempo Atalanta forte, poco da dire, anche se nella parta finale, dopo il 2-0, avevamo avuto occasioni, c’era stata la reazione. Poi nel secondo tempo la abbiamo riaperta subito”.

Sull’utilizzo del 4-2-4

“L’Atalanta ha fatto otto vittorie di fila, anche in Europa. La squadra nel secondo tempo, a parte Benek, era con gli stessi giocatori. Detto questo non mi sento di dire altro. Volevamo giocarcela così, chiaro che prender gol subito cambia l’inerzia e agevola una squadra forte come l’Atalanta“.

Sul secondo tempo

“Non sono amareggiato, l’Atalanta in questo momento mi sarebbe piaciuta affrontarla senza subire gol subito. Merito loro, poi abbiamo subito, ma se siamo in grado di fare questo secondo tempo è una cosa importante, ci deve dare fiducia, anche sotto di due gol sappiamo reagire cosi“.

Sulla sostituzione di Cancellieri

Era gestione, mi ha detto che la situazione era sotto controllo. Solo stanco, ha spinto tanto, nulla di particolare”.

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Serie A

Parma-Atalanta 1-3, Gasperini: “Sono molto soddisfatto, giocato con qualità e personalità”

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Parma-Atalanta, Gasperini

Parma-Atalanta 1-3, arriva la settima vittoria di fila per la Dea, che sale in vetta, in attesa del Napoli. Andiamo a leggere, qui di seguito, le parole di Gian Piero Gasperini nel post partita.

Arriva la settima vittoria consecutiva per l’Atalanta, che non sembra avere più intenzione di fermarsi.

La vetta conquistata e’ un messaggio al Napoli, chiamato a rispondere oggi nel derby del sole contro la Roma.

Dopo il match, le parole di Gian Piero Gasperini sono di assoluta soddisfazione.

Queste le parti più importanti di ciò che ha detto il tecnico di Grugliasco, davanti ai giornalisti.

Sulla partita

Sono molto soddisfatto di questa partita, non è facile, il Parma è pericoloso soprattutto in attacco. Hanno riaperto la partita con una giocata nella ripresa, hanno preso fiducia loro e l’ambiente e poteva riaprire una partita condotta da noi. Invece dopo qualche minuto ci siamo messi a posto e il terzo gol ha chiuso la gara”.

Cosa ha soddisfatto di più

Mi hanno soddisfatto la qualità e la personalità con cui abbiamo giocato e il numero di situazioni pericolose create, il Parma ha valori, può creare e fare gol. Sapevamo però di poter metterli in difficoltà e le abbiamo fatte tutte bene, anche se nel primo tempo un gol in più ci stava tutto. L’avevamo preparata così, con rispetto del Parma che ha capacità di inserirsi”.

Su Pasalic

“Praticamente sempre ci sono forzature di proposte di formazioni, poi in campo mando chi ritengo sia più affidabile. Pasalic fa cose straordinarie da tempo, Samardzic spero ci arriverà a quei livelli e potrà inserire tra quelli che stanno giocando con continuità e ottenendo risultati. Quello che vale è il campo”.

Sul Parma

Abbiamo lavorato bene, trovando le linee di passaggio. Questa estate in amichevole non eravamo in condizione e avevamo pagato pesantemente, questa sera siamo stati bravi sulle palle in profondità che attaccano. Abbiamo controllato bene senza correre troppi rischi. Dovevamo fare attenzione anche sui lanci di Suzuki, prender le seconde palle e lottare sul duello aereo, ma siamo riusciti a prender le misure e dopo il gol riprendere le partite“.

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Serie A

Milan, Fonseca: “Capisco i tifosi, forse lo avrei fatto anche io. Credo ancora nello Scudetto”

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Milan

Paulo Fonseca, allenatore rossonero, in conferenza stampa da San Siro al termine della partita tra Milan e Juventus, valida per la tredicesima giornata di Serie A.

Milan-Napoli fonseca

LA GRINTA DI PAULO FONSECA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Le dichiarazioni di Paulo Fonseca :

Cosa dice sui fischi di San Siro?

“Se io fossi un tifoso, avrei fatto lo stesso, perché la partita è stata una delle partite più noiose della mia carriera. Capisco perfettamente i tifosi. La miglior parola che posso usare è noiosa. Troppo rispetto da entrambe le parti”.

Qual era la sua intenzione ad inizio partita?

“Io voglio sempre avere l’iniziativa e attaccare. Difensivamente, non abbiamo avuto problemi, così come la Juve. Non possiamo dimenticare che veniamo da una partita che abbiamo preso tre gol, quindi capisco che la coscienza della squadra era difendere bene, e che abbiamo affrontato la squadra che concede meno occasioni. Per avere occasioni, bisognava essere perfetti. Abbiamo giocatori per rischiare. Le possibilità che abbiamo avuto per uscire veloci abbiamo sempre sbagliato l’ultimo passaggio”.

Perché non inserire Abraham?

“La Juve creava tanta superiorità a centrocampo non avendo attaccanti e avevamo bisogno del lavoro di Morata. Ci hanno obbligati a questo”.

Si può allenare il coraggio?

“Noi prepariamo sempre la partita per attaccare, per affrontare una squadra che difende bene come la Juve. Sono il primo che vuole una squadra offensiva, ma è difficile spiegare perché non abbiamo preso rischi”.

Perché non si è ribellato alla noia facendo un po’ prima i cambi?

“Pulisic è arrivato con un problema, non lo potevo utilizzare per molto tempo; il giocatore non si sentiva bene e non lo potevo far giocare tanto tempo, addirittura io mi sono preso il rischio che avesse un problema. Per gli altri non mi sembrava che si potesse cambiare molto ciò che stava succedendo”.

La formazione ha dato un messaggio alla squadra di difendere di più?

“Schiererei la stessa formazione. Questa è stata la formazione di Madrid, tranne Pulisic. La stessa struttura, la stessa squadra”.

Il Milan domani può essere nono.

“Non siamo soddisfatti, ovviamente. Abbiamo già parlato della crescita della squadra, ma i risultati non sono quelli che noi vogliamo. Il problema non è il risultato di oggi, ma il pari di Cagliari o la sconfitta di Parma. Con due vittorie in queste due partite siamo più su. Non siamo soddisfatti, ma siamo fiduciosi per il proseguio della squadra”.

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