Serie A
Torino, Juric bastone e carota
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Il Torino archivia la sconfitta per 2-4 nel derby contro la Juventus con una sensazione ambivalente. La precisa disamina del tecnico Ivan Juric.
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Torino, la rabbia e l’orgoglio
Delusione e soddisfazione possono andare a braccetto dopo una sconfitta? Per Ivan Juric. tecnico del Torino, assolutamente sì. Lui, di fare il muso completamente lungo, non ha la minima intenzione nel dopo gara. Chiaro, la classifica è rimasta immobile rispetto allo scorso turno. Ma, esordisce a Toro.it, “questo derby mi lascia grandi spunti positivi per l’interpretazione della gara”. Ma, aggiunge a un dipresso, “anche punti negativi“. E comunque lui è di quelli che stanno attentissimi , parola dopo parola, a non gettar via il bambino con l’acqua sporca.
“La mia squadra deve crescere e oggi è stato molto netto e chiaro- continua – la squadra nel primo tempo ha dominato e doveva gestire meglio alcuni momenti. Nel secondo è stata tosta, hanno preso palla loro, è giusto che sia così perchè la vita è così”. Ivan il filosofo, quindi. Ciò che non gli va invece proprio giù è l’atteggiamento di Radonjic, cui imputa per intero la responsabilità del 3-2 juventino. E non lo fa con parole candide, perchè quando ci dà dentro sa diventare Ivan il terribile: “ci sono cose che faccio fatica a capire, secondo me manca completamente di rispetto verso questo gioco, hai cose da fare e le devi fare, entri e fai cose diverse, vuol dire che non ci sei dentro”.
Peccato perché, quasi come fosse il suo mentore, fa capire che se il ragazzo si applicasse di più, si meriterebbe ben più di uno stiracchiato sei in pagella. Ma Juric si fa anche una concessione all’autocritica: “vuol dire- afferma tagliente- che in questi sei mesi non sono riuscito a farlo diventare un giocatore di calcio”. Indicazioni dalla partita per il futuro? Tante, secondo lui. Prima di tutto l’attenzione ai dettagli e, dice, “su questo purtroppo ancora non ci siamo”.
Il proclama se lo cuce prima di tutto addosso a se medesimo: “dobbiamo crescere ed educare i ragazzi a un certo atteggiamento – spiega – con un gioco propositivo, educarli a portare i risultati a casa. Diventeremo una grande squadra, la mia idea è questa da quando sono arrivato”. Insomma, lui tende a considerare quello con i cugini bianconeri un incidente di percorso. Di una squadra che, volendo, può maturare e regalarsi ampie soddisfazioni.
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Serie A
Juventus, Vlahovic: dal gol in Coppa Italia alla peggiore stagione in bianconero
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2 ore fail
16/05/2025
Per Dusan Vlahovic questa può essere definita la peggiore stagione da quando è alla Juventus, pensare che un anno fa vinse la Coppa Italia con un suo gol.
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Per Dusan Vlahovic è la stagione peggiore da quando è in bianconero: solo 14 gol segnati, mentre lo scorso anno ne fece 18 di gol di cui 16 in campionato, oltre ad essere il match-winner della finale di Coppa Italia contro l’Atalanta. Non rimarrà in bianconero il prossimo anno, salvo sorprese.

DUSAN VLAHOVIC IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Juventus, quest’anno il peggior Vlahovic da quando è in bianconero, pensare che lo scorso anno decise la finale di Coppa Italia contro l’Atalanta
Questa stagione che volge al termine può essere per Dusan Vlahovic la peggiore da quando è alla Juventus, cioè dal 2022. Per l’attaccante serbo quest’anno solo 14 gol in tutte le competizioni, confrontando la scorsa stagione quando i bianconeri erano guidato da Massimiliano Allegri non ci sono paragoni: per Vlahovic solo in campionato 16 gol, vice capocannoniere del massimo Torneo dietro a Lautaro Martinez.
Poi, se andiamo vedere da quando Vlahovic è arrivato a Torino, i dati ci fanno capire che davvero questa è la peggiore stagione: 9 gol in 6 mesi nel 2022, poi l’anno seguente 14 gol di cui 10 in Serie A. Inoltre, sempre lo scorso anno, era stato il match-winner della finale di Coppa Italia all’Olimpico contro l’Atalanta, alzando l’unico trofeo vinto in maglia bianconera.
I numeri quindi parlano chiaro, ma anche il cambio in panchina da Allegri a Thiago Motta e poi Tudor ha avuto una certa influenza, tanto che in attacco il serbo è stato visto spesso isolato e costretto giocare spalle alla porta. Solo qualche lampo degno della sua classe si è visto nelle prime fasi della stagione attuale, come la doppietta di Lipsia in Champions League e poco altro, poi prove abbastanza incolori, nemmeno il cambio in panchina con l’arrivo di Igor Tudor non ha migliorato la situazione.
Il futuro per Vlahovic non sarà a Torino, con i dirigenti bianconeri che vogliono assolutamente cederlo, ma con una sistemazione che lo accontenti, con il rischio anche di rimanere ancora in bianconero ma con la possibilità tra un anno di andarsene parametro zero. Dopo questa pessima stagione, almeno la dirigenza bianconera vuole ricavarci sopra sull’attaccante serbo.
Serie A
Parma-Napoli 1997/98, la pagina più nera della storia degli azzurri
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16/05/2025
Domenica si gioca Parma-Napoli, tra i precedenti negli anni ’90 spunta quello della stagione 1997/98, che condannò gli azzurri alla retrocessione in Serie B.
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Domenica si gioca Parma-Napoli, partita che negli anni ’90 vanta un precedente molto triste nella stagione 1997/98, che determinò la retrocessione degli azzurri in Serie B dopo 33 anni interrottamente in massima Serie.
Parma-Napoli 1997/98, azzurri in Serie B dopo 33 anni, il pianto di Taglialatela a fine partita
Domenica sera si gioca Parma-Napoli, con gli azzurri che posso avvicinarsi al quarto scudetto della propria storia, il secondo della gestione De Laurentiis. Ma però per i tifosi azzurri questo incontro rimanda ad un precedente negli anni ’90 non vorrebbero mai ricordare, quello della stagione 1997/98, che sancì la retrocessione degli azzurri in Serie B dopo 33 anni di fila in Serie A.
Fu per il Napoli una stagione disastrosa, dopo che quella precedente ci fu la finale di Coppa Italia persa contro il Vicenza. Ben 4 allenatori che si avvicendarono alla guida degli azzurri durante la stagione, da Mutti a Mazzone a Galeone per finire con Montefusco. Proprio quest’ultimo era in panchina l’ 11 aprile del 1998, contro il Parma dell’ex Fabio Cannavaro.
Partita chiaramente senza storia, con il Parma già in vantaggio dopo 3 minuti con Hernan Crespo, il primo tempo finì sul 1 a 0. La ripresa vide il pareggio del Napoli al 69′ minuto con Bellucci l’unico insieme al portiere Taglialatela salvarsi in quella stagione disastrosa. Però poi i parmensi ribaltarono il risultato, con Apolloni che riportò il Parma in vantaggio al 76′ minuto, il 3 a 1 finale fu siglato sempre da Crespo al 86′ minuto.
Al fischio finale dell’arbitro Preschern, la scena che purtroppo molti ricorderanno è il pianto di Giuseppe Taglialatela, portiere del Napoli ed anche tifoso della squadra azzurra. In consolazione venne proprio Fabio Cannavaro, che da avversario assistette alla caduta della squadra che lo lanciò nel calcio che conta, nell’inferno della Serie B.
Qui si chiuse l’era Ferlaino, che portò al Napoli 2 scudetti, una Coppa UEFA, 2 Coppe Italia ed una Supercoppa Italiana. Sarebbe iniziata ina pagina nera per la storia della squadra azzurra, che ebbe il suo culmine con il fallimento del 2004, prima della rinascita targata Aurelio De Laurentiis.
Serie A
Roma, Oltre che alla corsa Europa si pensa anche al mercato: In arrivo un bel tesoretto dai riscatti
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16/05/2025
Roma: Tra la corsa ad un posto in Europa al mercato estivo. I prestiti verso il riscatto che potrebbero garantire un tesoretto per i colpi estivi. I dettagli:
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Del ritrovato ottimismo portato da Ranieri, a due giorni dalla sua 500ª — nonché penultima — panchina in carriera in Serie A, se n’è già parlato a lungo nei giorni scorsi.
Il grande dubbio rimane però legato alla programmazione della prossima stagione che — seppur ancora distante tre mesi — non presenta, ad oggi, alcun nome concreto tra i possibili candidati per la panchina giallorossa, almeno secondo le indiscrezioni.
Un altro nodo riguarda la composizione della rosa, con ben dodici giocatori ancora sotto contratto ma attualmente in prestito altrove, oltre alle situazioni da chiarire che coinvolgono Svilar, Hummels e Saelemaekers.
Tuttavia, la testa è rivolta agli obiettivi immediati, con un biglietto per una delle tre competizioni europee virtualmente già staccato — un traguardo che solo qualche mese fa appariva come un miraggio, considerando che la Roma si ritrovava con appena 13 punti dopo 12 giornate e un vantaggio di soli quattro punti sulla zona retrocessione.
Ora, però, si intravede uno spiraglio — e forse qualcosa in più — per un posto addirittura in Champions League.
Guardando alla prossima stagione, comunque, potrebbe arrivare una mano importante dai giocatori attualmente in prestito con opzione di riscatto, come Zalewski, che aveva deluso, o Le Fée, che non aveva trovato spazio per esprimersi.
La palla ora passa alle dirigenze delle altre squadre, chiamate a valutare eventuali riscatti: decisioni che potrebbero tradursi in risorse economiche strategiche, utili a finanziare il mercato in entrata della Roma.
Roma, da dove arriva il tesoretto
Come già anticipato, i giocatori attualmente in prestito dalla Roma sono dodici, ma solo due di questi — Zalewski e Le Fée — potrebbero rappresentare una grande risorsa in vista del prossimo mercato, traducibile in circa 30 milioni di euro.
Per l’esterno polacco, attualmente in prestito all’Inter, vale ricordare come sin da subito si fosse fatto trovare pronto, proprio come ai tempi della Roma, quando nel giorno del suo esordio segnò il suo primo gol in soli 6 minuti: al trentottesimo del secondo tempo della semifinale di ritorno di Europa League contro il Manchester United, in quella Roma di Fonseca ormai condannata dai 6 gol subiti nel computo totale.
Anche in nerazzurro, da subentrato, si è subito mostrato un jolly nel derby finito 1-1 contro il Milan, l’unico match in questa stagione concluso con un risultato positivo, eccezion fatta per la gara d’andata di Coppa Italia.
Culminato poi con l’ultima partita dell’Inter contro il Torino, che lo ha visto andare in gol con uno splendido destro al 14° minuto, regalando la vittoria ai suoi e rinnovando le speranze di scudetto.
Un impatto positivo che potrebbe significare riscatto imminente e portare nelle casse del club giallorosso 6 milioni di euro.
Questi potrebbero diventare 30 milioni se sommati ai 23 che potrebbe portare anche un eventuale riscatto di Enzo Le Fée da parte del Sunderland.
La questione qui è molto più semplice e in procinto di diventare ufficiale, dato che per via di una clausola inserita nel prestito con formula di riscatto, il francese arrivato per 20 milioni dal Rennes in estate, qualora il Sunderland dovesse guadagnarsi la promozione in Premier League, vedrebbe la sua permanenza in Inghilterra diventare definitiva.
Considerando anche l’assist per Ballard al 120º minuto contro il Coventry di Lampard, che ha permesso alla squadra di giocarsi il prossimo 24 maggio la finale playoff per tornare in Premier League, questa notizia potrebbe far felici anche i tifosi inglesi oltre che quelli della Roma, dato lo sfocato ricordo che hanno del centrocampista francese.

ENZO LE FEE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
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