Igor Tudor è il tecnico dell’Olympique Marsiglia. Nel 2020-21 è stato vice allenatore della Juventus e ad oggi è in pole position per succedere ad Allegri.
Alla Juve ci ha anche giocato: dal 1998 al 2007, con una parentesi di un anno in prestito al Siena. Tra i trofei vinti, due scudetti, due Supercoppe italiane e un’Intertoto.
Ora è uno dei successori più probabili di Massimiliano Allegri alla guida della squadra. Squadra di un club che lui stima molto, come dimostrano le sue dichiarazioni al quotidiano francese L’Equipe:
“C’è un rapporto molto sincero tra di noi, con valori che condividiamo, e questo non accade ovunque. Quando sono accaduti questi piccoli incidenti, che erano cose che un po’ mi aspettavo, il presidente è intervenuto ed è stato chiaro ai giocatori:
“La strada è questa, chi non è contento può trovare un’altra società”. Da lì la musica è cambiata. Nel calcio tutti sono lì a chiedersi come otteniamo risultati, come diventiamo un club che funziona.
Ho avuto la possibilità di giocare nel club più forte del mondo
, la Juventus, e quando le persone mi chiedono perché vincono, è perché scelgono le persone giuste al posto giusto e gli fanno fare quello che sanno fare. Il negoziante è il negoziante, l’allenatore allena, ecc ecc…”.Fermo restando la stima per il club bianconero, l’allenatore ha messo in evidenza le grandi differenze tra Serie A e Ligue 1, quest’ultima superiore, almeno dal sesto posto in poi. Un esempio? Il Reims:
“Qui c’è il Psg, che in Italia non ha equivalenti, perché oggi è sopra Inter o Juve. Poi ci sono tre o quattro squadre che, in termini di rosa, possono avere più qualità in Italia, rispetto ai pari francesi.
Ma dal sesto all’ultimo posto qui sono più forti. Se domani c’è Empoli–Strasburgo, lo Strasburgo vince con largo margine; Reims contro La Spezia, il Reims vince con largo margine.
Quando tu vai a giocare a Reims, vedi tre o quattro giocatori che vorresti portare con te, stessa cosa a Strasburgo, mentre se sono l’Inter e gioco a Empoli o La Spezia, non prendo nessuno.
In Italia c’è un gap che in Francia non trovi. In Francia c’è molto più ritmo, perché la tipologia dei giocatori è diversa: qui sono più giovani e più fisici. In Italia l’intensità non c’entra.
Gli inglesi del resto vogliono comprare giocatori del Lorient, non giocatori in Italia, significa che qui ci sono giocatori che hanno le qualità per integrarsi nel miglior calcio possibile“.
Aggiornato al 16/05/2023 15:14
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