Serie A
Udinese-Inter, Inzaghi: “Analizzeremo gli errori, ma oggi solo complimenti ai ragazzi”
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Al termine di Udinese-Inter, l’allenatore dei nerazzurri, Simone Inzaghi, ha commentato il match in conferenza stampa, dicendosi soddisfatto della prestazione.
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Ecco un estratto delle parole dell’allenatore nerazzurro al termine di Udinese–Inter.
Udinese-Inter, le parole di Inzaghi
Inzaghi si è detto molto soddisfatto della prestazione complessiva della sua squadra in Udinese-Inter, che ha rispecchiato il lavoro svolto durante la settimana.
“La cosa che mi porto via di più è sicuramente la prestazione. Non avevo dubbi, ho visto i ragazzi carichi fin dal martedì, quando si sono presentati agli allenamenti con il giusto atteggiamento e grande intensità. La prestazione di oggi è stata una naturale conseguenza di quel lavoro. Affrontavamo una squadra in salute, imbattuta in casa e con 10 punti raccolti fino ad oggi, ma nonostante questo abbiamo sempre avuto in mano la partita. Peccato solo per il finale, dove può sempre accadere un episodio negativo.”
Riguardo al ritorno al gol di Lautaro, l’allenatore nerazzurro ha evidenziato l’importanza di questo momento: “Sapevamo che sarebbe stato solo questione di tempo prima che Lautaro tornasse a segnare. Nel derby aveva fatto una grande partita, anche se non era riuscito a concretizzare le occasioni che gli si erano presentate. Capita, ma oggi ha ritrovato la via del gol ed è un segnale importante per tutti.”
Un aspetto su cui il tecnico ha voluto porre l’attenzione è stata la gestione dei gol subiti. “I due gol che abbiamo preso sono evitabili, dobbiamo lavorare meglio di squadra in queste situazioni. Sommer ha gestito bene la palla per tutta la partita e non ha avuto grandi occasioni di parata, ma quando gli avversari si presentano nella nostra area, diventano sempre molto pericolosi. Dobbiamo migliorare in fase di non possesso, specialmente con due gol di vantaggio. Sono passati quasi due anni dall’ultima sconfitta in un derby, ed è sempre difficile preparare una partita con queste pressioni. Perdere un derby non è come perdere una partita normale.”
Inzaghi ha poi elogiato l’atteggiamento di Correa, entrato in campo con grande determinazione: “È un segnale enorme per un allenatore vedere un giocatore entrare all’82’ con la voglia e lo spirito di Correa. Ma non è stato solo lui, tutti i subentrati hanno dato il loro contributo. Oggi i tifosi sono stati meravigliosi, li sentivamo anche dallo spogliatoio durante il riscaldamento e ci hanno sostenuto dall’inizio alla fine. Questa è una vittoria di squadra, anche grazie a loro.”
Un altro aspetto che Inzaghi ha voluto sottolineare è stato l’atteggiamento dei giocatori non utilizzati, che hanno ha incitato i compagni in campo. “È stato inquadrato Dimarco, ma non è stato l’unico. Anche Dumfries, Pavard, Arnautovic e tutti gli altri che non sono entrati in campo hanno sostenuto la squadra in modo straordinario. Devo fare delle scelte, sceglierne 11 titolari e 5 subentranti, ma oggi avrebbero meritato di giocare tutti e 23.”
Infine, ha commentato brevemente le difficoltà difensive sugli esterni, ma senza perdere di vista il risultato positivo: “Sicuramente ci sarà da analizzare qualche spazio concesso di troppo sulle corsie laterali, ma oggi voglio fare i complimenti ai miei ragazzi. Siamo venuti a Udine, abbiamo dominato nel possesso palla e creato molte occasioni contro una squadra ben organizzata e con un ottimo allenatore. Non è stata una vittoria semplice come si potrebbe pensare, ma è merito anche dei nostri tifosi, che ci hanno dato una grande mano.”

Con la stagione quasi al capolinea, con sole due giornate da disputare, è possibile delineare il quadro di chi abbia la media spettatori più alta in Serie A.
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Chi ha la media spettatori più alta in Serie A? Dato importantissimo quello dell’affluenza allo stadio, che ricade direttamente sui bilanci delle società. Calcoli, quelli dei “ricavi da stadio”, che influiscono sul conto economico, insieme ai diritti televisivi e ai ricavi commerciali. Ma che, tuttavia, riguardano anche la distribuzione dei ricavi da diritti televisivi del campionato.

I TIFOSI DEL MILAN ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A, spettatori 2024 2025: Milan capofila
Fino a questo momento la nostra Serie A mantiene una media piuttosto alta: 30.765 spettatori per ogni gara, con un tasso di riempimento degli stadi pari al 92,24%. Dato in crescita cospicua se si prende in esame quello della passata stagione: 83%.
Guardando alla classifica stilata da Calcio e Finanza, a due giornate dal termine del campionato il primato per la media spettatori spetta al Milan. Nonostante l’annata sfortunata, per non dire disastrosa, nelle partite casalinghe i rossoneri registrano una media di 71.680 spettatori a gara. Media superiore a quella dei cugini nerazzurri, di 70072.
La medaglia di bronzo spetta alla Roma. Nelle gare casalinghe la squadra di Claudio Ranieri supera i 62mila spettatori. In top 5 anche Napoli e Lazio, rispettivamente con oltre 50mila e quasi 44mila spettatori medi.
Da segnalare un caso particolare. Si tratta del Genoa. Il Grifone ha giocato undici partite in casa. Tuttavia, la sfida casalinga di campionato con la Juventus è stata disputata a porte chiuse. Questo in seguito agli scontri tra i tifosi rossoblù e della Sampdoria in occasione del Derby della Lanterna di Coppa Italia.
Per questo motivo, le partite indicate nella classifica sono solamente 17. Il match con i bianconeri non è stato considerato nella media spettatori e riempimento, dal momento in cui i tifosi non potevano accedere allo stadio
Tasso di riempimento: spunta il Cagliari
Per ovvi motivi la media spettatori è direttamente proporzionale alla capienza degli impianti. Per questo motivo è opportuno andare a quantificare la percentuale di riempimento degli stadi. Si tratta della media degli spettatori in rapporto ai posti disponibili in ogni impianto per le sfide del campionato di Serie A.
Sono nove i club che in questa stagione –ad oggi– hanno riempito i loro impianti per oltre il 90% dei posti a disposizione, con un tasso medio che supera il 92% finora.
Da questo punto di osservazione, il Cagliari è in vetta. La squadra sarda supera, finora, il 97,9%. Seguono il Como con 97,05% e la Juventus con il 96,94%. Tra le altre, giusto citare anche l’Atalanta (intorno al 96,74%) ed il Milan, che tocca quota 94,66%.

La stagione di Stanislav Lobotka, centrocampista del Napoli, potrebbe essere già finita. Conte dovrà rimanere in testa senza il suo regista.
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È arrivato il comunicato del Napoli sulle condizioni di Stanislav Lobotka. Il centrocampista slovacco, come si legge dal bollettino medico diffuso dal club, ha rimediato un trauma contusivo/distorsivo alla caviglia destra nella scorsa gara contro il Genoa. La presenza del regista è fortemente in dubbio per il match del tardini contro il Parma; anche un recupero per l’ultima gara di campionato non appare scontato. Con il rischio quindi che la stagione di Lobotka sia già finita, Antonio Conte affiderà le chiavi del centrocampo della squadra a Billy Gilmour.

Stanislav Lobotka player of Napoli, during the match of the Italian Serie A league between Napoli vs Udinese final result, Napoli 4, Udinese 1, match played at the Diego Armando Maradona stadium.
Il centrocampista scozzese avrà il difficile compito di non far rimpiangere il numero 68 azzurro in questo rush finale. Andando a esaminare la gare affrontate dal Napoli senza Lobotka, gli azzurri hanno patito relativamente poco l’assenza del regista titolare. Nonostante sia stato protagonista di un’ottima stagione sotto la guida di Antonio Conte, il tecnico leccese è riuscito a non far pesare troppo la sua assenza. Fermatosi a fine ottobre per un infortunio alla coscia, Lobotka ha saltato 4 gare di campionato in questa stagione. Di queste 4 partite, il Napoli è uscito vincente in 3 occasioni. L’unica sconfitta senza lo slovacco è lo 0-3 casalingo rimediato contro l‘Atalanta dello scorso 3 novembre.

Il tecnico dell’Inter, seppur con una squadra “d’emergenza”, contro il Torino ha centrato la centesima vittoria -in 150 partite- in Serie A.
Un dato, senza ombra di dubbio, all’insegna della continuità di un progetto (solo 4 allenatori prima di lui avevano raggiunto quel numero di panchine minimo in nerazzurro), complesso per certi versi ma sicuramente tracciato all’insegna della competitività, che lo colloca al secondo posto di questa speciale statistica.

L’ESULTANZA RABBIOSA DI SIMONE INZAGHI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A: allenatori con la miglior media punti
Nel panorama del campionato italiano, alcuni allenatori si sono distinti non solo per la longevità con un determinato club, ma anche per l’efficacia con cui lo hanno guidato. Questo studio va ad analizzare proprio i tecnici con almeno 150 presenze in Serie A. Ad emergere, CT carismatici che hanno lasciato un segno significativo dal punto di vista dei 3 punti prima, e da quello per media punti poi.
Simone Inzaghi, nonostante le fresche 150 partite con i nerazzurri, si colloca medaglia d’argento. Il tecnico di Piacenza vanta una media punti superiore a 2 (solo altri 5 possono dire lo stesso). A fare compagnia al tecnico dell’Inter, Massimiliano Allegri (8 stagioni con la Juventus) con 2.20, che lo porta in testa. A chiudere il podio, un altro allenatore con alle spalle 6 stagioni alla guida nerazzurra: Roberto Mancini. L’ex giocatore di Sampdoria e Lazio vanta una MPP di 2.01.
A poter partecipare al “club dei 2 punti” anche Stefano Pioli (2.01 in 5 stagioni al Milan), Marcello Lippi (8 stagioni con la Juventus) con 2 e Luciano Spalletti. Per l’allenatore toscano 2 punti di media a incontro nelle 7 stagioni con la Roma.
Diversi, e importanti, gli allenatori fuori da questo club. Come, ad esempio: Carlo Ancelotti, Arrigo Sacchi o Giovanni Trapattoni. I due ex allenatori rossoneri vantano le medie di 1.97 il primo e 1.85 il secondo. Per l’ex tecnico del Biscione e della Vecchia Signora va fatto un distinguo.
Il Trap è l’unico, insieme all’attuale tecnico dell’Inter, a comparire in top20 per due volte. Infatti Simone Inzaghi vanta con la Lazio una meda di 1.82 in 6 stagioni. L’86enne di Cusano di Milano invece nelle 13 stagioni bianconere ha ottenuto 1.92 di media, mentre con i nerazzurri l’1.88 in 5.
Gare vinte: the winner is…
Nel computo totale delle gare vinte il tecnico piacentino si prende la 14esima piazza. Per lui 208 vittorie in 347 partite disputate. Un gap molto ampio con le 352 gare vinte da Giovanni Trapattoni, primo della lista. A favore del Trap, però, ci sono 689 gare giocate. Quasi il doppio di quelle di Inzaghi.
Il mister nerazzurro però può ancora guadagnare posizioni in questo finale di serie A. Battendo Lazio e Como, salirebbe a 210 ed eguaglierebbe Claudio Ranieri e Francesco Guidolin con molte gare giocate in meno ovviamente (498 per il giallorosso e 555 per l’ex Palermo).
A prescindere da ogni statistica Simone Inzaghi, nonostante tutto questo, potrebbe non tenersi lo scudetto cucito al petto. Tutto è nelle mani di Antonio Conte. Il tecnico del Napoli ha all’attivo 150 vittorie totali in Serie A. Con altre due arriverebbe a 152, stesso numero di successi di Cesare Prandelli, oggi 21esimo.
Non metterà il naso in top20, ma sicuramente Conte non ci penserà più di tanto. Due menzioni da fare. La prima: Allegri e Nereo Rocco sul podio. Per il toscano 506 match con 302 vittorie. Per il triestino invece 300 gare vinte a fronte di 748 match disputati.
La seconda: Carlo Carletto Mazzone recordman per match da allenatore: 792 con 227 successi.
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