Serie A
Udinese, Lucca: “Voglio la Nazionale, non guardo alla concorrenza”

Udinese, Lorenzo Lucca, attaccante classe 2000, in questa stagione con la maglia bianconera ha collezionato 27 presenze con 11 gol.
Arrivato ad Udine nell’estate 2023 in prestito con diritto di riscatto fissato a 8 milioni di euro dal Pisa, dal suo approdo in squadra si è dimostrato un calciatore fondamentale per il club friulano.
In questa stagione è arrivata la consacrazione del bomber italiano che grazie ai suoi 9 gol in campionato sta trascinando l’Udinese ad una salvezza tranquilla.
Udinese, Lucca punta alla convocazione in nazionale
Il centravanti bianconero ai microfoni di Cronache di Spogliatoio ha parlato dei suoi inizi e del suo obiettivo di vestire la maglia della nazionale maggiore. Ecco le sue parole:
“Da quando ho 10 anni ho sempre pensato di poter arrivare un giorno in Serie A ricevendo tante critiche da parte dei miei compagni che mi dicevano di non darmi troppe speranze e di essere umile. Ma questa convinzione è sempre stata la mia forza e sono contento di questo mio atteggiamento e della mia mentalità.
Il mio prossimo obiettivo è raggiungere la Nazionale maggiore. Non guardo la concorrenza, giocano tutti in grandi squadre, ma ringrazio l’Udinese che mi sta dando tanto”.
Serie A
Atalanta, Gasperini: “Sogno Scudetto svanito già con l’Inter. Sul mio futuro…”

Al termine di Fiorentina-Atalanta, l’allenatore della Dea, Gian Piero Gasperini, è intervenuto in conferenza stampa per commentare il match.
Di seguito un estratto delle parole del tecnico dell’Atalanta, che vede sfumare probabilmente del tutto il sogno Scudetto dopo la sconfitta contro la Fiorentina.
Atalanta, le parole di Gasperini
Cosa è mancato oggi alla squadra?
“È stata una di quelle giornate che possono capitare durante una stagione, soprattutto con il cambio di clima e subito dopo la sosta. Purtroppo va accettata. Poi ci si è messo anche quel gol un po’ fortuito preso alla fine del primo tempo, proprio quando stavamo facendo qualcosa in più. Da lì si è complicata: se ti mancano gamba, energia e ritmo, non riesci a rimetterla in piedi e rischi pure di prenderne un altro”.
Il sogno Scudetto è ormai svanito?
“Sì, direi che era un sogno già complicato, e credo sia svanito con la gara contro l’Inter. Anche se lì avevamo fatto una buona prestazione. Ora ci sono squadre che hanno inanellato risultati importanti e mancano ancora otto partite. Abbiamo comunque un piccolo vantaggio e cinque partite le giocheremo in casa. Subito affronteremo Lazio e Bologna, che saranno fondamentali per la classifica, ma anche le altre si sfideranno tra loro. Dobbiamo arrivare forti a quel momento, perché l’Atalanta è ancora terza nonostante due sconfitte di fila, e questo è un segnale di forza”.
Le critiche nei suoi confronti hanno influito?
“L’importante è che non sia io a parlarne… Non posso controllare tutto. Sul mio futuro sono stato molto chiaro, e comunque non è quello il motivo della sconfitta. Ora dobbiamo solo completare un campionato straordinario: siamo ancora terzi e con sette punti di margine sulla Fiorentina. Ci sono tante squadre lì vicino, ma siamo sempre stati davanti, anche nelle stagioni passate”.
Col senno di poi, rifarebbe la scelta di far partire Retegui e Lookman dall’inizio?
“In partite così non esistono vie di mezzo, e l’Atalanta è questa. Retegui rientrava, ma nel primo tempo è stato tra i più vivaci: farlo arrivare a 90 minuti era rischioso. Venerdì abbiamo deciso che avrebbe giocato, con l’idea di fare un certo tipo di partita che però non siamo riusciti a interpretare. Lookman è tornato solo venerdì, ma è uno che porta vivacità e velocità là davanti. Gli altri cercano di più la palla sui piedi. Poi abbiamo provato con Maldini, Samardzic, Brescianini, Cuadrado… ma davanti è mancata in generale la brillantezza”.
Come valuta l’arbitraggio?
“C’è stato un episodio nel primo tempo, un tocco di mano, ma per il resto mi è sembrata una gara gestita normalmente”.
Quanto stanno pesando gli infortuni?
“Alcuni giocatori li perdiamo da giugno, è stata davvero sfortuna. Koussonou potrebbe rientrare presto, se non per la prossima già per quella prima del Bologna. Però siamo stati in emergenza tutto l’anno, in difesa e in attacco, e la squadra ha sempre retto bene. Oggi però non siamo mai riusciti a tirare in porta, anche se c’erano le condizioni per essere molto più pericolosi”.
Si aspettava qualcosa in più sulle corsie esterne?
“Su quelle zone di campo ci siamo un po’ annullati con gli avversari. In un primo momento sembrava che avessimo noi l’inerzia della partita, poi il gol subito ci ha messo in difficoltà e non siamo più riusciti a trovare energie per reagire. È stata una gara abbastanza semplice da interpretare”.
Serie A
Napoli, De Laurentiis: “Metterei i fondi per lo stadio, ma va valutata la fattibilità”

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha parlato dei progetti del club sotto la sua gestione, e della possibilità di ristrutturare il Maradona.
In casa Napoli le chance di vincere lo Scudetto passeranno anche dalla sfida casalinga di questa sera contro il Milan. Con l’Inter che poco prima ospiterà l’Udinese, i partenopei sono chiamati a vincere se vogliono mantenere il passo dei nerazzurri e allungare sull’Atalanta, uscita sconfitta a Firenze. La squadra di Conte punterà sul supporto del pubblico del Diego Armando Maradona.
Napoli, quale futuro per il Maradona? Le parole di De Laurentiis
Lo stadio di Napoli, da sempre associato al calore e alla passione del popolo partenopeo, avrebbe bisogno di un restyling. Questo almeno è ciò che si augurano i tifosi azzurri e il presidente Aurelio De Laurentiis. Quest’ultimo, in occasione dell’evento Fratelli d’Italia nel capoluogo campano, ha parlato proprio della questione inerente la ristrutturazione del Maradona. Di seguito le sue parole riportate da Tutto Napoli.
I progetti del Napoli sotto la sua gestione
“Quando sono arrivato, in Germania rappresentavano Napoli con un piatto di spaghetti e una pistola. Abbiamo lavorato duramente per restituire alla città il prestigio che merita. Sapevamo che il Comune, a causa della sua situazione debitoria, non avrebbe potuto aiutarci. Solo con l’arrivo di Manfredi la situazione è migliorata e oggi vediamo qualche spiraglio positivo. Non posso chiedere al sindaco investimenti infrastrutturali, perché la città ha altre priorità. Il Napoli ha saputo costruire un progetto vincente, investendo oltre 1 miliardo e 200 milioni per acquistare grandi calciatori. Siamo stati uno dei pochi club in Europa a mantenere i conti in ordine. La gestione dello stadio è un tema cruciale: pur avendolo a disposizione solo nei giorni delle partite, abbiamo dimostrato di saperlo valorizzare. Vorrei che Napoli smettesse di essere matrigna e diventasse finalmente una città più aperta e moderna“.
Sul nuovo centro sportivo
“Da due anni sto cercando un’area per il nuovo centro sportivo, perché tra un anno dovrò lasciare Castel Volturno e a settembre dovrò posare la prima pietra. È fondamentale trovare terreni che consentano ai giovani calciatori di raggiungere il campo facilmente, anche dopo la scuola. Sto cercando circa 20 ettari per costruire 10 campi di calcio, oltre a 7.500 metri quadrati di strutture aggiuntive. Inoltre, il calcio femminile non ha ancora ricevuto lo sviluppo che merita. Alla Meloni chiederei di prestare attenzione al calcio. Esiste una legge che permette di costruire stadi con supporto finanziario per riequilibrare il sistema economico del settore. Le soprintendenze non dovrebbero interferire, perché lo sport non riguarda il loro ambito. Serve un intervento diretto da parte del governo“.
Sullo stadio
“Mi dispiacerebbe dover lasciare il Maradona, stiamo facendo il possibile per restare. Non posso avere 10mila posti auto, ma ci sono le stazioni della metropolitana. Il problema, oltre ai parcheggi, riguarda anche gli spazi commerciali. Vorrei uno stadio da 65mila posti per i tifosi di casa e 3mila per gli ospiti. Bisogna valutare il livello di usura dello stadio Maradona: costruito nel 1959, è stato poi stravolto nel 1990. Il professor Cosenza ci aiuterà a capire cosa sia necessario fare. Ogni intervento strutturale potrebbe creare problemi, come accaduto due anni fa con il crollo sotto la curva. Se volessimo avvicinare gli spalti al campo, dovremmo affrontare lavori che ogni anno ridurrebbero la capienza di 18mila spettatori per settore. Questo, ipotizzando che un intervento per settore possa essere completato in un anno“.
“Il vero problema è un altro… Manfredi ha parlato di riaprire il terzo anello, ma io avevo pensato di realizzare lì dei salottini per aziende e rappresentanze. Chi acquista questi spazi lo fa per motivi di rappresentanza e ospitalità, più che per semplice passione sportiva. I fondi per il Maradona li metterò io, ma la fattibilità dei lavori dipende dalle verifiche in corso. Ho detto ad Abodi: perché fare controlli inutili per capire se Napoli potrà ospitare tre partite di Euro 2032? Dovrebbe stabilire una scadenza: se Napoli non completa il restyling entro il 2029, si scelga un’altra città. Tra un anno non saremo pronti. C’è il problema legato al commerciale come detto sul restyling Maradona. Dove vado a fare il centro commerciale al Centro Direzionale? L’ho chiesto sette mesi fa, mi è stato negato“.
Serie A
Fiorentina-Atalanta 1-0, una Viola gigante abbatte la Dea

Termina 1-0 Fiorentina-Atalanta, big match decisivo per le ambizioni delle due squadre. A deciderla, ancora una volta, un incredibile Moise Kean.
Fiorentina–Atalanta non era una gara come le altre. In palio c’erano punti pesantissimi per due squadre con ambizioni altissime: da un lato la Viola, alla ricerca di continuità per tenere vivo il sogno Champions League; dall’altro la Dea, desiderosa di rimanere agganciata al treno Scudetto dopo la frenata contro l’Inter.
Palladino ha scelto la continuità, confermando modulo e uomini delle ultime uscite, con l’unica novità di Parisi al posto dell’indisponibile Gosens. Gasperini ha risposto affidandosi ai titolarissimi, eccezion fatta per lo squalificato Ederson, sostituito da Pasalic a centrocampo.

Raffaele Palladino ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Fiorentina-Atalanta, dominio viola e lampo di Kean
L’avvio di gara ha subito raccontato quale delle due squadre fosse entrata in campo con il piglio giusto: la Fiorentina ha aggredito la partita con intensità e coraggio, mettendo sotto l’Atalanta. I nerazzurri si sono affacciati pericolosamente al 17’, ma il forcing nerazzurro è durato solo cinque minuti.
Da lì in avanti, è stata solo Viola: manovra fluida, pressione alta e tante giocate in verticale, con un’unica pecca: la precisione negli ultimi metri.
A spezzare l’equilibrio una giocata del solito Kean, che a 30 secondi dalla fine sfrutta un errore in controllo di Hien, ruba il pallone dopo una cavalcata di 50 metri è freddissimo davanti a Carnesecchi e insacca nell’angolino, premiando così l’approccio mentale superiore della sua squadra.

GIAN PIERO GASPERINI RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Una Viola perfetta e una Dea spenta
Nella ripresa Gasperini prova a cambiare volto ai suoi con i cambi, ma la musica non cambia. È sempre la Fiorentina a tenere in mano le redini del gioco e a rendersi più pericolosa, sfiorando il raddoppio in diverse occasioni. La più clamorosa arriva sui piedi di Ranieri, che però spreca a tu per tu con Carnesecchi.
Poco male, perché la difesa viola è impeccabile e non concede nulla a un’Atalanta spenta, senza idee e sopraffatta dallo spirito combattivo dei padroni di casa. La firma è ancora una volta quella di Kean, autentico trascinatore, ma è tutta la squadra a meritare la standing ovation finale.
Una prestazione da incorniciare, che alimenta il sogno Champions, ora distante solo 5 punti. Per la Dea, invece, arriva una sconfitta pesante che, dopo il k.o. con l’Inter, sa tanto di addio allo Scudetto.
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