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Udinese: Maduka Okoye rinnova fino al 2028

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Udinese

Udinese: rinnovo in casa bianconera. Il portiere nigeriano, Maduka Okoye rinnova il suo contratto fino al 2028. Tutti i dettagli dell’accordo coi friulani.

Udinese

Maduka Okoye e l’Udinese vanno avanti insieme.

Il portiere nigeriano ha rinnovato il proprio contratto con la società friulana fino al 2028.

L’estremo difensore classe 99 è diventato un pilastro per i bianconeri.

Per questo, la società ha voluto suggellare il rapporto con il portiere nigeriano con un nuovo prolungamento di contratto.

Udinese, Maduka Okoye rinnova fino al 2028: il comunicato

“Ancora insieme, più di prima. 
Udinese Calcio e Maduka Okoye hanno rinnovato il contratto che vedrà il portiere nigeriano legato al club bianconero fino al 30 giugno 2028.
Un nuovo accordo per una delle certezze della rosa che si lega ulteriormente all’Udinese.
Maduka, arrivato in Friuli nell’estate 2023, si è conquistato nel corso della passata stagione un ruolo da protagonista dimostrando uno standard elevato di prestazioni che l’ha reso uno dei portieri più performanti del campionato.
Il suo rinnovo testimonia la volontà, sua e del Club, di proseguire il percorso insieme con rinnovati entusiasmo ed ambizioni”.

Serie A

Napoli, Hamsik: “Il più bel ricordo? La Coppa Italia contro la Juve”

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Napoli

In un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport, Marek Hamsik ha parlato del suo Napoli tra passato e presente, aprendo le porte a un ritorno in futuro.

Partiamo da De Laurentiis. “È un amico. Abbiamo un ottimo rapporto, sia sul piano personale che professionale. Non gli ho ancora fatto gli auguri per l’anniversario della sua presidenza, ma sa che gli voglio bene. Gli invierò un messaggio”.

Quale aggettivo userebbe per descrivere il Napoli di De Laurentiis? “Un solo aggettivo non sarebbe sufficiente. Penso che De Laurentiis meriti solo ringraziamenti per ciò che ha costruito partendo dal nulla. Ha ripreso il club dal fallimento e l’ha trasformato in una squadra vincente, ottenendo il terzo scudetto dopo Maradona, a distanza di 33 anni. Merita solo applausi”.

Indice

Un viaggio nel passato al Napoli

Lei era in campo quando il Napoli di Reja giocò la sua prima partita in Serie A: Napoli-Cagliari 0-2, 26 agosto 2007. Stranamente, domenica il Napoli giocherà proprio a Cagliari.

“Non ricordo quella sconfitta, per fortuna non ci sono state molte altre così. Speriamo che la prossima partita vada decisamente meglio”.

Aveva 20 anni. Poi è diventato un simbolo.

“Quando sono arrivato, ero davvero un ragazzino. Sono felice che il club e i tifosi abbiano creduto in me quando ancora ero un’incognita, e che il mio nome sia finito accanto a quello del Napoli”.

Qual è l’allenatore a cui deve di più?

“Devo ringraziare Reja per avermi lanciato, ma ho imparato qualcosa da tutti. Tuttavia, con Sarri ho davvero goduto il calcio come mai prima. Fu in quel periodo che conobbi anche Calzona, suo primo collaboratore”.

I compagni: il più indimenticabile e il più forte?

“Il Napoli ha avuto tanti campioni in questo periodo, ma se devo pensare a qualcuno che ispirava tutta la città e lo stadio, scelgo sicuramente il Pocho, Lavezzi. È stato un onore giocare con lui, ci sentiamo ancora spesso. Mi piace ricordare anche Zielinski, uno dei migliori centrocampisti al mondo”.

I tempi dei Tre Tenori erano fantastici: Lavezzi, Hamsik, Cavani. Meglio loro o il tridente di oggi?

“Lascerei decidere ai tifosi. Ma, a pensarci bene, scelgo i Tre Tenori“.

Napoli, Kvaratskhelia

Le parole su Kvaratskhelia

Hamsik-Kvaratskhelia, Marekiaro e Kvara: sarebbe stata una bella coppia. Le piace l’idea di Marekvara?
“Molto. Kvaratskhelia mi ricorda un po’ il Pocho. Credo che ci saremmo divertiti tanto insieme, avrebbe creato molti spazi per i miei inserimenti. Peccato non aver avuto questa opportunità”.

Khvicha ha vinto lo scudetto al primo anno a Napoli, mentre lei ci è andato molto vicino ma non ci è riuscito. Ha qualche rimpianto?

“No, nessun rimpianto. Sono davvero felice che alla fine abbiano compiuto l’impresa. So cosa significa per la città e per i tifosi. E non è detto che non ne vincano altri”.

Un rimpianto, però, ci sarà stato in quasi dodici anni. Qual è stato il momento più brutto?

“Facile: quando abbiamo perso lo scudetto con Sarri. Quel giorno a Firenze è indimenticabile. Anche il secondo anno in Serie A è stato difficile, dopo una prima stagione molto positiva”.

E il momento più bello?

“Tantissimi. Ma forse la finale di Coppa Italia contro la Juventus nel 2012: il primo trofeo dopo più di vent’anni”.

Tornando al presente

Si parlava di Zielinski come suo erede. Ora potrebbe esserlo McTominay? “Sì, potrebbe esserlo. È un centrocampista offensivo che ama inserirsi e segnare, proprio come me. Vediamo, dipenderà dal modulo. Comunque, è un grande nome, lo ha dimostrato sia con lo United che con la sua nazionale. Un’ottima alternativa a Lobotka e Anguissa“.

Lobotka, un altro amico.

Lui è insostituibile in questo Napoli. Ha le chiavi del centrocampo”.

E della Slovacchia, chi ha le chiavi?

“Mi ricorda un po’ il mio Napoli, se penso agli ultimi due anni. Nessuno credeva in Calzona, ma lui ha dimostrato il contrario. Ora siamo primi in Nations League, arriviamo da due buone vittorie e soprattutto da un grande Europeo: la sconfitta con l’Inghilterra agli ottavi brucia ancora, ma siamo tornati con la consapevolezza di aver tenuto testa alla futura finalista”.

Calzona l’avrebbe voluto come collaboratore anche al Napoli.

“Scelsi di restare con la mia famiglia e di occuparmi della mia Academy. Ma l’esperienza in nazionale con lui è fantastica: sto imparando tanto, lo seguo da vicino, è un vero maestro e un esempio. È bravissimo anche nella gestione del gruppo. Sono felice per i suoi successi, ma Francesco non si ferma mai, vuole solo migliorare”.

Ovviamente tifa ancora per il Napoli.

“Certo. Sempre. È parte di me. Ho ancora una casa a due passi dal centro sportivo, lo sanno tutti. Quest’estate sono tornato e ho passato una settimana con gli amici, in relax, senza pensare al calcio”.

Napoli, Conte

Su Conte e il mercato del Napoli

E non le hanno chiesto di Conte?

“Inevitabile. Sono molto contento per la vittoria contro il Parma: una rimonta del genere conta molto. Sarà una spinta importante. La scelta della società di prendere un allenatore con tanta esperienza e successi alle spalle è stata giusta. Tutti sanno come lavora Conte: è la scelta ideale dopo la situazione dello scorso anno. Bisogna ritrovare entusiasmo e grinta, e con lui il percorso sarà più rapido”.

Ha già chiarito le sue strategie: chi parte, chi resta, chi è intoccabile.

“È fondamentale che giocatori come Di Lorenzo, Kvara, Lobotka e Anguissa siano rimasti. Il club ha fatto grandi mosse sul mercato”.

Che voto darebbe al mercato?

“Molto alto. Dispiace per la partenza di Osimhen, ma forse si tratta di questioni che vanno oltre il calcio. Comunque, non mi riguarda. E poi è arrivato un sostituto all’altezza”.

Romelu Lukaku, un grande centravanti.

“Lukaku è uno che può tranquillamente segnare 20 gol a stagione”.

Pensa che il Napoli di Conte possa essere un’alternativa all’Inter o addirittura vincere il campionato?

“Sì, ma bisogna dargli il tempo di lavorare. La squadra è cambiata molto, il percorso è appena iniziato”.

Su un ipotetico futuro al Napoli

“L’ultima volta che ho parlato con De Laurentiis, prima di Napoli-Barcellona in Champions, mi ha detto che quando mi sentirò pronto, le porte del club saranno sempre aperte”.

Dirigente o allenatore?

“Mi vedo più come allenatore, ho iniziato questo percorso con i ragazzi appena ho smesso. Ma per diventare allenatore del Napoli ci vorrà ancora tempo”.

Venti nel destino. Christian e Lucas, i suoi figli aspiranti calciatori nati a Castel Volturno, ora hanno 14 e 12 anni.

“I ragazzi giocano entrambi nella mia Academy e sono bravi. Christian lo alleno io direttamente: penso che tra un paio d’anni sarà pronto per un’esperienza all’estero”.

Lo ha già proposto al Napoli?

“Non ancora, ma sarebbe bello vedere un altro Hamsik con la maglia azzurra. Sì, mi piacerebbe davvero”.

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Serie A

Roma, l’incoraggiamento di Totti: “Ho fiducia in Daniele”

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Roma, De Rossi

Intervistato da Il Messaggero, Francesco Totti parla di molte tematiche afferenti la Roma. Fra queste, vi è anche un commento su Daniele De Rossi

Sulle pagine dell’edizione odierna de il Messaggero, Francesco Totti parla della Roma. Lo fa affrontando numerose tematiche, fra cui  l’operato di Daniele De Rossi come allenatore dei giallorossi.

Roma, Totti: “Ho fiducia in Daniele”

Totti spiega le sue opinioni partendo da un certezza personale: “Senza la qualificazione alla Champions League nella prossima stagione, De Rossi salta”. La Roma non vede la UEFA Champions League dal 2018-2019, quando chiuse il proprio cammino europeo agli ottavi di finale, venendo eliminata dal Porto.

Da allora, la Roma ha agguantato una UEFA Europa Conference League ed una finale di UEFA Europa League, persa contro il Siviglia. Non è bastato nemmeno l’arrivo di un allenatore del calibro di José Mourinho per ripotare i giallorossi nella massima competizione europea, palcoscenico che non viene calcato da troppo tempo.

Roma, De Rossi

LA CONCENTRAZIONE DI DANIELE DE ROSSI IN EUROPA LEAGUE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Totti, figura leggendaria della Roma, critica anche il calciomercato. Secondo l’ex capitano, sono stati spesi troppi soldi nell’ultima sessione. Ciò nonostante, Totti ha fiducia in De Rossi: “Il mio consiglio è farsi rispettare e parlare con il suo staff e le persone che gli sono vicine.

Daniele ha un gruppo di lavoro valido, mi auguro che riesca a far bene perché conosce la piazza, l’ambiente e la società. Se le cose non dovessero andare bene però la colpa ricadrebbe su di lui: è quello che è accaduto a Mourinho. Il passato in questi casi non conta, guardate cos’è accaduto a me”.

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Serie A

Alessio: “Conte tornerà al 3-5-2”

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Napoli, De Laurentiis e Conte

Il collaboratore di Conte ai tempi del Siena si è sbilanciato sulle possibili modifiche tattiche dopo il mercato. Leggi con noi le parole di Alessio.

Il collaboratore di Conte al Siena, alla Juventus e in Nazionale, ha anticipato alcuni possibili accorgimenti tattici dopo gli ultimi acquisti. Secondo Alessio il tecnico leccese tornerà al 3-5-2, con l’inserimento di McTominay.

Napoli, Antonio, Conte

Le parole su Conte

Il modulo del Napoli.

“Dopo gli ultimi colpi di mercato del Napoli mi aspetto un cambio di modulo, credo che Antonio stia pensando al 3-5-2, anche se i principi rimangono gli stessi del 3-4-2-1, credo che con McTominay possa passare tranquillamente a questa soluzione inserendo un centrocampista in più. Rimanendo fermo sui principi del vecchio modulo si andrebbe ad intervenire poco. Prendendo Gilmour e McTominay credo che uno dei due sarà comunque inserito nei titolari”.

La difesa.

Antonio andrà avanti con la difesa a tre, a mio avviso non credo che cambierà in un futuro prossimo mettendosi a 4. Poi durante la partita vedremo tanti cambiamenti. Dopo due mesi di lavoro insieme le conoscenze i calciatori le avranno ampiamente acquisite. In futuro qualcosa cambierà“.

Il cambio di atteggiamento.

“A Verona Conte ha fatto capire nella conferenza stampa cosa voleva e subito dopo De Laurentiis lo ha accontentato sul mercato. Da quella partita in poi abbiamo visto un Napoli molto più solido. La squadra si è ritrovata sia contro il Bologna che contro il Parma. Il gruppo è solido e questa cosa salta all’occhio”.

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