Serie A
Udinese, Runjaic: “Sanchez sta bene, Bravo può migliorare. Sull’Europa…”
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Il tecnico dell’Udinese, Kosta Runjaic, ha parlato a margine della partita che ha visto i suoi sconfiggere a domicilio la Fiorentina.
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Kosta Runjaic fa il pompiere, ma la sua Udinese ha vinto una partita dal peso specifico incalcolabile. La squadra friulana, che l’anno scorso si è salvata all’ultima giornata fra mille sofferenze, con la vittoria sul campo della Fiorentina si è portata (seppur con una partita in più) a cinque punti dalla zona Europa.
Udinese, le parole di Runjaic
Di seguito le parole di Runjaic nel post-partita.
Europa
“Prossima domanda, prossima domanda… Ci sono tante belle città in Europa“.
Lucca
“E’ importante segnare. Certo, Lucca ha fatto davvero un bel gol“.
Sanchez
“Ora ha alcuni minuti nelle gambe, ma quella di oggi non era la gara adatta per metterlo ancor più in condizione: ssoprattutto nei minuti finali era una gara molto dura. Si sta allenando bene, non è ancora al 100% ma è possibile che nei prossimi match possa avere dei minuti e tornare molto utile“.
Iker Bravo
“E’ un bravo ragazzo, ha grande energia. Può alzare ancora di più il suo livello e noi ci contiamo perché abbiamo davvero grande fiducia in lui“.
Il tecnico ha poi parlato anche nella consueta conferenza stampa del post-partita.
Vittoria
“E’ stata una vittoria molto importante, in una gara molto difficile: sono stati tre punti pesantissimi. Penso che poche persone al termine del primo tempo avrebbero pensato a una nostra rimonta. Ci siamo fatti un grande regalo oggi: per noi, per il club e per i tifosi. Sono molto felice. Adesso dobbiamo guardare al prossimo match e chiudere al meglio in casa. Cercheremo di vincere e di migliorare nel complesso l’annata”.
Momento
“Alcune cose non si possono spiegare. Io penso che nel primo tempo abbiamo giocato sotto tono rispetto a quanto ci aspettavamo. Dal mio punto di vista, per me è uguale giocare in casa o fuori. Noi dobbiamo focalizzarci su di noi e sul nostro livello di performance”.
Intervallo
“Sono cose che restano negli spogliatoi. Sono stati minuti emozionanti, ma alla fine la squadra ha fatto quello che avevo chiesto”.
Thauvin
“Lui lavora duro e come capitano ha grandi responsabilità. Ha iniziato alla grande, ma ora sta sempre meglio. E’ un grande giocatore e un grande uomo, che capisce bene il calcio“.

LORENZO LUCCA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A
Atalanta, De Ketelaere, cento giorni senza gol. Ora serve la scossa
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02/04/2025
Charles De Ketelaere a secco da troppo tempo: l’Atalanta aspetta la sua scintilla per il rush finale. Obiettivo: blindare la Champions
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L’ultimo gol risale al 22 dicembre contro l’Empoli. Da allora, Charles De Ketelaere ha perso lo smalto che lo aveva reso il simbolo della nuova Atalanta di Gasperini. L’attaccante belga, che fino a pochi mesi fa sembrava trascinare da solo la Dea, ora si ritrova impantanato in un momento difficile, sia a livello mentale che tecnico. E con la volata Champions ormai entrata nella fase decisiva, il suo risveglio diventa indispensabile per l’Atalanta.

Esultanza Atalanta con Charles De Ketelaere ( foto KEYPRESS )
Dall’exploit all’ombra: cosa è successo a De Ketelaere?
La stagione di De Ketelaere era partita nel migliore dei modi: dopo la difficile esperienza al Milan, il belga aveva trovato nuova linfa a Bergamo, dimostrando talento, incisività e continuità. Sembrava la sua consacrazione definitiva, fino a quando, a metà febbraio, qualcosa si è inceppato. Il doppio confronto con il Bruges – la squadra che lo ha lanciato – avrebbe dovuto essere la sua vetrina, ma è stato invece l’inizio di un blackout preoccupante.
Da quel momento, prestazioni opache, poca incisività e, soprattutto, nessun gol. Eppure, la voglia di invertire la rotta c’è: lo dimostra la rabbia dopo l’occasione sfiorata contro la Fiorentina, quando un tiro a fil di palo lo ha lasciato con un misto di frustrazione e consapevolezza. Gasperini continua a dargli fiducia, aspettando il suo ritorno ai livelli di inizio stagione.
Atalanta, otto partite per cambiare il destino
Il tempo stringe e De Ketelaere deve ritrovare il suo istinto sotto porta. Lo scorso anno, nelle ultime otto partite, riuscì a mettere a segno quattro reti decisive. Ora serve una reazione simile per guidare l’Atalanta nella corsa alla Champions. La squadra ha bisogno delle sue giocate, del suo talento e della sua personalità. Il momento di rialzarsi è adesso.
Serie A
Divieto di trasferta in Empoli-Cagliari: il club sardo non ci sta
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02/04/2025
Il Cagliari ha contestato apertamente la decisione dell’Empoli di vietare la trasferta per la gara del 6 aprile. Si è espresso anche il presidente Giulini.
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Domenica 6 aprile il Cagliari farà visita all’Empoli in un delicato scontro salvezza. I toscani, reduci dallo 0-3 interno contro il Bologna nella semifinale d’andata di Coppa Italia, non vincono dall’8 dicembre (4-1 in trasferta con l’Hellas Verona). Dopo 5 gare a secco i sardi sono invece tornati successo nel 3-0 casalingo sul Monza: se dovessero ripetersi domenica, archivierebbero quasi la pratica salvezza, poiché allungherebbero a +9 proprio sull’Empoli terzultimo.
Dal comunicato al tweet di Giulini: il Cagliari contesta il divieto di trasferta ad Empoli
Arrivano aggiornamenti sulla sfida del Castellani. L’Empoli ha vietato la trasferta ai tifosi cagliaritani residenti in Sardegna. Il Cagliari ha espresso la sua posizione tramite un comunicato: “Apprendiamo con sorpresa che l’Empoli F.C. ha avviato la vendita dei tagliandi per la partita Empoli-Cagliari, prevista per domenica 6 aprile presso lo stadio “Carlo Castellani”, escludendo dalla possibilità di acquisto tutti i residenti nella regione Sardegna, anche se in possesso della tessera di fidelizzazione del Cagliari Calcio “Passione Casteddu”. Ad oggi il Cagliari Calcio non è a conoscenza di alcun provvedimento ufficiale che confermi questo divieto“.
“In attesa di un provvedimento da parte delle autorità, auspichiamo vivamente che le istituzioni preposte considerino attentamente le ben note difficoltà legate all’insularità, che già rendono complessi gli spostamenti della tifoseria rossoblù. È importante evidenziare come numerosi sostenitori abbiano già sostenuto significativi costi economici, acquistando per tempo voli aerei o biglietti dei traghetti per raggiungere la Toscana e seguire la squadra del cuore. Ci auguriamo pertanto che venga assicurata ai nostri sostenitori la possibilità di esercitare liberamente il proprio diritto a seguire la squadra in trasferta“.
“Il Cagliari Calcio ha sempre collaborato attivamente con le autorità competenti per garantire la massima sicurezza negli stadi e continuerà a farlo. Tuttavia, esprimiamo forti perplessità per eventuali decisioni che continuino a penalizzare in modo indiscriminato e ingiustificato un popolo intero, tradizionalmente leale e ospitale, che intende vivere l’evento sportivo nel rispetto delle regole e dello spirito sportivo“.
“Confidiamo pertanto in un intervento equo delle istituzioni, affinché si eviti una discriminazione territoriale e si garantisca la piena tutela dei diritti della tifoseria rossoblù. Ricordiamo che in caso di provvedimento di divieto di trasferta i nostri tifosi potranno presentare ricorso al TAR per la revoca dell’ordinanza – come avvenuto con successo recentemente da parte dei tifosi della Fiorentina per la trasferta a Monza – oppure chiedere il risarcimento dei danni derivanti dai costi già sostenuti per acquistare biglietti di trasporto“.
Anche il presidente dei sardi Tommaso Giulini non le ha mandate a dire al club toscano: “Tuttora vergognosamente in attesa di un provvedimento ufficiale. Fra 4 giorni si gioca. In tanti si sono già organizzati per partire, saranno costretti a rimanere fuori dallo stadio e protestare? Rispetto per la Sardegna” si legge nel tweet che ha pubblicato in mattinata sul suo account X.
Serie A
Genoa, Masini: “Il primo gol in A un’emozione. Gilardino o Vieira? Devo molto a entrambi”
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02/04/2025
Il centrocampista del Genoa Patrizio Masini ha raccontato le emozioni del primo gol in Serie A e ha parlato del rapporto con Alberto Gilardino e Patrick Vieira.
Uno dei giocatori rivelazione del Genoa, che viaggia verso una salvezza tranquilla, è Patrizio Masini. Centrocampista classe 2001, ha debuttato in prima squadra il 19 ottobre contro il Bologna, mentre il 17 gennaio ha esordito da titolare con tanto di gol all’Olimpico con la Roma. Da quella sera non è praticamente più uscito dalle rotazioni del tecnico Patrick Vieira.
Genoa, Masini si racconta: dall’esordio in Serie A al rapporto con gli allenatori
Altro prodotto del settore giovanile del Genoa, Masini ha concesso una lunga intervista ai microfoni di Tuttomercatoweb, nella quale ha parlato della sua gavetta, dell’esordio e la prima rete in Serie A e si è soffermato su Gilardino e Vieira, rispettivamente ex e attuale allenatore del Grifone. Di seguito le parole del centrocampista rossoblù.
Giocare nei grandi stadi italiani è una forte emozione: Olimpico, San Siro, Stadium…
“Tre stadi uno più importante dell’altro. Forse l’emozione più grande è stata all’Olimpico perchè è stata la prima da titolare e il primo mio gol in Serie A. Però nel riscaldamento quello dove ho avuto più emozione è stato San Siro e invece allo Stadium c’era un frastuono continuo perché la modernità dello stadio, secondo me, fa molto. Sono molto contento di quello che sta succedendo“.
Il percorso nel settore giovanile del Genoa
“Io giocavo nelle Pianazze, la squadra del mio quartiere. In quel periodo lì lo Spezia non stava attraversando un ottimo momento, quindi non aveva un grosso bacino. Mi avevano osservato Genoa e Fiorentina. Tramite mia madre, che ha i parenti qui, abbiamo optato per Genova. Sono arrivato qua a 10 anni e ho fatto tutta la trafila dalla scuola calcio al settore giovanile passando anche per i vari prestiti. Sognavo la prima squadra ma era un obiettivo molto difficile da realizzare nella mia testa“.
L’importanza della gavetta dalla Serie C alla Serie A
“Fondamentale, perché non ero assolutamente pronto per fare il grande salto, come magari altri ragazzi che ci sono qua adesso. Forse l’unico rimpianto è stato fare un anno in più di C. Speravo già in una Serie B ma non si è concretizzata, anche se a Novara è stata un’ottima esperienza formativa“.

STEPHAN EL SHAARAWY IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
L’esordio in A contro il Bologna
“Lì per lì non pensavo a niente perché ci capivo poco. Era un momento che aspettavo dall’inizio dell’anno, anche perché al ritiro non era certo che restassi, ma poi alla fine ringrazio la società e il mister che hanno deciso di tenermi. E lì è iniziato il mio percorso ma anche il raggiungimento di quello per cui avevo lavorato negli anni precedenti“.
Il primo gol in A contro la Roma
“Non ho più capito nulla, mi è andato in pappa il cervello, penso che dall’esultanza si sia visto. Non avrei mai pensato ad una cosa del genere. I miei genitori scherzando mi avevano detto ‘Pensa se fai gol’. E’ stato tutto improvviso, anche la situazione è stata senza spiegazione“.
Su Gilardino, che lo ha fatto debuttare
“Molto importante, anche perché è stato lui a decidere di tenermi. Con lui feci tre presenze, poi con mister Vieira è cambiato tutto. A lui devo tutto ma anche a Gilardino, senza di lui non sarei qui“.
Su Vieira
“Ha portato serenità ma anche tante idee. Siamo compatti dal punto di vista difensivo con un’aggressione alta. A me personalmente sta continuando a darmi tanta fiducia che forse nemmeno io mi sarei dato. Mi sta facendo crescere come giocatore e come persona“.
Vieira punta molto sui giovani
“Io, Venturino, Ekhator, ma anche in settimana quando arrivano i Primavera, li tiene tanto in considerazione e dà loro tanti consigli. Io che ci sono passato all’epoca penso che sia una cosa molto importante che da ragazzo apprezzi“.
I compagni di reparto in mezzo al campo
“Fin dal ritiro ho detto che i miei punti di riferimento erano Badelj e Frendrup. Mi ispiro molto a Frendrup, Badelj poi ha la carriera che parla per lui. Anche a tavola siamo spesso vicino e parliamo spesso. Poi ci sono Malinovskyi, Thorsby. La forza di questa squadra è il gruppo. In campo e fuori siamo molto uniti“.
Cosa rappresenta per un ligure giocare nel Genoa
“Sono molto fiero e orgoglioso di essere ligure. Magari da fuori ci vedono come burberi ma dentro abbiamo qualcosa di fastidioso. Quando ci apriamo possiamo dare delle soddisfazioni. Io sono contento anche che il Genoa lavori tanto sul settore giovanile, perché quando nasci qua hai dei valori che quando arrivi in prima squadra possono fare la differenza. Io a La Spezia conosco Candela e Maggiore. E’ una città piccola ma della mia generazione ci sono tanti giocatori in giro per l’Italia“.
La squadra se la gioca con tutti: è mancata un po’ di fortuna?
“Non credo tanto alla fortuna. Se tante partite le abbiamo giocato bene ma poi abbiamo perso è una questione di dettagli. Dobbiamo lavorarci su, il prossimo step sarà questo. Lavoriamo bene in settimana, in partita non stiamo facendo male e arrivare a questi risultati devono essere la conseguenza del lavoro“.
La prossima in casa contro l’Udinese
“Non sarà facile. L’Udinese ha delle grosse qualità ma il nostro obiettivo, come dice il mister, è fare la miglior partita ogni domenica e guardare gara per gara. Poi i conti si faranno alla fine“.
“Questa è Genova. Quest’anno, come gli ultimi due, le cose stanno andando bene e questa cosa viene magari esaltata. Ma è una qualità di questa società avere un pubblico incredibile. Avere una gradinata così non so in quante società ce l’abbiano in Serie A. Ma non solo la Nord, anche la Zena e i Distinti. Ho girato un po’ di stadi e forse Roma è simile come atmosfera ma l’Olimpico è grande. A Genova invece risalta ancora di più e questo deve essere il nostro punto di forza nelle partite in casa“.
“Dobbiamo fare questo step in più. Incontriamo tante squadre della parte sinistra della classifica, saranno partite difficili perché hanno rose, sulla carta, più forti di noi. Dobbiamo crescere e riuscire a strappare qualche punto anche a loro. Perché ho il numero 73? Mia mamma e mio papà sono nati nel ’73. Quindi è stato facile“.
“E’ una soddisfazione unica. Io ho rimasi molto male all’epoca perché non siamo riusciti a vincerlo. Se lo sono meritato, è un’emozione unica che si porteranno dietro per tutta la vita“.
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