Florian Thauvin, capitano e leader assoluto dell’Udinese, rivela a Sportweek il suo più grande sogno: quello di giocare con il Milan.
Grande protagonista dell‘Udinese e di questo avvio di stagione: per lui già tre reti prima di fermarsi per un problema fisico.
L’attaccante francese Florian Thauvin, durante l’intervista di Sportweek, ha dichiarato il suo sogno di giocare con i rossoneri. Ricordiamoci, infatti, che il suo contratto scade a giugno.
Dichiara – “Dopo otto anni al Marsiglia ero mentalmente stanco. Avevo bisogno di staccare, fare qualcosa di diverso. L’OM mi aveva proposto altri cinque anni di contratto, e poi mi aveva chiamato il Lione,avevo parlato con Giuntoli, che era al Napoli, con Maldini, che mi voleva al Milan, la squadra che sarebbe stato, ed è ancora, il mio sogno. Pure l’Atletico Madrid mi voleva. Ma dopo il Covid tutti i club erano in una situazione economica difficile, mentre dal Messico mi era arrivata un’offerta veramente importante. Sentivo anche il bisogno di stare più vicino alla famiglia, mio figlio Alessio aveva appena 1 anno”.
Messico, ai TIGRES – “L’errore più grande della mia vita: sono un atleta di grande livello, il ritmo della mia giornata è dettato dal calcio, e il livello del calcio messicano non mi dava la possibilità di mantenere certi standard. Per questo ho detto subito sì all’Udinese. All’inizio è stato difficile perché non sentivo la fiducia dell’allenatore, ma ho lavorato tanto per dimostrare che sono un giocatore forte e che nel calcio c’è futuro per me”.
Scadenza 2025 – “A giugno scade il mio contratto con l’Udinese. Qui sto bene, davvero, ma ho sempre detto che un giocatore di alto livello ambisce a giocare al livello più alto. Non so come andrà, ma di sicuro io mi sento un giocatore da top club. La fascia di capitano è per me un’esperienza nuova. Mi piace la relazione coi compagni. Prima di ogni partita parlo alla squadra, però preferisco i colloqui ‘uomo a uomo'”.
Problema alla schiena a 15 Anni – “Era come se mi si fosse staccato qualcosa qui dietro (si tocca dietro alla spalle). Il dottore mi disse che non avrei più potuto giocare. Piansi molto. Poi decisi di non arrendermi. Vidi un altro medico, un altro e un altro ancora, finché non trovai quello che mi annunciò che avrei potuto continuare, a patto che portassi un busto per 6 mesi ed eseguissi determinati esercizi. Per quel busto i compagni hanno riso di me, perché quando sei giovane non sei intelligente, ma ne sono uscito più forte”.
Aggiornato al 13/10/2024 12:37
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