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Venezia, UFFICIALE: arriva Duncan “Tifosi, sosteneteci!”

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Alfred Duncan si presenta alla sua nuova squadra, il Venezia. Il centrocampista ghanese, ex Fiorentina, ha parlato mediante il sito internet della squadra veneta.

Alfred Duncan si presenta al Venezia. Dopo essersi separato dalla Fiorentina, il centrocampista ghanese ha firmato con il club veneto: accordandosi per un biennale con opzione per il prolungamento di un anno. Il ghanese si è presentato parlando al sito internet della società. Duncan ha così spiegato: “Ho scelto di venire al Venezia per il progetto che mi è stato presentato dalla società e dal mister e sono veramente orgoglioso di farne parte”.

Venezia, arriva Alfred Duncan: l’ufficialità

“Il Venezia FC comunica il tesseramento del centrocampista ghanese Alfred Duncan, che ha firmato un accordo fino al termine della stagione 2025/26 con opzione di rinnovo.

Duncan, 31 anni, è cresciuto nel Settore Giovanile dell’Inter ed ha successivamente indossato le maglie del Livorno, della Sampdoria, del Sassuolo, del Cagliari e della Fiorentina collezionando ben 304 presenze con 14 gol e 17 assist in Serie A.

A livello internazionale, il nuovo centrocampista arancioneroverde ha totalizzato otto presenze in Conference League e cinque presenze tra Qualificazioni e Fase Finale di Europa League.

Duncan ha inoltre indossato per 10 volte la maglia della Nazionale maggiore del Ghana.

Benvenuto, Alfred”.

Venezia

Duncan: “Orgoglioso di far parte di questo progetto”

Duncan ha poi proseguito dicendo: “Negli anni passati ho avuto la dimostrazione di come non sia mai facile giocare al Penzo per l’energia che sanno trasmettere i tifosi. Proprio per questo dico a tutti loro di sostenerci sempre perché daremo il massimo per arrivare all’obiettivo”.

Duncan arriva al Venezia di Eusebio di Francesco dopo 123 presenze in maglia viola, accompagnate da 7 reti. Duncan porterà senz’altro un quantitativo molto importante d’esperienza. Quest’ultima sarà cruciale per l’obiettivo dei veneti, che sarà appunto la salvezza. Duncan arriva in Veneto a parametro zero, aggiungendo qualità e fisicità al centrocampo a disposizione del mister ex Frosinone.

Per entrambi la missione sarà mantenere la categoria, obiettivo minimo richiesto dalla dirigenza. Sia per Di Francesco, chiamato a migliorare gli insuccessi degli ultimi anni, che appunto per il ghanese, chiamato a diventare un punto di riferimento in una squadra giovane e che potrebbe peccare d’esperienza: rischiando di ritornare subito in Serie B.

Serie A

Inter, Sommer: “Non ci poniamo limiti: vogliamo vincere tutto”

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Sommer

In un’ intervista rilasciata alla Gazzetta, il portiere dell’Inter, Yann Sommer, ha toccato vari argomenti, parlando anche del difficile avvio di quest’anno.

Di seguito un estratto delle dichiarazioni del portiere svizzero dell’Inter alla Gazzetta dello Sport.

Inter, le parole di Sommer

Riguardo il successo della scorsa stagione, Sommer ha risposto: “La chiave della nostra vittoria è stata la forza del collettivo e la qualità, sia a livello di gruppo che individuale. C’era un perfetto equilibrio tra attacco e difesa. Difendevamo il nostro vantaggio come se ci fossero i nostri figli dietro la porta.

Eravamo costanti quasi alla perfezione, il nostro livello non calava mai. Ora siamo i campioni in carica, e tutti vogliono batterci. Questo fa una grande differenza. La squadra è rimasta per lo più la stessa, ma credo sia normale partire un po’ più piano dopo una stagione così intensa. Però siamo lì, a ridosso della prima”.

Quando gli viene chiesto della lotta scudetto, il portiere rimane cauto: “Mi aspetto una stagione molto difficile e combattuta. Ma anche l’anno scorso, prima di prendere il volo, eravamo secondi. Abbiamo già visto quanto sono forti Juventus e Napoli, ma abbiamo anche perso il derby, quindi attenzione anche al Milan. Quando si dice che ogni partita in Italia è dura, non è solo un modo di dire, è la verità. 

Sulla difficoltà di vincere di nuovo il campionato: “Tutto sta nella testa. Se vinci, sei felice e un po’ più rilassato, fai meno di quanto facevi prima, e a questi livelli non puoi permetterlo. Inzaghi ci fa lavorare duramente per evitare proprio questo rilassamento inconscio, e fa bene: dobbiamo fare di più rispetto all’anno scorso perché abbiamo avversari molto agguerriti che vogliono superarci. Per rivincere serve il 100%, nulla di meno”.

Riguardo i problemi difensivi di inizio stagione, Sommer ha una spiegazione precisa: “La risposta è semplice, e si riassume in una parola che ho imparato molto bene in Italia: preventiva. Non facciamo abbastanza bene le preventive in molte situazioni. Questo è un punto chiave. L’anno scorso avevamo ottime preventive quando avevamo il possesso della palla, eravamo sempre compatti e ordinati, e questo rendeva difficile superarci. 

Questo è ciò che dobbiamo ritrovare per tornare ai nostri livelli: abbiamo tanta qualità, e i gol li troveremo sempre, ma tutta la squadra deve difendere meglio, essere più compatta e ben posizionata quando si perde palla”.

Sull’alta età media della difesa: “Non è un problema. Basta vedere come giocano Mkhitaryan e Calhanoglu, così come i difensori, da Acerbi e Darmian fino a me. Siamo tutti al top, molto professionali. È normale essere un po’ sotto tono a volte, ma non è colpa dell’età”.

Scudetto o Champions? Sommer ha le idee chiare: “Non ci poniamo limiti. Il calendario è fitto, ma il nostro obiettivo è raggiungere il massimo in tutte le competizioni. In queste otto partite di Champions dobbiamo dare tutto. Il nostro livello è superiore agli ottavi dell’anno scorso: possiamo andare oltre, mantenendo lo stesso standard in campionato. Non dobbiamo precluderci nulla”.

Alla domanda sul suo futuro, Sommer è più riservato: “Il mio contratto scade nel 2026. Non so dove sarò, non ci ho ancora pensato, ma qui a Milano sono felice e ho grandi sfide da affrontare. Al momento non mi vedo altrove, tutte le mie energie sono concentrate sull’Inter”.

INTER

JOSEP MARTINEZ ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Su Martinez: “Abbiamo un ottimo rapporto. È stato in Germania, al Lipsia, qualche anno fa, ma non ha imparato il tedesco. È un ragazzo bravissimo e un portiere dal grande potenziale. È completamente diverso da me, più alto e più robusto: è un bene per l’Inter avere opzioni così diverse anche nel nostro ruolo”.

Quando gli chiedono se il suo gioco sia migliorato da quando è in Italia, Sommer non ha dubbi: “Sono cresciuto molto nella costruzione, grazie ai nostri preparatori che sono davvero eccellenti. Lavoriamo su dettagli che fanno la differenza, come la posizione e la copertura della porta. Mi dimostrano che si può sempre crescere, anche alla mia età e nel mio ruolo”. 

E riguardo al suo modello, Sommer non ha dubbi:Buffon è stato il mio riferimento italiano. Non era solo un portiere, ma un atleta completo: carattere, velocità, carisma. Ho sempre amato guardarlo e trarne ispirazione”. 

Quando gli viene chiesto se si sente sottovalutato, Sommer riflette: “Forse sì. Ma non ha senso concentrarsi su questo, perché non posso cambiare ciò che pensano gli altri. Preferisco focalizzarmi su quello che posso controllare: le mie prestazioni e il mio livello. Essere candidato al premio Yashin mi dà grande soddisfazione e mi fa capire che ho fatto bene”.

Infine, il ritorno in Svizzera per la Champions: “È sempre bello tornare a casa, non capita spesso. Lo Young Boys sta attraversando un momento difficile perché ha perso dei punti, ma è una squadra interessante. Inoltre, giochiamo su un campo artificiale, ed è davvero un altro mondo. Dovremo essere ben preparati.

Sommer conclude parlando del suo allenatore:Inzaghi ha una grande mentalità vincente, e questo fa la differenza. Fa tutto ciò che serve per vincere: preparazione, riunioni sugli avversari, e quando percepisce che non c’è il giusto spirito durante gli allenamenti, interviene e ci sprona. Dobbiamo sempre lavorare al massimo, stimolandoci a vicenda. Amo lavorare con lui”.

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Serie A

Fiorentina, mai sola: i tifosi viola ci credono

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Fiorentina

La Fiorentina alla ripresa dell’attività, dopo la sosta per le nazionali, è attesa da due trasferte: il punto sui tifosi al seguito.

Domenica pomeriggio alle 15 la Fiorentina scenderà in campo al Via del Mare di Lecce e poi il giovedì seguente sarà protagonista nella seconda gara di Conference League a San Gallo in Svizzera.

I tifosi viola come spesso succede hanno risposto presente. La vittoria contro il Milan ha riportato anche entusiasmo e interesse per la formazione di Palladino, nella speranza che nelle prossime gare sia trovata continuità di gioco e risultati.

A Lecce ci saranno circa 600 tifosi, pronti a viaggiare per la maggior parte con mezzi propri in questa lunga trasferta.

In Svizzera invece c’è già il sold out: saranno 1100 i cuori viola al seguito nella bella cittadina oltralpe di San Gallo.

 

 

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Serie A

Cambiaso: “La Juventus è il mio Real. Devo ringraziare Allegri”

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Legrottaglie

In un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport, Andrea Cambiaso ha affrontato diversi temi, parlando anche del proprio futuro alla Juventus.

Di seguito un estratto delle dichiarazioni dell’esterno della Juventus al Corriere dello Sport.

Juventus, le parole di Andrea Cambiaso

Su cosa significhi per lui la Juventus, Cambiaso ha risposto: “È la storia del calcio italiano, una seconda famiglia e un traguardo importantissimo nella mia carriera”.

Quanto alle voci sul Real Madrid: “Il solo fatto di essere stato accostato a un club come il Real Madrid mi sembra incredibile, più grande di me. Sono fiero dell’interesse che potrei suscitare, è gratificante e motivante sapere che qualcuno ti apprezza, però non ho ricevuto proposte concrete. In ogni caso, la Juventus è il mio Real Madrid“.

Sulla possibilità di chiudere la carriera a Torino: “Ho rinnovato fino al 2029 e vorrei restare il più a lungo possibile”.

Riguardo le ambizioni scudetto dei bianconeri, l’esterno non si tira indietro: “Siamo una squadra da vertice e la Juventus deve sempre puntare a vincere. L’Inter è la favorita e tra due settimane ci sarà lo scontro diretto. Prima, però, abbiamo due sfide molto difficili contro Lazio e Stoccarda“.

A proposito della Lazio: “È una squadra insidiosa, con grande dinamismo e tanto entusiasmo, fa paura. Non verranno a Torino per difendersi”.

Parlando di Fagioli e Pogba: “Aiutarli non è facile, non sempre basta una parola giusta. Alcuni demoni li comprendi solo se li vivi personalmente. Noi compagni e amici non possiamo pretendere di essere anche psicologi o medici, perché non abbiamo le competenze per risolvere certi problemi”.

Sul fantacalcio: “Quest’anno ho fatto follie per prendere Vlahovic. Segnerà almeno 20 gol, ne sono sicuro. Voglio aiutarlo. Poi ho speso il 10% del budget per acquistare me stesso. Il resto l’ho investito su Dusan e su Di Gregorio, perché fin dai primi allenamenti con Thiago ho capito che avremmo subito pochissimi gol”.

Parlando dei nuovi acquisti: “Li adoro. Koopmeiners è una macchina: sa cosa vuole e come ottenerlo. Thuram è un giocherellone. Di Gregorio sembra un duro ma in realtà è buono come il pane. Cabal è un po’ introverso, ma ha un grande potenziale. Douglas Luiz è pura genialità, è incredibile come gestisce il pallone e presto se ne accorgeranno anche i critici. Adzic è un diamante grezzo: ha 18 anni ed è appena arrivato dal Montenegro, ma sembra che sia qui da sempre. Kalulu è un soldato: non sbaglia mai. Nico Gonzalez è uno di quegli argentini che da avversari ti danno fastidio, ma quando giocano per te si butterebbero nel fuoco per aiutarti. Conceiçao è una vera bomba”.

Juventus, Motta

L’URLO DI THIAGO MOTTA INFURIATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Su Thiago Motta: “Già a Bologna mi aveva fatto scoprire aspetti del gioco che non conoscevo. Ora lo ritrovo ancora più determinato: con lui, non ci sono ruoli fissi, ma solo occupati degli spazi. Ha anche un suo modo unico di gestire il gruppo: non ci fa mai sapere chi giocherà fino a poche ore dalla partita, e questo rende gli allenamenti più intensi e la competizione interna più forte. E poi, ha sempre una mottata pronta. Finora ha avuto ragione su tutto perché è un visionario”.

Infine, su Allegri: “Gli voglio molto bene. Max mi ha regalato l’equilibrio mentale. All’inizio della scorsa stagione volevo fare tutto di corsa e lui mi ripeteva di andare con calma. L’eccesso di foga mi faceva perdere lucidità, e lui è stato il primo a darmi delle scarpe comode per arrivare lontano”.

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