Cremonese, i perché di una discesa

Cremonese, il direttore sportivo Simone Giacchetta dice la sua sulle cause della retrocessione in cadetteria dei grigiorossi

Cremonese, giù la Giacchetta

Ha atteso che la rabbia o la delusione togliessero un po’ il disturbo, poi ha deciso di dire la sua. A mente fredda, deve avere pensato il direttore sportivo della Cremonese Simone Giacchetta, si ragiona meglio.

Sul perché l’avventura della Cremonese in serie A sia tramontata dopo una sola stagione il dirigente grigiorosso ha le idee chiare: “mancavamo dalla serie A da tanto tempo – ha spiegato a Sport Italia con un’analisi ripresa da Calcio Cremonese – e il salto di categoria si è fatto sentire.

I primi giocatori a cui ci siamo rivolti erano italiani ma non abbiamo trovato grande consenso preferendo loro restare dove erano o accasandosi in un club con una storia superiore”.

Giacchetta ha spiegato che la strada alternativa percorsa è stata affidarsi a stranieri desiderosi di mettersi in evidenza nel campionato italiano e per altre vetrine.

“Abbiamo fatto quello che potevamo – prosegue- per fare capire che siamo un piccolo grande club ma con uno storico datato.

Abbiamo pagato l’adattamento alla categoria, un allenatore (Massimiliano Alvini, poi sostituito da Davide Ballardini, ndr) esordiente quasi come noi ma nella prima parte del campionato abbiamo ricevuto tanti consensi”.

Un’analisi lucida e senza sbavature. Di chi auspica che i colori grigiorossi tornino subito a calcare i campi della massima serie.