Rome, Italy 2.04.2023: Flags Sampdoria supporters on the stand during the Serie A 2022/2023 championship soccer match, day 28, between AS Roma vs UC Sampdoria at Olympic stadium in Rome, Italy.
Oggi, la Sampdoria ha una sola missione: puntare alla sopravvivenza. La situazione è critica, con il rischio che la squadra retroceda in Serie C. La situazione.
Non bastano più la storia e i trofei, le notti europee e i campioni del passato. La Sampdoria è oggi chiamata a un esame di sopravvivenza, con due sole vittorie nelle ultime ventidue partite e un futuro che oscilla tra la speranza della permanenza e il baratro della retrocessione in Serie C. In una Serie B dove ogni errore può trasformarsi in una sentenza, il tempo delle analisi è finito: servono risposte, concrete, urgenti e collettive.
La gloriosa epopea blucerchiata, da Mantovani a Wembley, resta impressa nella memoria dei tifosi, ma oggi appare come un racconto lontano, quasi mitologico. La Samp di Boskov, Vialli, Mancini e Pagliuca era un modello di calcio identitario, compatto, audace. Quella squadra sapeva cosa voleva essere.
Oggi, invece, la Sampdoria fatica persino a riconoscersi. La realtà dei numeri parla chiaro: 32 punti in altrettante giornate, diciottesimo posto e zona retrocessione sempre più vicina. Il ricordo non può più bastare a sostenere una squadra che ha smarrito se stessa.
Il problema non è solo nei risultati. È più profondo. È un problema di identità e di direzione. Dall’addio a Paolo Mantovani in poi, la Samp ha vissuto un lento e inesorabile declino: prima silenzioso, poi evidente, e oggi drammaticamente esplosivo.
L’era Ferrero ha contribuito a minare la credibilità del club, portandolo sull’orlo del collasso. Le nuove proprietà, pur con buone intenzioni, devono fare i conti con una macchina inceppata, una rosa costruita con risorse limitate e una tifoseria che – giustamente – pretende risposte, non alibi.
Tre tecnici cambiati in una stagione bastano a raccontare l’instabilità che regna nel club. Né Pirlo, né Sottil, né Semplici sono riusciti a dare una vera svolta. E oggi tocca ad Alberico Evani, affiancato da una bandiera come Attilio Lombardo, tentare l’impresa in extremis. Un cambio di guida tecnica, però, da solo non basta: servono leadership in campo, compattezza nello spogliatoio e una direzione societaria chiara. La salvezza si costruisce con una visione, non con il panico.
Il calendario non ammette distrazioni: Cittadella, Juve Stabia, Carrarese, Cremonese, Catanzaro, Salernitana. Sei finali. Sabato a Marassi arriva il Cittadella, avversario diretto con tre soli punti di vantaggio. Una vittoria permetterebbe non solo di agganciare i veneti, ma anche di scavalcarli. È il momento del coraggio e della lucidità. Ogni errore, da ora in poi, può costare una categoria. E con esso, il futuro stesso della Sampdoria nel calcio professionistico.
Per salvarsi, la Samp deve ritrovare sé stessa. Non nei trofei, ma nei valori che l’hanno resa grande: spirito di squadra, identità, orgoglio. Non basta giocare per non retrocedere: bisogna lottare per meritare di restare. E questo richiede non solo gambe e tattica, ma cuore e testa. Il ricordo della Samp di Mantovani non è solo nostalgia: è una bussola. E solo chi non dimentica da dove viene può davvero sperare di tornare in alto.
Il tempo stringe. Ma non tutto è perduto. La Serie B è un campionato crudele, ma offre sempre un’occasione. La domanda, adesso, è una sola: la Sampdoria è pronta a coglierla?
Aggiornato al 09/04/2025 11:47
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