Il neo tecnico del Sudtirol, Fabrizio Castori, ha parlato ieri pomeriggio in conferenza stampa della sua nuova avventura in terra altoatesina.
Il nuovo tecnico del Sudtirol, Fabrizio Castori, ha parlato in conferenza stampa ieri della sua nuova avventura in terra altoatesina. Compito arduo per il tecnico marchigiano, che deve risollevare i biancorossi dal fondo della classifica.
Il nuovo tecnico del Südtirol Fabrizio Castori, ha parlato ieri in conferenza stampa della sua nuova avventura con gli altoatesini, con il gravoso compito di tirarli fuori dalla zone basse della classifica.
E’ una realtà di quelle che piacciono a me
“L’approccio è stato estremamente positivo. Ho trovato una società molto seria, con una struttura morale e mentale non da poco. È una realtà di quelle che piacciono a me, in cui sono abituato a lavorare”.
Modello virtuoso da seguire
“È un modello virtuoso da seguire, un club capace di distinguersi per la capacità di perseguire i propri obiettivi con risorse normali, non eccessive, in cui si valutano soprattutto le capacità e le idee e le motivazioni dei giocatori. “.
Sono un allenatore con una identità precisa
“Non sono un soggetto facilmente impressionabile, quindi se sono stato chiamato è per cercare di risolvere dei problemi. Sono un allenatore con una identità precisa, sono anni che alleno e mi porto appresso il mio bagaglio di metodologia e la mia mentalità, che hanno portato frutti e che ho sempre cercato di adattare, tenendo comunque fermi alcuni principi. La squadra deve correre, attaccare, giocano in verticale, in profondità”.
La Serie B è il mio campionato
“La Serie B la seguo completamente, da sempre, perché è il mio campionato, è la mia dimensione. Il compito del Sudtirol è quello di ritrovare quanto prima la mentalità di squadra tosta, come quella che incontrato negli anni scorsi. Una squadra compatta, tenace, tipica della serie B, che fa della lotta e della potenza la sua peculiarità.”.
Non mi piace il calcio difensivo
“Penso che questa squadra possa giocare con tre difensori, cinque centrocampisti e due attaccanti, che potrebbero essere supportati da una mezza punta o da un giocatore di squilibro, che può essere una mezzala, un centrocampista. A me non piace il calcio difensivo, non fa per me. È chiaro che devi essere equilibrato, o ti devi difendere quando l’avversario è più bravo di te. A me piace la verticalizzazione, non partire dal basso, la porta di riferimento è quella di fronte, non quella alle spalle”.
Aggiornato al 10/12/2024 16:01
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