L’ex attaccante del Chelsea Gianfranco Zola ha rilasciato una lunga intervista a TMW Radio idee e progetti sulla Serie C, in particolare impiego dei giovani.
L’ex attaccante del Chelsea Gianfranco Zola ha rilasciato una lunga intervista a TMW Radio, discutendo sulla sua riforma per l’impiego dei giovani nel campionato di Serie C, per dare un futuro al nostro calcio.
L’ex attaccante del Chelsea ed del Parma Gianfranco Zola, oggi vicepresidente della LEGA PRO , al margine di un evento organizzato dal FC Rimini con il settore giovanile, ha rilasciato una lunga intervista a TMW Radio, dove ha parlato della sua riforma, battezzata ” riforma Zola” come motore per far ripartire dai giovani il nostro calcio.
Iniziando l’intervista, Zola ha spiegato quali sono i punti della sua riforma: “La riforma si articola in due fasi principali. La prima, che abbiamo cercato di introdurre già lo scorso anno, mira a stimolare e incentivare, anche economicamente, le società a investire sempre di più nei settori giovanili. Premiamo chi fa giocare calciatori cresciuti internamente, attraverso il lavoro del proprio vivaio. L’obiettivo è valorizzare il talento che si ha già in casa: farlo crescere, maturare e arrivare in prima squadra. La seconda fase, invece, è quella che stiamo preparando per la prossima stagione: vogliamo premiare le società che investono nelle infrastrutture necessarie affinché questo lavoro possa svilupparsi al meglio.”.
Poi Zola, alla domanda se ci sono stati riscontri positivi sul suo progetto di riforma, la risposta è stata affermativa: “Assolutamente sì, la risposta è molto positiva. Anche perché oggi c’è una consapevolezza diffusa: questo è un percorso necessario. Dobbiamo arricchirci di giovani che aiutino il nostro movimento a crescere. Non sarà un processo immediato, ma nel lungo termine porterà ricchezza, alternative e qualità al nostro calcio”.
Infine, visto che questo tema si incrocia sulle quello della Nazionale di Luciano Spalletti, Zola ha concluso dicendo che c’è necessità che sboccino nuovi talenti, non solo in Serie C: “È una necessità primaria, e la Serie C può davvero giocare un ruolo cruciale in questo processo. È un campionato che, per quella che è la mia esperienza, permette una formazione completa. Se non avessi vissuto la realtà della Serie C, non sarei arrivato in Serie A a 22 anni. E, molto probabilmente, non sarei diventato un calciatore di alto livello. Per questo considero la Serie C una piattaforma ideale per offrire ai giovani l’opportunità di fare esperienza, commettere errori e crescere attraverso di essi. Ma perché ciò avvenga, è fondamentale creare le condizioni giuste per la sopravvivenza e lo sviluppo delle società.”.
Aggiornato al 09/04/2025 16:40
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