Supercoppa Italiana
Atalanta, Gasperini: “Bellanova era infortunato, questo VAR ci fa fare una brutta figura all’estero. Su Zaniolo…”
Il tecnico dell’Atalanta, Gian Piero Gasperini, ha parlato margine della semifinale di Supercoppa Italiana persa contro l’Inter.
L’Inter batte (2-0) l’Atalanta e vola in finale di Supercoppa Italiana. Settima sconfitta consecutiva per gli orobici e il loro tecnico Gasperini con i meneghini, la seconda in questa stagione dopo il 4-0 in campionato.
Atalanta, le parole di Gasperini
Di seguito le parole del tecnico bergamasco al termine del match.
Bellanova
“Non ha giocato perché ha un infortunio al ginocchio“.
“L’Inter è una squadra forte, in questo momento la più forte. Credo che ci siamo avvicinati, in campionato quando ci sarà da giocare il ritorno saremo ancora più vicini. L’Inter rimane a un livello più alto, però io sono comunque soddisfatto. Era l’occasione per valutare qualche giocatore, peccato per quell’occasione con Scalvini anche se nel primo tempo l’Inter meritava di più. Non è facile creare contro l’Inter, la partita ha avuto la svolta su quel gol assurdo, un calcio d’angolo inesistente con De Vrij davanti al portiere e un fallo evidentissimo di Dumfries su Scalvini, lo spinge con due mani. È una brutta espressione del VAR, che ci ha messo sette minuti a trovare giustamente il fuorigioco di De Ketelaere. Abbiamo esportato un brutto VAR, che non ha visto queste tre situazioni chiare. È stato molto bravo Carnesecchi, come del resto Sommer“.
Prestazione
“Abbiamo fatto quello che volevamo fare. Qualche volta siamo cascati nel tranello dell’Inter e poi abbiamo perso qualche palla brutta su calci piazzati. Nel finale siamo stati pericolosi ma non siamo riusciti a concretizzare. L’Inter è una grande squadra ed è fortissima, però sono contento di tutti quelli che hanno giocato: anche nel secondo tempo ero abbastanza fiducioso“.
Giocatori
“Zaniolo non aveva mai giocato dall’inizio e Samardzic pochissime volte, Scalvini arrivava da diversi mesi di infortunio. Non possiamo giocare sempre con De Ketelaere e Lookman. E’ un problema, ma nel complesso siamo stati bravi tutti“.
Scalvini.
“È stato sfortunato. Un mese fa era già in grado di giocare, poi si è fatto male cadendo male in campo. Non è ancora prontissimo, però è un giocatore di assoluta qualità e per me è una curiosità di vederlo a centrocampo. In difesa siamo a posto, mentre a centrocampo Ederson e De Roon hanno giocato praticamente sempre e non possono giocare cinquanta partite: è una soluzione“.
Inzaghi
“La difficoltà è l’Inter che ha giocatori forti ed è una squadra molto organizzata. Noi giochiamo sempre per cercare di vincere le partite, mai per speculare troppo. Con l’Inter è andata male soprattutto la partita di agosto, anche il 4-0 precedente ricordo un gol annullato: è sempre molto forte e le partite sono sempre state equilibrate. Quando esci sconfitto così ci può stare, riconosci il valore dell’avversario e ti prepari per la prossima partita per essere ancora più competitivo“.
Turnover
“L’ho spiegato, non ho fatto giocare i Primavera ma Samardzic, Zaniolo, Brescianini, Scalvini. Sono quattro nazionali e mi chiedono sempre quando giocano: questa era un’occasione straordinaria per vedere la loro condizione. Io ho De Roon ed Ederson che hanno numeri incredibili, poi gli altri del resto sono entrato. Io sono fuori dalla vostra mentalità. Considerate titolare chi gioca dall’inizio, ma oggi si gioca con sedici giocatori e cinque di questi entrano sistematicamente. Chi gioca, a prescindere dal minutaggio, non è riserva: proprio non riuscite ad allontanarvi da questa mentalità. Entrate sempre nel discorso che se gioca una persona non gioca quell’altro. Ho messo dentro giocatori della rosa dell’Atalanta e secondo me hanno fatto anche una buona partita. Era una semifinale, nel secondo tempo c’era la possibilità di dare energia positiva e se ti va bene vai in finale nelle migliori condizioni possibili. Bisogna dare fiducia ai giocatori, levatevi questa mentalità dei titolari e delle riserve: sembra che chi entra sia una riserva. Chi entra mezz’ora entra per cambiare la partita nel momento più decisivo, quindi ha una responsabilità più alta“.
Sconfitta
“La sconfitta oggi ci sta. C’è quell’episodio assurdo, ma nel complesso la sconfitta ci sta. Sicuramente quello che abbiamo provato stasera con una formazione come l’Inter ce lo ritroviamo in campionato. Adesso ripartiamo con tanti impegni, compresa Champions League. Abbiamo settimane con tre partite alla volta”.
Supercoppa Italiana
Milan, Theo Hernandez senza sacro fuoco e senza fascia: a Riyadh sorridono tutti tranne lui
Milan, altra prestazione incolore per Theo Hernandez, colpevole sul vantaggio della Juventus e autore di un erroraccio sotto porta che, per fortuna del Diavolo, non ha influito sul risultato.
La cura Conceicao ha rivitalizzato il Milan? Al momento c’è solo da dire “buona la prima”, per essere belli ci sarà tempo.
Di sicuro, con il cambio di guida tecnica, non e’ cambiato in egual misura Theo Hernandez, ancora una volta protagonista negativo della sfida
A Riyadh, il francese e’ stato il solo a scrivere pagine negative, in una serata dove il Milan e’ tornato a esultare per una vittoria.
Errore di lettura che lascia indisturbato Yildiz per il gol dell’1-0, e un rigore in movimento che finisce in curva.
Nel secondo tempo il numero 19 accende la luce, ma comunque risulta molto fumoso. L’averlo espropriato della fascia di capitano inevitabilmente e’ il simbolo di un giocatore sempre più distante dal Milan.
Sarà interessante vedere come Conceicao gestirà questi suoi chiari di luna di qui a giugno, quando probabilmente la strada del francese si separerà da quella del Milan.
Supercoppa Italiana
Supercoppa, Yildiz è il secondo della storia: il dato
Nonostante la sconfitta e l’eliminazione dalla Superocoppa Italiana, Kenan Yildiz ha comunque aggiunto una pagina di storia alla competizione.
L’attaccante turco ha sbloccato la gara contro il Milan durante il primo tempo ma non è riuscito a riprenderla una volta subita la rimonta dei rossoneri. Ciò nonostante ha comunque scritto la storia.
Supercoppa Italiana, Yildiz è il secondo marcatore più giovane
La rete siglata al 21′ su assist di Mbangula ha permesso all’attaccante di entrare nella storia della Supercoppa Italiana come secondo calciatore più giovane (19 anni e 244 giorni) a segnare un gol nella competizione.
In cima a questa speciale classifica c’è però un calciatore italiano molto conosciuto: Mario Balotelli. Nel 2008, l’allora attaccante dell’Inter, entrò nel tabellino dei marcatori contro la Roma a 18 anni e 12 giorni.
Juventus, il 10 non basta: vince il Milan
Il suo contributo però non è bastato a ottenere la qualificazione per la finale contro l’Inter. La grande verve del ragazzo però lo ha reso uno dei migliori in campo e tra i salvabili di una prestazione decisamente sottotono dei bianconeri.
La crescita esponenziale messa in mostra in questi mesi fa ben sperare i tifosi che non hanno intenzione di perderlo a breve. Tante voci di mercato lo vogliono lontano da Torino ma Giuntoli ha sempre ribadito la volontà di trattenerlo.
Supercoppa Italiana
Juventus, il peso di una sconfitta evitabile
Juventus, la pazienza dei tifosi non è infinita, servono fame e personalità per vincere, non solo progressi nel gioco…
La Juventus è una squadra che vive da sempre sotto il peso di una tradizione vincente. Vincere non è solo un obiettivo: è un dovere. Eppure, in questa stagione, sembra che lo spirito combattivo e la fame di vittoria che hanno caratterizzato la Vecchia Signora siano venuti meno. Sotto la guida di Thiago Motta, un allenatore promettente ma forse ancora acerbo per le pressioni torinesi, i bianconeri mostrano sì miglioramenti nel gioco, ma non riescono ancora a concretizzare nei momenti decisivi.
Le ultime uscite contro Milan e Fiorentina hanno evidenziato una squadra incapace di mantenere il controllo del match nei momenti decisivi. La squadra sembra mancare di personalità, fame e determinazione, qualità indispensabili per portare a casa i tre punti. I tifosi, seppur pazienti, sono stanchi di vedere una squadra che non riflette l’indole combattiva che li ha resi orgogliosi per decenni.
Juventus, il peso della vittoria
Thiago Motta non è ossessionato dalla vittoria, come da lui stesso dichiarato, ma questo approccio mal si sposa con l’ambiente juventino. Qui i tifosi tollerano una sconfitta solo se intravedono chiari segnali di crescita per il futuro, cosa che finora non è apparsa in modo convincente. Il tecnico deve alzare l’asticella della cattiveria agonistica e pretendere dai suoi uomini quella concentrazione che troppo spesso è mancata.
Un’altra questione cruciale è la leadership. L’assenza di figure carismatiche ed esperte come Danilo, allontanato forse troppo presto, pesa enormemente. Chi parla oggi nello spogliatoio? Ci sono senz’altro giocatori di qualità, ma non hanno ancora il peso specifico per guidare la squadra nei momenti difficili. Gli errori individuali di questi giovani, spesso costati caro, evidenziano la necessità di una guida esperta capace di alzare il livello mentale del gruppo.
La pazienza ha un limite e i tifosi lo sanno…
Nelle ultime due partite si sono visti progressi nel gioco, ma i risultati non sono arrivati. Alla Juve, però, non basta migliorare, servono vittorie. Andare fuori contro un Milan tutt’altro che irresistibile è la prova che questa squadra manca di personalità e di quella cattiveria che i tifosi pretendono. La pazienza non è infinita, e Thiago Motta deve capire che alla Juventus “vincere non è importante, è l’unica cosa che conta.”
Non sono mancati i commenti di varie figure di spicco nel mondo juventino quali Claudio Zuliani e Francesco Oppini dopo la sconfitta di ieri:
Oppini:
Se alleni la #Juventus non puoi peccare di presunzione a meno che tu non sia già affermato e vincente. Se nel 24 questa squadra soffriva di pareggite, nel 25 riesce addirittura a resuscitare una squadra allo sbando e con un allenatore appena arrivato. Male, molto. #Supercoppa
Zuliani:
E come sempre abbiamo fatto tutto noi. Bene il primo tempo e malissimo l’ultima mezz’ora. La #Juventus non sa vincere e questo è un dato oggettivo
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