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Supercoppa Italiana

Juventus, Motta: “Conceicao è motivato per fare bene. E su Tomori…”

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Juventus, Thiago Motta

Il tecnico della Juventus, Thiago Motta, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della semifinale di Supercoppa Italiana contro il nuovo Milan.

Thiago Motta, allenatore della Juventus, è intervenuto in conferenza stampa direttamente da Riyadh per la semifinale di Supercoppa Italiana contro il nuovo Milan di Conceicao, padre dell’esterno bianconero arrivato in estate.

In caso di vittoria, i bianconeri affronteranno la vincente della sfida di questa sera tra Inter ed Atalanta. Il match tra la Vecchia Signora e il Diavolo è in programma per domani, venerdì 3 gennaio alle ore 20:00.

Juventus

Khéphren Thuram parla con Teun Koopmeiners ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Juventus, le parole di Motta

È anche la partita fra Conceicao padre e figlio. Schiererà Francisco dall’inizio?

“Vedremo se giocherà o meno, è motivato per fare bene sia dall’inizio sia a gara in corso. Penso che non cambi nulla per lui, affrontare una grande squadra è l’unica cosa che deve fare”.

Koopmeiners più arretrato o come sotto punta?

“Può fare entrambi i ruoli e lo ha già dimostrato, però può anche partire dalla panchina e contribuire in gara, come tutti gli altri”.

Per la Juve vincere non è importante ma l’unica cosa che conta. Per un gruppo giovane quanto può essere importante conquistare un trofeo “facile” perché di breve durata?

“Anzitutto non ho mai visto una squadra entrare in campo per perdere. Domani è una competizione diversa, perché abbiamo di fronte una partita dove continui o vai fuori. Daremo il massimo per andare avanti”.

Francisco Conceicao definisce il suo un calcio libero. Dal padre si aspetta un Milan più leggero?

“Francisco ha libertà su un contesto dove deve rispettare certe cose, perché la squadra funzioni. È un gioco collettivo, esiste la libertà in alcuni momenti per poter esprimere tutte le sue qualità ma poi ci sono tante cose da rispettare. Il Milan è una grande squadra con buoni giocatori, con un allenatore che arriva adesso e che può fare bene. Daremo il massimo in campo”.

Da giocatore ha vinto otto supercoppe. Conta questa esperienza?

“Sono partite belle da giocare, vogliamo rimanere e competere a questo livello. Non abbiamo un giocatore che non vuole entrare in campo per esprimere il suo calcio. Sono momenti belli e da vivere nel giusto modo, la parte emotiva deve essere sotto controllo”.

Come si aspetta il Milan dopo il cambio di allenatore?

“Noi di sicuro saremo pronti perché sappiamo cosa dobbiamo fare contro una grande squadra, abituata a competizioni importanti. Conterà quello che saremo noi e non quello che saranno loro”.

Cosa deve fare la differenza domani?

“Alla fine in una partita di calcio tutto fa la differenza, a partire dai piccoli dettagli: come ho detto prima dovremo essere concentrati e determinati a essere la miglior versione di noi stessi, a migliorare quello che non ha funzionato e dare continuità rispetto a quello che abbiamo fatto bene”.

A che punto del percorso di crescita è Yildiz?

“All’inizio, è un giocatore giovane, di 19 anni. Riesce a fare cose importanti, perché ha grandi qualità, deve continuare a crescere e imparare a fare quello che dice l’allenatore, sfruttando anche i tanti esempi positivi. Uno è Locatelli: la sua maniera di comunicare con i compagni è ottima”.

Quanto tiene al suo primo titolo da allenatore?

“Voglio vincere come allenatore, per questo ho scelto questa professione. Però per me oggi non è un’ossessione, devo essere tranquillo e convinto della nostra forza. Domani abbiamo una bellissima partita con rispetto verso l’avversario e la voglia di imporre il nostro gioco”.

Cosa pensa di Tomori?

“Non parlo di giocatori altrui, parlo dei miei. Ho parlato in modo collettivo, il Milan ha tanti giocatori forti ed è evidente per tutti. Rispondo sui miei giocatori, non sugli altri”.

Che accoglienza avete ricevuto?

“Vi ringrazio per l’accoglienza, siamo in un posto ottimo per fare il nostro lavoro e non possiamo lamentarci. Il cambio di allenatore del Milan chiaramente porterà qualcosa di nuovo, avevano già un grandissimo allenatore per cui ho rispetto. Noi siamo pronti a tutto, questa è la cosa più importante”.

Sta seguendo il campionato saudita?

“Sicuramente sta crescendo tanto, non posso dare un’opinione approfondita perché non ho seguito tante partite. Ma di sicuro crescerà in fretta”.

Juventus che non perde ma anche non vince. Come mai?

“Sono d’accordo che non perdiamo, ma non è vero che non vinciamo mai. Fa parte del gioco: alle volte abbiamo meritato, altre meno. Ci sono stati momenti diversi, per esempio contro la Fiorentina abbiamo fatto tante cose molto bene e ci è mancato di chiudere la partita, in altre partite le cose sono andate diversamente e fa parte del gioco. Di sicuro non siamo soddisfatti e la classifica dice che dobbiamo migliorare, perché non vogliamo rimanere in quella posizione. Ma siamo concentrati in questa competizione, corta e importante, per raggiungere la finale”.

Cosa promette ai tifosi?

“Non credo alle promesse ma ai fatti, prometto impegno massimo nelle cose che stiamo facendo. Vogliamo portare sempre più in alto una maglia importante e prestigiosa, un club che tantissime persone seguono. Sentiamo questo sostegno ogni giorno, ci dà stimoli in più per fare le cose nel modo giusto”.

Supercoppa Italiana

Milan, Theo Hernandez senza sacro fuoco e senza fascia: a Riyadh sorridono tutti tranne lui

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Milan

Milan, altra prestazione incolore per Theo Hernandez, colpevole sul vantaggio della Juventus e autore di un erroraccio sotto porta che, per fortuna del Diavolo, non ha influito sul risultato.

La cura Conceicao ha rivitalizzato il Milan? Al momento c’è solo da dire “buona la prima”, per essere belli ci sarà tempo.

Di sicuro, con il cambio di guida tecnica, non e’ cambiato in egual misura Theo Hernandez, ancora una volta protagonista negativo della sfida

A Riyadh, il francese e’ stato il solo a scrivere pagine negative, in una serata dove il Milan e’ tornato a esultare per una vittoria.

Milan

Theo Hernandez

Errore di lettura che lascia indisturbato Yildiz per il gol dell’1-0, e un rigore in movimento che finisce in curva.

Nel secondo tempo il numero 19 accende la luce, ma comunque risulta molto fumoso. L’averlo espropriato della fascia di capitano inevitabilmente e’ il simbolo di un giocatore sempre più distante dal Milan.

Sarà interessante vedere come Conceicao gestirà questi suoi chiari di luna di qui a giugno, quando probabilmente la strada del francese si separerà da quella del Milan.

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Supercoppa Italiana

Supercoppa, Yildiz è il secondo della storia: il dato

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Inter-Juventus

Nonostante la sconfitta e l’eliminazione dalla Superocoppa Italiana, Kenan Yildiz ha comunque aggiunto una pagina di storia alla competizione.

L’attaccante turco ha sbloccato la gara contro il Milan durante il primo tempo ma non è riuscito a riprenderla una volta subita la rimonta dei rossoneri. Ciò nonostante ha comunque scritto la storia.

Supercoppa Italiana, Yildiz è il secondo marcatore più giovane

La rete siglata al 21′ su assist di Mbangula ha permesso all’attaccante di entrare nella storia della Supercoppa Italiana come secondo calciatore più giovane (19 anni e 244 giorni) a segnare un gol nella competizione.

In cima a questa speciale classifica c’è però un calciatore italiano molto conosciuto: Mario Balotelli. Nel 2008, l’allora attaccante dell’Inter, entrò nel tabellino dei marcatori contro la Roma a 18 anni e 12 giorni.

Del Piero yildiz

Kenan Yıldız ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Juventus, il 10 non basta: vince il Milan

Il suo contributo però non è bastato a ottenere la qualificazione per la finale contro l’Inter. La grande verve del ragazzo però lo ha reso uno dei migliori in campo e tra i salvabili di una prestazione decisamente sottotono dei bianconeri.

La crescita esponenziale messa in mostra in questi mesi fa ben sperare i tifosi che non hanno intenzione di perderlo a breve. Tante voci di mercato lo vogliono lontano da Torino ma Giuntoli ha sempre ribadito la volontà di trattenerlo.

 

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Supercoppa Italiana

Juventus, il peso di una sconfitta evitabile

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Juventus

Juventus, la pazienza dei tifosi non è infinita, servono fame e personalità per vincere, non solo progressi nel gioco…

La Juventus è una squadra che vive da sempre sotto il peso di una tradizione vincente. Vincere non è solo un obiettivo: è un dovere. Eppure, in questa stagione, sembra che lo spirito combattivo e la fame di vittoria che hanno caratterizzato la Vecchia Signora siano venuti meno. Sotto la guida di Thiago Motta, un allenatore promettente ma forse ancora acerbo per le pressioni torinesi, i bianconeri mostrano sì miglioramenti nel gioco, ma non riescono ancora a concretizzare nei momenti decisivi.

Le ultime uscite contro Milan e Fiorentina hanno evidenziato una squadra incapace di mantenere il controllo del match nei momenti decisivi. La squadra sembra mancare di personalità, fame e determinazione, qualità indispensabili per portare a casa i tre punti. I tifosi, seppur pazienti, sono stanchi di vedere una squadra che non riflette l’indole combattiva che li ha resi orgogliosi per decenni.

Juventus, il peso della vittoria

Thiago Motta non è ossessionato dalla vittoria, come da lui stesso dichiarato, ma questo approccio mal si sposa con l’ambiente juventino. Qui i tifosi tollerano una sconfitta solo se intravedono chiari segnali di crescita per il futuro, cosa che finora non è apparsa in modo convincente. Il tecnico deve alzare l’asticella della cattiveria agonistica e pretendere dai suoi uomini quella concentrazione che troppo spesso è mancata.

Juventus

Thiago Motta da indicazioni a Timothy Weah ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Un’altra questione cruciale è la leadership. L’assenza di figure carismatiche ed esperte come Danilo, allontanato forse troppo presto, pesa enormemente. Chi parla oggi nello spogliatoio? Ci sono senz’altro giocatori di qualità, ma non hanno ancora il peso specifico per guidare la squadra nei momenti difficili. Gli errori individuali di questi giovani, spesso costati caro, evidenziano la necessità di una guida esperta capace di alzare il livello mentale del gruppo.

La pazienza ha un limite e i tifosi lo sanno…

Nelle ultime due partite si sono visti progressi nel gioco, ma i risultati non sono arrivati. Alla Juve, però, non basta migliorare, servono vittorie. Andare fuori contro un Milan tutt’altro che irresistibile è la prova che questa squadra manca di personalità e di quella cattiveria che i tifosi pretendono. La pazienza non è infinita, e Thiago Motta deve capire che alla Juventus “vincere non è importante, è l’unica cosa che conta.”

Non sono mancati i commenti di varie figure di spicco nel mondo juventino quali Claudio Zuliani e Francesco Oppini dopo la sconfitta di ieri:

Oppini:
Se alleni la #Juventus non puoi peccare di presunzione a meno che tu non sia già affermato e vincente. Se nel 24 questa squadra soffriva di pareggite, nel 25 riesce addirittura a resuscitare una squadra allo sbando e con un allenatore appena arrivato. Male, molto. #Supercoppa

Zuliani:
E come sempre abbiamo fatto tutto noi. Bene il primo tempo e malissimo l’ultima mezz’ora. La #Juventus non sa vincere e questo è un dato oggettivo 

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