Supercoppa Italiana
Milan, oggi l’allenamento allo stadio dell’Al-Shabab: le ultime su Pulisic e Leao
Il Milan è atterrato ieri a Riyadh, in Arabia Saudita, per iniziare la preparazione alla Supercoppa Italiana. La squadra, guidata dal nuovo tecnico Sergio Conceição, si sta concentrando sulla semifinale contro la Juventus, in programma venerdì sera.
Le novità dall’allenamento
- Primo allenamento alle 15.30 (ora italiana): La seduta si svolgerà presso lo stadio dell’Al-Shabab.
- Pulisic in gruppo: Il giocatore americano ha partecipato alla seduta di ieri e le sue condizioni sembrano in miglioramento.
- Focus su Leao: Per l’attaccante portoghese, la prudenza è massima. Al momento, il suo impiego nella semifinale resta in dubbio, con maggiori probabilità di vederlo partire dalla panchina.
Programma per la giornata di domani
- Conferenza stampa: Alle 10.30 (ora italiana), Conceição parlerà ai giornalisti, affiancato dal portiere Mike Maignan.
- Rifinitura: Alle 15.30 (ora italiana), l’ultima sessione di allenamento prima del match decisivo.
- Moncada presente: Il responsabile dell’area scouting ha raggiunto subito il gruppo a Riyadh.
- Ibrahimovic atteso: La leggenda rossonera e membro della dirigenza arriverà in serata, sottolineando il suo ruolo di vicinanza alla squadra.
Convocati del Milan per la Supercoppa
Ecco la lista completa:
Portieri:
- Mike Maignan
- Marco Sportiello
- Lapo Raveyre
- Matteo Torriani
Difensori:
- Davide Calabria
- Emerson Royal
- Matteo Gabbia
- Malick Thiaw
- Fikayo Tomori
- Strahinja Pavlovic
- Theo Hernandez
- Alejandro Jimenez
- Andrea Terracciano
- Filippo Bartesaghi
Centrocampisti:
- Tijjani Reijnders
- Youssouf Fofana
- Ismael Bennacer
- Yunus Musah
- Ruben Loftus-Cheek
- Kevin Zeroli
- Jan Vos
Attaccanti:
- Alvaro Morata
- Rafael Leao
- Christian Pulisic
- Tammy Abraham
- Francesco Camarda
- Luka Jovic
- Hamed Traorè
Considerazioni sul match
Con Pulisic vicino al recupero e Leao ancora in dubbio, la formazione iniziale del Milan potrebbe vedere un attacco guidato da Morata o Abraham. Theo Hernandez e Maignan rimangono pilastri imprescindibili per garantire solidità e leadership contro una Juventus pronta a dar battaglia.
Conceição avrà il compito di consolidare i meccanismi tattici della squadra in tempi brevi, sfruttando la Supercoppa come un banco di prova per dimostrare il suo impatto immediato sulla panchina rossonera.
Supercoppa Italiana
Milan, Conceicao: “Non critico Fonseca ma ho visto una squadra impaurita, nel calcio serve coraggio. Su Leao…”
Il primo Milan di Conceicao batte 2-1 la Juventus nella semifinale di Supercoppa Italiana e si assicura il derby in finale con l’Inter.
Buona la prima per Sergio Conceicao, che fa il suo esordio sulla panchina del Milan vincente una partita molto sentita contro la Juventus e sfiderà l’Inter nel derby di Milano in finale di Supercoppa Italiana.
Milan, le parole di Conceicao
Di seguito le parole del tecnico portoghese nella conferenza stampa post-partita.
Intervallo
“Non stavamo facendo quello che abbiamo preparato nella prima partita, senza palla e in pressing eravamo fuori posizione. Se non pressiamo tutti allo stesso modo diventa difficile. Con la palla eravamo troppo macchinosi, i nostri terzini hanno spinto poco nel primo tempo. Abbiamo parlato coi giocatori, facendogli vedere le immagini: per vincere a questi livelli serve altro. Non entro nel lavoro di Paulo Fonseca, non è questo, ma vedevo una squadra dubbiosa: nel calcio e nella vita serve coraggio. Hanno ricevuto un messaggio che era totalmente diverso, abbiamo cambiato anche qualcosa di tattica“.
Vittoria
“La dedico ai giocatori. Hanno messo quello che chiedevo, una dedica più ampia la farei se vincessimo la Supercoppa“.
Bennacer?
“I ragazzi sono molto uniti, Isma ha fatto un bel discorso alla fine. Ha parlato lui ma poteva parlare un altro perché il sentimento era lo stesso, di questo sono contento“.
Leao
“Vediamo, ogni ora è importante con questi infortuni muscolari. Vedremo come sta“.
Supercoppa Italiana
Juventus, Thiago Motta: “Milan due tiri con due gol, non riusciamo a giocare 90 minuti ma per 75 abbiamo dominato. Conceicao…”
La Juventus di Thiago Motta saluta la Supercoppa Italiana, perdendo 2-1 la semifinale contro il primo Milan di Sergio Conceicao.
La Juventus dice addio alla Supercoppa Italiana e Thiago Motta dovrà attendere ancora per vincere il suo primo trofeo da tecnico bianconero, con il Milan che rimonta (2-1) e affronterà l’Inter in finale.
Juventus, le parole di Thiago Motta
Di seguito le parole del tecnico italo-brasiliano nella conferenza stampa post-partita.
Partita
“Visto quello che abbiamo fatto per 70/75 minuti non possiamo essere contenti, perché abbiamo giocato un buon primo tempo. A inizio partita è normale che le due squadre si rispettino, ma abbiamo preso subito il controllo e abbiamo giocato bene. La ripresa è stata dalla nostra parte, potevamo chiudere la partita e non l’abbiamo fatto. Dall’altra parte poche cose, ma la nostra reazione all’episodio non è stata ideale“.
Cambi
“Li rifarei, prendi le decisioni in funzione di come vedi la squadra. A volte va bene e vinci, a volte perdi e sta a voi dare giudizi“.
Conceicao?
“Ha avuto un piccolo fastidio alla gamba destra, lo valutiamo domani“.
Mercato
“Oggi non parlo di mercato, ma di quello che vogliamo fare. Io voglio migliorare la squadra che ho oggi e migliorare anche me stesso. Tutti i giorni uno deve farlo e serve a tutti, solo così possiamo arrivare dove vogliamo arrivare. Oggi c’è solo questo modo, ogni giorno dobbiamo volere qualcosa in più e voler competere meglio. Dipende da noi, poi il mercato adesso si apre. Sicuramente staremo attenti alle cose su cui si può migliorare, però io mi concentro su quello che ho oggi: è lì che metto tutta la mia attenzione. Sono convinto che possiamo migliorare. Dobbiamo giocare sempre 90 minuti come i 75 di oggi, la reazione non va bene.”
Condizione
“Beh, è la prima volta che ci facciamo rimontare. Però anche contro la Fiorentina avremmo potuto vincere alla fine e non l’abbiamo fatto. Oggi non siamo stati capaci di reagire nel modo giusto per poter competere fino alla fine. Con pochissime cose il Milan è stato capace di fare due gol“.
Dove migliorare
“In tutti gli aspetti, tutti i giorni. Solo così possiamo arrivare dove vogliamo arrivare“.
Difesa
“Hanno fatto molto bene loro due, ma anche altri: Locatelli ha fatto bene, Thuram idem, McKennie ha fatto molto bene. Tanti fanno molto bene e vogliono migliorare, tanti altri devono migliorare sicuramente“.
Lato positivo
“Dopo una sconfitta è difficile, ma sicuramente ci sono delle cose. Analizzeremo la partita, come sempre. Il primo tempo è stato giocato bene, la ripresa è iniziata bene: chiudere la partita col secondo gol sarebbe stato importantissimo. Sono cose positive che vedo oggi che dobbiamo continuare a fare e altre da migliorare già dalla prossima partita. Abbiamo il derby, il Torino ci sta aspettando con grande voglia di competere e noi dobbiamo essere pronti a competere al massimo con una grande squadra“.
Supercoppa Italiana
La Juventus butta via la finale: il Milan risorge a Riyad
Esordio da sogno per Sergio Conceicao sulla panchina del Milan. Eliminata la Juventus (che si mangia le mani), ora il derby in finale.
Il primo Milan targato Sergio Conceicao elimina la Juventus e si aggiudica la finale di Supercoppa Italiana contro l’Inter, regalandosi un epilogo impossibile da pronosticare per almeno sessanta minuti.
La Juventus domina e spreca, il Milan risorge nel finale
Nonostante il pochissimo tempo a disposizione, il tecnico portoghese ha provato subito a portare i suoi concetti di gioco a Milanello. L’aggressività iniziale mostrata dai rossoneri ricalca quella mostrata dal Porto sotto l’egida del lusitano, ma la verve agonistica del Diavolo dura appena una manciata di minuti.
Per almeno sessanta minuti avevamo preparato un racconto della partita, ma la mezz’ora finale ci costringe a stracciarla per raccontarne un’altra. Per due terzi abbondanti di gara, il Milan di Riyad ricalca quello visto in tutto il resto della stagione. Lungo e incapace di mantenere la giusta distanza fra i reparti, quando, per giocare come vorrebbe Conceicao e come voleva anche Fonseca prima di lui, bisognerebbe stare alti e corti.
La Juventus ha gioco facile nell’uscire da dietro, trovando transizioni sempre pulite ed efficaci che tagliano in due lo strabico assetto tattico dei rossoneri. I bianconeri paiono finalmente avere trovato la loro identità, ma le scelte forti di Thiago Motta sono strettamente dipendenti dal verdetto emesso dal campo.
L’ostracismo nei confronti di Douglas Luiz e Danilo, oltre alla scelta di non dotarsi di un vice-Vlahovic in estate e la pervicace reiterazione di Koopmeiners in un ruolo da trequartista in cui continua a sembrare un pesce fuor d’acqua, sono un boomerang che rischia di tornargli in faccia ogni volta che non arrivano i risultati.
Disastro Motta, ma i “processi” solo a Fonseca
Eppure, per larga parte della contesa quello con più certezze è apparso proprio lui. Poi però, come spesso le è capitato nel recente passato, Madama ha smarrito la bussola nel finale. Interpreta bene la partita, ma poi non la chiude e non ha quasi mai la forza di tenerla a sé: rimarcando il pattern del finale della scorsa stagione.
Una squadra profondamente immatura, con le spalle non sufficientemente larghe per sostenere la pressione di un ambiente fagocitante. Ad onor del vero la Juventus due o tre chance importanti per archiviare la pratica le avrebbe pure, mentre il Milan, seppur in crescita nell’ultimo terzo di gara, prima del pareggio di Pulisic era fermo alla clamorosa occasione sciupata da Theo Hernandez: che manda alto sopra la traversa da un metro.
Poi però l’episodio Sliding Doors della semifinale. Follia di Locatelli, che entra in scivolata in area di rigore (errore che sarebbe grave anche alla scuola calcio, anche se lui difensore non è) senza neppure possibilità di contendere il pallone a Pulisic. Lo stesso statunitense realizza poi dal dischetto, sgretolando le labili certezze della Signora che si sfalda definitivamente: quando Di Gregorio propizia la rete del sorpasso.
Posizionamento sciagurato dell’ex-Monza, che trasforma un cross innocuo di Musah nell’autorete che compromette il passaggio del turno e mette fine al palliativo dell’imbattibilità. Una partita che di certo non rende Conceicao un mago o Fonseca un caprone, ma un quesito sovviene spontaneo. Perché i processi sin qui li hanno fatti soltanto al portoghese ex-Lille e non al suo collega italo-brasiliano?
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