Esploso a Braga e rovinato da Tudor, sino ai fischi copiosi del Velodrome. Oggi vi presento Vitinha: nuovo attaccante del Genoa.
Igor Tudor è una sorta di Re Mida maledetto, poiché rovina qualsiasi giocatore che allena. Al Marsiglia ha messo alle porte una leggenda del club come Payet e ha trasformato l’acquisto più costoso della storia marsigliese in una “banana”. Il tutto perché incompatibili con il suo (anti)calcio.
Vitinha, fosse nato in Inghilterra, lo avrebbero definito un “local boy“. In quanto è nato e cresciuto (sia anagraficamente che calcisticamente) nella sua Braga. Club con il quale completa tutta la trafila delle giovanili sino ad arrivare in prima squadra nel 2021. Una stagione da comprimario, ma propedeutica a farlo entrare stabilmente nel blocco dei titolari a partire dalla stagione dopo.
L’annata 2022/2023, quella della sua definitiva esplosione, è anche l’ultima del suo percorso in terra lusitana. Nel Gennaio dello stesso anno viene ceduto al Marsiglia, divenendo contestualmente sia l’acquisto più esoso del club transalpino sia la cessione più remunerativa nella storia del Braga.
In sei mesi Vitinha metterà a segno 13 gol in 27 partite, registrando una media impressionante di 0,48 gol a partita. Praticamente un gol ogni due partite giocate. In patria lo definivano già il centravanti del futuro della nazionale portoghese, a cui un numero nove di livello internazionale manca dai tempi di Eusebio, ma non avevano ancora fatto i conti con Tudor.
Vitinha è un centravanti di peso. Certamente in grado di associarsi con i compagni, ma comunque strutturato fisicamente e perfettamente calato nel ruolo. E’ quindi incline a una concezione più atavica del ruolo e non a quella “fluida” imposta da Tudor durante il suo anno francese.
L’idea del Marsiglia di acquistare un centravanti di ruolo, con quelle specifiche caratteristiche poi, a un allenatore che con un centravanti non ci gioca è sembrata sin da subito molto discutibile. La stampa francese i dubbi però se li è posta anche sul valore del giocatore, su tutti Daniel Riolo. Il noto giornalista sportivo transalpino si espresse in questi termini su Vitinha.
❝Il feedback che ho ricevuto su Vitinha è che il Marsiglia ha preso una banana. Una banana molto costosa, certo, ma pur sempre una banana
. Secondo me c’è qualcosa di strano in questa trattativa. Ho ascoltato i pareri di numerosi scout, addetti ai lavori etc e non ce n’è stato uno che mi abbia detto che il ragazzo valga quei soldi. Quando così tante persone del mestiere ti dicono la stessa cosa…il dubbio poi ti viene.❞Vitinha, com’era facilmente preventivabile, non troverà grosso spazio sotto l’egida del tecnico croato. Appena 16 partite in sei mesi per lui, per un totale di 480 minuti on the pitch: una media di 30 minuti giocati a partita.
La stagione in corso, invece, sembrava partita con il piede giusto. Il nuovo allenatore del Marsiglia, Marcelino, alternava un 4-4-2 classico a un 4-2-3-1 e la sua idea di calcio sembrava più congeniale alle caratteristiche del portoghese.
Poi però Marcelino si è dimesso, in seguito alle minacce di morte ricevute dagli ultras dell’OM, e al suo posto è arrivato Gattuso. Rino ha anche provato a imbastire una sorta di 3-5-2, schierandolo in coppia con Aubameyang, ma l’aria del Velodrome era diventata irrespirabile per lui. Al netto di qualche buona prestazione, il ragazzo non sembra avere le spalle sufficientemente larghe per un ambiente come quello marsigliese.
Ed ecco quindi la scelta di mandarlo in prestito al Genoa. Il calcio pratico e senza fronzoli di Gilardino, antitetico rispetto al modernismo (nell’accezione più negativa possibile del termine) di Tudor, si sposa sicuramente bene con le qualità dell’ex-Braga. C’è però un però. Anzi, a dire il vero ce ne sono due.
Il primo è Retegui, sul quale il Genoa ha fatto un investimento pesante e che difficilmente rischierà di depauperare per un giocatore che non è nemmeno suo. Il secondo è la cifra pattuita per l’eventuale riscatto, ovvero 25 milioni.
Una soglia difficilmente sostenibile per le casse del grifone e che rischia di tramutare l’esperienza italiana di Vitinha nell’ennesimo buco nell’acqua. Per quanto un giocatore come Vitinha rappresenti (in potenza) un colpo da urlo per la compagine ligure, ceteris paribus lo reputo nettamente superiore all’argentino, non sono certo che il portoghese, nel suo stato psico-fisico attuale, possa rappresentare una concorrenza per Retegui.
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