Serie A
Inter-Lazio 3-1, la LuLa abbaglia l’Aquila | Le pagelle nerazzurre
Inter-Lazio 3-1, rimonta nerazzurra con una doppietta di Lautaro e un doppio assist di Lukaku. Le pagelle nerazzurre.
Onana 6,5: capirla su Felipe Anderson, ma evita almeno almeno tre gol grazie ad altrettanti ottimi interventi.
D’Ambrosio 5,5: qualche colpa sul gol laziale, in difficoltà quando il trio d’attacco biancoceleste parte all’attacco (dal 46′ Dumfries 5: si mangia un gol fatto, e questo pesa molto sul giudizio).
Acerbi 4,5: impreciso e negativo come mai gli e’ capitato da quando veste la maglia nerazzurra. Pasticcia su Felipe Anderson e scivola due volte rischiando di combinare la frittata.
Bastoni 5: anche lui non e’ esente da responsabilità la dietro. Non si tira indietro se si tratta spingere, ma risulta troppo impacciato (dal 71′ Gosens 7: gioia per il gol in spaccata, dolore per la caduta di spalla che lo costringe al cambio. Sul successo c’è anche la sua firma) ( dall’86’ De Vrij sv).
Darmian 6,5: segue Zaccagni come un’ombra e non lo lascia ferire la difesa come suo solito fare.
Barella 7: le azioni che produce non sono mai banali. Gira all’infinito e tiene testa a Milinkovic-Savic. Prova anche a fare gol, ma va bene così.
Mkhitaryan 6,5: gli annullano un gol, ma ci riprova ancora e la palla non entra. Non si ferma mai (dal 61′ Calhanoglu 5,5: si mette il metronomo sotto il braccio, ma rischia anche di aprire la strada a un gol laziale).
Dimarco 6,5: da esterno o basso da braccetto, non si ferma mai.
Lukaku 7: in versione uomo assist, dai suoi piedi nascono due assist per i gol di Lautaro e Gosens. Versione scudetto.
Correa 5: male, come quasi sempre e’ capitato da quando veste la maglia dell’Inter. Sta scrivendo sempre più il suo futuro lontano da San Siro (dal 61′ Lautaro 7,5: entra e nessuno riesce a fermarlo. Doppietta e ruggito da bomber).
Simone Inzaghi 7: la prepara bene e la squadra gioca in scioltezza fino al vantaggio laziale. Poi inserisce Lautaro e i tre punti sono i saccoccia. Si conclude al meglio in cui l’Inter manda un doppio avviso alle avversarie per questo finale di stagione.
Serie A
Lazio, Dia non ferma il digiuno: Juventus e Fiorentina ora possono avvincinarsi
Lazio, prosegue il momento di appannamento della squadra di Baroni, che si fa fermare sull’1-1 dal Como. Anche l’attacco pare essersi inceppato.
Alla fine a essere felice è solo Boulaye Dia, che torna al gol dopo un lungo digiuno. Per la Lazio, invece, è ancora fonda la notte.
In un Olimpico speranzoso, infatti, i biancocelesti non vanno oltre l’1-1 contro un Como bene organizzato e che, forse, avrebbe meritato di portare a casa ben più di un punto.
La rete del senegalese è una delle poche occasioni create dalla squadra di Baroni nell’arco dei 90′, compresa quella, a 10′ dalla fine, che ha visto lo stesso Dia e Guendouzi litigare con i pallone davanti a Butez.
A fine partita c’è amarezza, e la sensazione di essere in un momento delicato soprattutto in attacco, con le punte biancocelesti che hanno visto la porta solo sei volte nelle ultime sette partite di campionato.
Tra oggi e domani, in caso di vittoria di Juventus e Fiorentina, le due possono avvicinarsi a -1 dalla squadra di Baroni, e con il beneficio di una partita ancora da disputare.
Serie A
Empoli-Lecce, le ultimissime sulle formazioni
Empoli-Lecce, match valido per la 20^ giornata di Serie A 2024/25, si giocherà allo stadio Castellani sabato 11 gennaio alle 15.00.
Sfida salvezza tra Empoli–Lecce, in programma alle 15:00 di sabato 11 gennaio e valevole per la 20esima giornata di Serie A. Il match mette di fronte due squadre che stanno vivendo un momento delicato: i padroni di casa guidati dall’ex salentino D’Aversa hanno raccolto un solo punto nelle ultime quattro gare, un dato in controtendenza rispetto al superlativo avvio di stagione.
Di seguito la designazione arbitrale e le probabili formazioni.
La designazione arbitrale
ARBITRO: CHIFFI
ASSISTENTI: IMPERIALE – PRETI
IV: COLLU
VAR: MARINI
AVAR: SOZZA
Empoli-Lecce, le probabili formazioni
EMPOLI (3-5-1-1): Vasquez; Goglichidze, Ismajli, Viti; Gyasi, Anjorin, Grassi, Henderson, Cacace; Seb. Esposito; Colombo. Allenatore: D’Aversa.
LECCE (4-3-3): Falcone, Guilbert, Baschirotto, Jean, Gallo; Kaba, Pierret, L. Coulibaly; Dorgu, Krstovic, Morente. Allenatore: Giampaolo.
Serie A
Roma, Pellegrini: “Mai pensato di andare via, non mi pesa essere il capitano. Sulle critiche dico questo”
Il capitano della Roma Lorenzo Pellegrini ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport dove ha parlato del momento della squadra e molto altro.
A seguire l’intervista completa
Roma, Pellegrini: “Dispiace per i fischi. Se arriva Montella…”
IL GOL NEL DERBY
“Dopo il gol nel derby mi sento bene, anche se era già qualche settimana che stavo bene. Nel senso che si è parlato forse anche un po’ troppo del mio umore. Era normale che fossi arrabbiato, le cose non stavano andando bene per tutti noi(…) Di questo ho parlato con il mister, anche se con lui non c’è neanche bisogno di parlare. Ranieri mi conosce bene, sotto alcuni aspetti ci assomigliamo e questo gli permette di capirmi. Lui è stato eccezionale, ha ridato a me, alla squadra e alla città quella serenità di cui avevamo bisogno. Abbiamo sempre avuto un bel rapporto, quello di chi non si dice troppe cose ma… Per esempio, la famosa chiacchierata prima della Lazio è durata in tutto due minuti. Poi ci siamo abbracciati. Era una cosa che sentivo: gli voglio bene, lo stimo come persona ancor prima che come allenatore. Qui ha rimesso a posto un po’ tutte le cose. Poi è normale che si possano incontrare delle difficoltà, ma con lui ora ci sembra tutto più giusto”.
IL CARATTERE
“A volte mi sembra che la mia riservatezza, il mio essere silente venga un po’ travisato, come se la personalità sia solo far casino. Per me non è così, la personalità è essere se stessi. La mia ultima esultanza era un gesto per dire che questa per me è una società speciale, è casa mia. Non ci sarà mai un giorno in cui Pellegrini darà qualcosa in meno per la Roma. Era solo questo. Al di là di ciò che si dice su di me e su altri miei compagni, chi ci conosce sa che veniamo a Trigoria per fare il bene della Roma: che sia giocare, andare in panchina, anche lavorare per ritrovare il sorriso e poi rigiocare. L’impegno è sempre massimo, perché per me questa è una maglia molto speciale”.
I FISCHI
“Ho vissuto un momento difficile. Se un tifoso mi fischia perché gioco male ci sta, ma se succede a inizio partita perché qualcuno crede che io abbia fatto cose che non ho fatto, questo un po’ mi dispiace. Ma va bene uguale, vado avanti lo stesso. Quando Ranieri è arrivato non ero triste ma arrabbiato, perché le cose non stavano andando bene. E siccome io alla Roma ci tengo, quella situazione mi faceva male. È come quando torni in famiglia e capisci che qualcosa non va… Se le cose non vanno per il verso giusto ci sto male. Sono uno molto autocritico e sempre pronto a chiedere a me stesso cosa posso fare in più per gli altri. A volte però dovrei scindere l’uomo dal calciatore. Il calciatore dovrebbe sempre giocare con leggerezza, l’uomo non ci riesce. E avere un altro carattere mi avrebbe aiutato. Io non sono uno che riesce ad esternare ciò che è con tutti, quanto ci tiene a una cosa. Ma sono uno leale. E se dico che ci tengo alla Roma, è così. Altrimenti non lo direi”.
ESSERE CAPITANO TI PESA?
“La fascia di capitano mi pesa? Assolutamente no. Giocare, segnare, fare gol e ritrovarsi con se stessi e con la piazza a volte è stato complicato. Ma come ho detto, sono uno che si è sempre preso le sue responsabilità, sia nei momenti belli sia in quelli brutti. Per me la fascia è sempre stata un vanto, un orgoglio, una responsabilità che dura tutta la settimana, non solo la domenica. Ecco, a volte forse sono più bravo ad aiutare gli altri che me stesso. Cerco sempre di essere importante per i miei compagni, di aiutarli nelle difficoltà”.
SPALLETTI
“Con Spalletti ho un buon rapporto umano. Ho capito quando non mi ha chiamato in Nazionale, sono uno obiettivo. Ci sta, si va avanti. Ma lui mi ha sempre fatto sentire dentro, rendendomi partecipe del progetto. Spalletti è un allenatore che ti migliora come giocatore e io sono contento di poterlo fare. Quando non giocavo mi ha detto di insistere, lavorare. E per me è importante farlo: allenarsi bene è un’opportunità, perché poi sai che quando il mister ti dà un’occasione puoi dimostrare di esserci. Cosa che è successa…”.
FRIEDKIN
“I Friedkin? In questi mesi è stato tutto molto più difficile anche per loro. Ma ogni volta che abbiamo modo di parlarci, lo facciamo sempre per un qualcosa riferito alla Roma, per il bene del club. È importante avere una presidenza che ci tenga davvero. Perché la Roma non è un club come gli altri: se ti compri la Roma, ti compri Roma tutta”.
RINNOVO O ADDIO
“Non ho mai pensato di andare via. Di momenti duri ne ho vissuti tanti, ma anche di meravigliosi. Ma non sono uno che scappa. Credo che davanti alle difficoltà uno si debba assumere le sue responsabilità. Ed è quello che il mister mi ha letto negli occhi prima del derby. Qui un momento normale diventa bello, uno bello diventa meraviglioso e uno negativo diventa un disastro. Roma è questa, vive di passione. E io questa passione qui me la vivo al cento per cento”.
MONTELLA NEO ALLENATORE
“Se il prossimo anno arrivasse Montella? Sarebbe curioso, da piccolo facevo l’attaccante ed esultavo come lui, poi me lo sono ritrovato come allenatore nelle giovanili. Lo stimo tanto. Ma su queste cose non metto mai bocca, non decido io. Al contrario di ciò che si è detto in passato…”.
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