Serie A
Commisso a tutto campo: dalla promessa Chiesa allo stadio
Sulla Gazzetta dello Sport di oggi c’è una lunga intervista la presidente Rocco Commisso, che ha riportato l’entusiamo a Firenze ed è stato inondato dall’affetto della tifoseria, “Le serenate che mi hanno cantato in 200 sotto l’albergo” non potrò mai scordarle racconta Rocco. Tante idee e tanti spunti al termine di una prima estate di mercato vissuta di corsa dal magnate americano, arrivato a Firenze solamente lo scorso 6 giugno. A tal proposito sulla velocità della trattativa Commisso spiega sul fatto che Mediacom, la sua azienda americana di tv via cavo, non sia quotata in Borsa abbia velocizzato l’affare: “Mediacom è interamente mia e della mia famiglia. Essere fuori dal Nasdaq (la borsa dei titoli tecnologici Usa) mi ha permesso di comprare la Fiorentina in tempi rapidi. Mentre di solito passa del tempo tra un’operazione e l’altra, io ho fatto signing e closing lo stesso giorno senza il consueto controllo dei conti per evitare che arrivasse qualche altro acquirente ma soprattutto per poter lavorare da giugno sul progetto. Aspettando avrei rischiato di perdere un anno“. Poi è stato toccato il tasto Chiesa, l’unica promessa fatta da Commisso, un accordo con la tifoseria che è stato mantenuto, ma che già tanti stanno tirando per la giacca per le prossime sessioni di mercato: “Non si può dire ora cosa accadrà in futuro. Io devo tutelare l’investimento non posso premettermi che poi se ne vada a parametro zero. Mi piace pensare che le bandiere esistano ancora. E se il migliore se ne va non è un buon segnale per nessuno. Batistuta, dico Batistuta è rimasto dieci anni in maglia viola, giusto? Noi vogliamo tenere più a lungo possibile quelli bravi”.
Si è parlato di stadio e centro sportivo, due elementi essenziali per dare un futuro alla società Fiorentina. Commisso e Barone, il braccio destro, hanno già incontrato il Sindaco Nardella e vari personalità che stanno facendo proposte sia sulla ristrutturazione del Franchi che su un nuovo stadio: “I nodi cruciali in questo momento sono il nuovo stadio e il nuovo centro sportivo. Per lo stadio ci sono tre ipotesi: riammodernare il Franchi, costruire un impianto nuovo o radere al suolo il Franchi e ricostruire. So che in Italia gli stadi sono cattedrali ma anche altri templi come Wembley o Yankees Stadium sono stati rifatti e la vita va avanti. Si parla di stadi, non del Ponte Vecchio o della Statua della Libertà. Noi vogliamo rispettare tutto e tutti ma da quanto tempo Milan, Inter, Roma, Napoli parlano di un nuovo stadio? Se devo aspettare dieci anni lascio perdere. A breve acquisiremo i terreni per il centro sportivo. Abbiamo bisogno di uno spazio dove lavorare senza disperdere energie“. Altro tema toccato è stato quello della competitività della Serie A e di quanto è stato vicino al Milan: “L’Inter ha raggiunto un grandissimo livello. La Juve è sempre super. La Juve è un modello aziendale da seguire. Poi, vedo che Bernardeschi, il Chiesa di qualche anno fa, non gioca mai e così anche Dybala o Mandzukic. Con la rosa che ha la Juve potrebbe fare tre squadre. Tutta questa supremazia non fa bene al calcio italiano. E lo direi di qualsiasi squadra che avesse vinto otto scudetti consecutivi. Come frenare questo dominio? Non sono favorevole al sistema chiuso degli Usa senza promozioni o retrocessioni. Anche perché gli americani finiscono per confrontarsi solo con se stessi. Le persone che gestiscono in questo momento il calcio negli Usa non sono all’altezza. Nel 2016 ho evitato il fallimento dei Cosmos, ma loro dopo 5 mesi hanno cancellato il campionato corrispondente alla serie B dove giocavamo noi perché temevano l’effetto Commisso. Di calcio ne so più degli americani mentre in Italia devo ancora capire tanto. È più giusto il sistema “capitalistico” del calcio europeo: se fai bene meriti di salire, se fai male scendi. Dobbiamo imparare dalla società bianconera. I soldi dei diritti televisivi potrebbero però essere divisi in maniera diversa. In Inghilterra tutte le squadre prendono più o meno la stessa cifra, giusto? Seguo la Juve sul mercato da un po’: quattro-cinque anni fa aveva un valore di 400 milioni di euro ora di 1,8 miliardi. A un certo punto ero sicuro di aver chiuso, di aver comprato il Milan. Mister Li non l’ho mai incontrato ma ero pronto a firmare quando lui all’improvviso ha cambiato legali e advisor”.
Serie A
Empoli, Esposito è finalmente esploso
L’attaccante dell’Empoli, Sebastiano Esposito, considerato un predestinato, finalmente sembra essere questa stagione quella della sua definitiva consacrazione.
L’attaccante dell’Empoli, Sebastiano Esposito, considerato a lungo un predestinato del calcio italiano, questa sembrerebbe essere la stagione della sua definitiva consacrazione. Ha esordito giovanissimo nell’Inter di Antonio Conte, caricato di troppe responsabilità, ora finalmente può essere arrivato il suo momento.
Empoli, Sebastiano Esposito finalmente è esploso
In questa prima parte di stagione, un giocatore che finalmente può considerarsi definitivamente esploso è Sebastiano Esposito, attaccante dell’Empoli classe 2002. In Serie A ha esordito giovanissimo nell’Inter di Antonio Conte, dopo essere considerato un predestinato del calcio italiano, ora questa è la sua stagione della sua consacrazione, con già 7 gol in 15 presenze sino ad ora.
Arrivato in toscana questa estate dopo una stagione alla Sampdoria in Serie B, con 6 gol in 22 presenze, aveva giocato all’estero con l’Anderlecht, totalizzando 1 gol in 14 presenze, e al Basilea, con 6 gol in 23 presenze. Come si è detto, Antonio Conte lo lanciò giovanissimo all’Inter, dove esordì in Europa League.
Nazionale Under 21, ha giocato in tutte le giovanili azzurre, totalizzando 50 presenze. Inoltre è stato considerato dal The Guardian tra i migliori 60 giocatori nati nel 2002. Inoltre, si è fatto notare in Serie B con Spal e Venezia, con i lagunari ha conquistato la promozione in Serie A.
Esposito è un attaccante abile in zona gol, ambidestro, è bravo nella conduzione palla, nell’attaccare gli spazi e nel fornire assist ai compagni. Proprio quest’anno in Toscana si è soprattutto visto, quindi questa può essere la stagione della sua definitiva consacrazione.
Ceduto dall’Inter in prestito per 5 milioni con diritto di riscatto, cifra che salvo colpi di scena non attesi sarà pagata dall’Empoli. Ovviamente, la dirigenza empolese valuterà in estate probabili offerte.
Vedremo se la ottima stagione sin qui disputata da Esposito continuerà, ma già si può dire che finalmente il suo talento è definitivamente esploso.
Serie A
Roma, allenamento in vista di Bologna: come sta Cristante?
La Roma, archiviato il derby, si prepara alla difficile trasferta di Bologna. Allenamento agli ordini di mister Ranieri, come sta Cristante?
I giallorossi sono tornati in campo dopo il trionfo contro la Lazio ma c’è ancora qualche infortunato di troppo. Ecco come stanno i vari acciaccati.
Roma, Pellegrini ok e Cristante in forse
Durante la seduta odierna, l’allenatore di Testaccio ha ritrovato Lorenzo Pellegrini uscito anzitempo nel derby a causa di un problema muscolare e ha improntato la parte tattica anche sul capitano.
L’assente di turno è Bryan Cristante, ancora alle prese con un problema alla caviglia e il suo rientro potrebbe avvenire non prima del mese di febbraio.
Per quanto riguarda invece Celik, il terzino ha subito un attacco influenzale e dovrebbe smaltirlo in tempo per essere impiegato nella sfida del Dall’Ara.
Serie A
Torino, Bruno: “Nonostante i problemi dei bianconeri, vedo peggio i granata”
L’ex difensore di Torino e Juventus, Pasquale Bruno, ha rilasciato un intervista La Repubblica, dove ha parlato del derby della Mole.
L’ex difensore di Torino e Juventus, Pasquale Bruno, ha rilasciato una lunga intervista l’edizione torinese de La Repubblica, dove ha parlato del derby della Mole di sabato. Il doppio ex si è soffermato sulla stato di salute dei bianconeri ma anche dei granata.
Torino, Bruno: “Vedere il presidente così… La sua squadra soffriva in campo, i tifosi lo contestavano e lui era lì tranquillo che mangiava”
In vista del derby tra Torino e Juventus, in programma sabato, ha parlato in intervista all’edizione torinese de La Repubblica, l’ex difensore dei granata e dei bianconeri Pasquale Bruno. Nell’intervista l’ex stopper di entrambe le squadre si è soffermato sullo stato attuale di granata e bianconeri, ma Bruno ha duramente contestato il comportamento tenuto dal presidente del Torino Urbano Cairo, nella partita contro il Parma.
Per il numero uno granata, Bruno è andato giù duro: “Sono rimasto sconcertato dalla prova contro il Parma. Vedere il presidente così… La sua squadra soffriva in campo, i tifosi lo contestavano e lui era lì tranquillo che mangiava. Sono rimasto senza parole: in quel flash c’è tutto il declino del Torino, 20 anni di niente. In 40 anni di calcio ho conosciuto presidenti che per la tensione non dormivano, non mangiavano, soffrivano più dei tifosi. Mica rimangono imperturbabili a mangiare panini”.
Poi, passando sulla Juventus, Bruno vede male in questo momento i bianconeri: “Sì, arrivano male alla stracittadina, soprattutto pensando ai soldi spesi e analizzando il rendimento di alcuni presenti campioni. Al di là degli aspetti tecnici, vedo giocatori non in forma: Koopmeiners, per esempio, non lo riconosco più. Vlahovic è quello che è, un buon giocatore, non certo un centravanti da grande squadra. Sono altri i bomber da Juve, quelli che da soli possono risolvere i problemi dell’allenatore.”.
Infine, se per Bruno la Juventus di oggi può avere paura del Torino: “Sentendo i tifosi bianconeri cantare a ripetizione gli sfottò su Cairo direi che non hanno paura. I risultati degli ultimi decenni fanno apparire il derby una passeggiata” ha concluso.
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