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Il Milan di “Anfield Road” oltre il risultato, oltre la soggezione e il rispetto per il Liverpool
Dopo sette lunghi anni il Milan è tornato a calpestare i prati nobili della Champions League, ospite nel tempio di “Anfield Road”.
Ieri sera, all’ingresso in campo delle squadre si percepiva a occhio nudo l’emozione dei giocatori rossoneri (sia quelli in campo, sia quelli in panchina) di fronte all’imponenza dello stadio e al muro festante dei tifosi “reds”.
Non a caso, durante la musichetta che fa da inno alla competizione, si guardavano intorno, straniti e ammirati.
Soprattutto i più giovani, che non avevano mai assaggiato questi livelli e addirittura per l’allenatore Stefano Pioli era la prima volta assoluta da allenatore in una partita di Champions League.
E di fronte aveva il tedesco Jurgen Klopp che ormai è un veterano, già vincitore dell’edizione 2017/18. Uno step importantissimo per la crescita della squadra rossonera giocare questo tipo di partite, ricordando che l’età media del gruppo è una delle più basse non solo in Italia, ma anche in Europa. Sono stati 90 minuti intensi, giocati con il cuore e nei quali la squadra non ha sfigurato, anzi è andata al riposo in vantaggio 1-2.
I quotati avversari del Liverpool hanno dimostrato di essere una grande squadra: ritmo, velocità, verticalizzazioni improvvise a mettere sistematicamente in difficoltà la mediana milanista, gli esterni d’attacco abili a tenere bassi Calabria ed Hernandez attaccandoli e Salah che si accentrava sempre per concedere spazi ad Alexander-Arnold, il quale viene classificato come terzino ma di fatto è un ala aggiunta, tanto è vero che nel primo tempo è stato il migliore dei suoi, scodellando una quantità industriale di cross. Inoltre, ogni calcio d’angolo da lui battuto, si trasformava in assist velenosi.
L’approccio
L’approccio alla partita da parte di capitan Calabria e compagni è stato all’insegna della soggezione e del timore reverenziale: un limite che solo l’esperienza e l’abitudine a queste partite può eliminare. Gli elementi più scafati come Kjaer e Rebic non hanno avvertito nessun tipo di inferiorità combattendo su ogni pallone. La squadra è stata molto contratta, spaesata anche dal ritmo ossessivo imposto dagli inglesi e si è vista una volta di più tutta la differenza fra il ritmo del campionato italiano e quello inglese.
L’unico che non si è fatto impressionare dalla vertiginosità di questi ritmi, reggendo il colpo è stato Fikayo Tomori, proveniente proprio dalla Premier League. Non è un caso che le squadre inglesi in questi ultimi anni arrivano in fondo a tutte le competizioni europee, compresa la nazionale finalista agli ultimi campionati europei. I padroni di casa hanno incamerato i tre punti al termine dell’incontro, possiamo dire meritatamente.
Indicazioni positive
Ma il Milan non torna in Italia con le pive nel sacco, ma piuttosto con tante indicazioni che saranno sicuramente utili allo staff tecnico e ai giocatori per il prosieguo della competizione. Partiamo dalla difesa, dove Maignan ha parato un rigore a Salah, tenendo la squadra in partita e protagonista di altri interventi che hanno dato sicurezza ai compagni. Donnarumma, panchinaro anche nell’esordio europeo del Paris Saint Germain contro il Bruges, comincia a diventare un ricordo e non un rimpianto.
La coppia centrale Kjaer-Tomori ha pochi rivali e poche colpe sui tre gol subiti (l’inglese è stato sfortunato sull’autogol, sul secondo è stato Calabria a tenere in gioco Salah e sul tracciante di Herderson dal limite dell’area è mancata la copertura dei centrocampisti). Va calibrata meglio l’azione dei terzini, spesso salivano entrambi e in Europa non te lo puoi permettere. Fra l’altro così facendo Kessie e Bennacer (Tonali poi) erano costretti a tappare i buchi in fascia, scoprendo la mediana. Che è diventata terra degli inglesi e ci si chiede se almeno nelle partite d’oltralpe non sarebbe il caso di utilizzare la mediana con tre centrocampisti ? Per non sfiancare gli esterni offensivi in un doppio lavoro di attacco e difesa: non a caso Leao e Saelemaekers non riescono a finire una partita, vengono sempre sostituiti.
Nel campionato italiano puoi anche permetterti un centrocampista in meno, in Europa è più complicato. Brahim Diaz è stata la solita zanzara fastidiosa, ma in certe partite sarebbe forse meglio usarlo esterno per liberare la sua fantasia e la capacità di saltare l’uomo, all’interno di un 4-3-3.
Ieri sera infatti il belga Saelemaekers non è riuscito una volta a saltare il diretto avversario, Robertson e là è l’allenatore che deve intervenire, quindi in questa situazione si è visto il divario con il collega. Magari spostando proprio lo spagnolo da quel lato per tenere basso il gallese.
In attacco le cose non hanno funzionato semplicemente perché malgrado l’impegno è il gol realizzato, Rebic non è un centravanti. Mentre il subentrato Giroud deve recuperare la condizione dopo il fermo per Covid.
Ibra
L’indicazione avuta ieri sera per il reparto offensivo è che quello europeo dovrebbe essere il palcoscenico riservato a Ibrahimovic, centellinando l’impegno in Italia.
L’esordio del diciannovenne Daniel Maldini che ha dato il cambio negli ultimi sette minuti (superando padre e nonno che hanno esordito nella massima competizione più avanti) a uno sfiancato Rebic è stato il segnale di due filosofie opposte: per il Milan sono entrati Maldini e Tonali, per gli inglesi Thiago Alcantara, Milner, Mané tutti elementi esperti. Il Milan programma, il Liverpool ha già programmato.
Infatti fra l’undici in campo e i giocatori in panchina metà squadra inglese è cresciuta insieme da anni.
Con la continuità tecnica garantita da Klopp. Il Milan per volere societario e per la bravura dei dirigenti sta ripetendo lo stesso percorso, con la speranza porti gli stessi frutti raccolti dal sodalizio inglese.
Possiamo concludere che la trasferta nel nord-ovest dell’Inghilterra, risultato a parte è stata un buon serbatoio di indicazioni per il futuro rossonero. Il prossimo incontro casalingo contro l’Atletico Madrid del 28/09/2021 è già una gara di fondamentale importanza ai fini della corsa alla qualificazione agli ottavi di finale, in questo girone di ferro. E il Milan ci arriverà forte dell’esperienza e delle informazioni recompra raccolte durante il match di ieri sera.
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Neymar: “Voglio vincere i Mondiali del 2026 con il Brasile”
Neymar conferma la sua ambizione di partecipare ai Mondiali 2026 e punta alla vittoria con il Brasile, dichiarandosi fiducioso nella squadra.
Neymar, la stella del calcio brasiliano, ha recentemente condiviso le sue intenzioni riguardo al futuro calcistico. Durante un’intervista con CNN, il campione ha espresso la sua ferma volontà di partecipare ai Mondiali del 2026. “Ovviamente pianifico di essere lì! Sicuramente,” ha dichiarato Neymar, mostrando un chiaro impegno verso la competizione internazionale.
Neymar e il sogno Mondiale
Neymar non ha nascosto il suo desiderio di trionfare con la nazionale brasiliana. Ha sottolineato la sua fiducia nella squadra, affermando: “Cercherò di fare del mio meglio per vincere con il Brasile. Voglio essere lì, mi fido della nostra squadra.” Queste parole riflettono l’entusiasmo e la determinazione del calciatore, che nonostante le sfide passate, continua a sognare in grande.
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Fonte: l’account X di Fabrizio Romano
🚨🇧🇷 Neymar on World Cup 2026: “Of course I plan to be there! For sure”.
“I will try doing my best to win with Brazil. I want to be there, I trust our team”, told CNN. pic.twitter.com/RXHXpVrjlf
— Fabrizio Romano (@FabrizioRomano) January 7, 2025
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UFFICIALE Como, Assane Diao è il nuovo attaccante
Un’operazione lampo chiusa nel giro di poche ore quella che ha portato Assane Diao dal Real Betis al Como. Lo spagnolo ha firmato fino al 2029.
Colpo in attacco per i lariani che si assicurano uno dei prospetti più brillanti del calcio, nonché uno dei più giovani (2005). Poco fa è arrivata l’ufficialità.
Como, ufficiale Assane Diao
Con un comunicato sul proprio sito ufficiale e un piccolo video di presentazione sui vari social, il club ha dato il benvenuto al giocatore:
Como 1907 è lieto di annunciare l’ingaggio di Assane Diao dal Real Betis. L’esterno 19enne, noto per ritmo, versatilità e fiuto del gol, ha firmato un contratto di quattro anni e mezzo che lo legherà ai lariani fino alla fine della stagione 2028/29.
Nato a Ndongane, in Senegal e cresciuto in Spagna, Diao ha rapidamente scalato le classifiche del calcio europeo. Alto 1 metro e 85 centimetri, ha iniziato la sua carriera nelle giovanili del Badajoz, del Flecha Negra e Balón de Cádiz prima di arrivare, nel 2021, al Betis Siviglia.
Durante la sua permanenza al Real Betis, Diao ha collezionato 28 presenze ne La Liga, contribuendo in modo significativo ai successi della squadra con gol e assist essendo stato anche uno dei protagonisti del memorabile pareggio contro il Barcellona nel dicembre 2024. A livello internazionale, Diao ha rappresentato la Spagna a vari livelli giovanili, vestendo la maglia della Nazionale U19 e U21.
In occasione dell’arrivo di Diao, l’allenatore Cesc Fàbregas ha commentato: “Assane possiede una combinazione di velocità, qualità e fiuto del gol. E’ molto intelligente nel gioco senza palla e riesce a trovare spazi aperti in cui liberarsi. La sua versatilità sarà una grande risorsa per la squadra, non vedo l’ora di lavorare con lui. È un giocatore per il presente e per il futuro del club. Continuiamo a seguire la nostra strategia: avere in squadra giocatori giovani e promettenti che possono crescere molto”.
Ecco le sue prime parole da calciatore del Como: “Sono molto felice di essere qui e di entrare a far parte della famiglia del Como 1907. Non vedo l’ora di iniziare e di regalare tante gioie ai tifosi! Ho parlato con Mister Cesc Fabregas varie volte, ci siamo confrontati e mi ha raccontato il progetto del club. Sono molto emozionato e non vedo l’ora di scendere in campo!”
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Milan, nuova lite Leao-Cassano:” Si deve vergognare” | E il portoghese gli dà del pagliaccio
Milan, sta diventando un’avvincente quanto a volte stucchevole telenovela quella tra il portoghese il quale di solito si difende e l’ex rossonero Antonio Cassano che invece attacca.
Nuovo siparietto tutt’altro che simpatico, a nostro modo di vedere, tra Antonio Cassano e Rafael Leao. A prescidnere da chi abbia raione, e questa non è la sede per decretarlo, ormai non ci stupiamo più degli attacchi dell’ex rossonero all’esterno portoghese.
Qui di seguito le parole di Cassano:” Anche Sergio (Conceicao, ndr) si accorgerà che Leao è un giocatore da zero a zero, farlocco. Non è né carne né pesce, alla Martial. Non sa giocare con la squadra, non sa fare l’ultimo passaggio. Poca roba. Deve rinraziare Fonseca, ci fosse stato Spalletti o Capello lo avrebbe attaccato al muro. Fonseca si è comportato fin troppo bene. Si deve vergonare, se aveva i coglioni, doveva dirglielo in faccia. Non ha personalità”.
In risposta alle parole di Cassano, Leao ha postato su Instagram un chiaro ed inequivocabile commento con la faccia del pagliaccio. Fine della storia? Assolutamente no, prevediamo altre puntate.
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