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Roma, Bove si racconta: “Indossare la maglia della Roma è indescrivibile. E sul numero 10…”

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Roma, Bove, Fiorentina

Il giovane centrocampista della Roma si è raccontato ai microfoni di StarCasinòSport toccando diversi temi: da Mourinho al romanismo, al numero di maglia.

Edoardo Bove, giovane centrocampista della Roma, ha rilasciato un lunga intervista ai microfoni di StarCasinòSport soffermandosi su diversi temi tra cui il rapporto con José Mourinho e il numero di maglia.

Di seguito le parole del giocatore romano e romanista:

Cosa provi ogni volta che indossi la maglia della Roma?
“Sono emozioni difficili da descrivere, ma la sensazione è quasi sempre la stessa sin da quando sei piccolo. Quando cresci acquisti consapevolezza e ora capisco l’importanza e ancora di più l’emozione nel vestire questa maglia”.
Parlaci del tuo inizio della carriera.
“Sono cresciuto nella Boreale, mi sono trovato molto bene, era un’ambiente molto tranquillo, con persone educate che mi hanno fatto crescere al meglio. Sono arrivato alla Roma grazie a Bruno Conti, che guardò il mio provino. Fu un’emozione grandissima varcare il cancello di Trigoria, me lo ricordo benissimo. Feci un solo provino ma fu entusiasmante”.
Ora sei una mezzala, è sempre stato questo il tuo ruolo?
“Nelle giovanili ho fatto tutti i ruoli del centrocampo. Cerco di dare più opzioni possibili agli allenatori, ma mi piace molto fare la mezzala perché hai la possibilità di buttarti in avanti e fare anche gol. Mi vedo molto come mezzala, ma ho ricoperto anche altri ruoli più arretrati”.
Secondo te è più importante la tecnica o il fisico nel tuo ruolo?
“In questo periodo storico il fisico, se non vai a una determinata velocità è difficile giocare. Anche la componente tecnica è molto importante, entrambe sono fondamentali per essere un centrocampista box to box, che il calcio di oggi richiede”.
Come hai conquistato Mourinho?
“Me lo chiedo anche io qualche volta (ride, ndr). Credo sia una questione di fare quello che l’allenatore chiede e fare la cosa più semplice non è mai banale. Il rapporto tra un giocatore e un allenatore si basa sulla fiducia, se un tecnico si fida di quello che gli puoi dare si crea un bellissimo rapporto. Credo sia la componente che mi permette di fare quello che Mourinho chiede”.
Il numero di maglia che hai sempre sognato di indossare? E quello che non sceglieresti mai?
“Ho sempre portato il numero 8 nel settore giovanile, mi piacerebbe molto vestirlo di nuovo. Anche il 5 mi piacerebbe. Non vestirei mai il 10, non per il tipo di pressione ma perché a Roma è sacro, è una religione. Non mi permetterei mai”.
Quale caratteristica ti accomuna a De Rossi? Quale dote vorresti rubargli?
“Per me è sempre stato un esempio. Abbiamo una grinta e una cattiveria in campo che ci accomuna, ma devo imparare da lui tantissime cose e continuerò a cercare di migliorare il più possibile. De Rossi mi piaceva tantissimo come giocatore”.
Il consiglio più importante che hai ricevuto in carriera? E chi te lo ha dato?
“Ne ho ricevuti tanti dagli allenatori. Il consiglio più grande è che fare una cosa semplice è sempre la cosa più difficile. Se uno prova a fare una giocata difficile ci può stare, ma fare tutto semplice con pochi tocchi è molto più difficile. Non vorrei rivelare il nome”.
Roma
La cosa che ti riesce meglio in campo? Quella che devi ancora affinare?
“Devo affinare un pochino di cose, forse devo migliorare di più il guardare prima di fare la giocata, ai grandi livelli è quello che fa la differenza. Mi riesce molto bene pressare e il recupero della palla”.
Come ti avvicini a una partita importante?
“Non ho un rito, non mi dà fastidio né stare da solo né in compagnia. Dipende da come capita. A volte ovviamente ti prendi quel tempo per concentrarti prima di una partita importante, ma ti fa piacere condividere i momenti prima della partita anche con i tuoi compagni per sentirti vicino a loro. La partita si vince e si perde insieme. Cerchi di vivere l’attesa anche con loro”.
Il giocatore più difficile che hai affrontato?
“Tonali con il Milan”.
Rodri, Gundogan e Bruno Fernandes: con chi scambieresti la maglia?
“Gundogan. mi piace tantissimo. Fa sembrare tutto semplice, guarda sempre prima cosa fare, è un giocatore formidabile”.
Il compagno di squadra più elegante?
“Dybala, Kristensen e Cristante. Sono sempre impeccabili, anche per fare la spesa”.
Il posto più suggestivo a Roma di notte?
“Trastevere, è anche una zona a cui sono legato”.
Quale playlist ascolti prima di un match e quali sono gli artisti preferiti?
“Maneskin e Coldplay, ma ultimamente mettiamo la musica tutti insieme in pullman quindi ascolto quello che capita. Non mi isolo con le cuffiette”.
Ti invitano a una cena a cui non vuoi andare: che scusa ti inventi?
“Utilizzavo la scusa di andare a cena dalla nonna. Quando le ho detto che la utilizzavo con la scusa si è un pò arrabbiata, mi sento in colpa ora. Come scusa uso la mia famiglia, nessuno può arrabbiarsi così”.
Cosa provi quando indossi la maglia azzurra?
“Provo un grandissimo orgoglio, senti di rappresentare un popolo caloroso. Abbiamo un grandissimo sentimento e attaccamento alla maglia e al calcio come nazione, è un onore vestirla”.

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Roma, Vincent Candela infuriato per l’esonero d De Rossi: “Società fragile”

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Candela

Vincent Candela, ex Roma, rimane sconcertato per l’esonero di Daniele De Rossi, non si risparmia e dice anche lui la sua ai microfoni del “Il Messaggero”

Ai microfoni di “Il Messaggero“, il francese Vincent Candela,  esprime il suo pensiero riguardante l’esonero (definito ingiusto per lui).

Lascia una dura critica alla società, definendola “fragile”.

DANIELE DE ROSSI SALUTA I TIFOSI DELLA ROMA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Ecco le dure parole di Candela

Dichiara: “Così non si costruisce niente, follia,  è un problema di fondamenta, è sempre così. Dipende sempre dal manico. Dopo quattro partite ormai non mi stupisco più di niente, tutto è già accaduto. Non è un caso se qui non si vince da 23 anni. Gli hanno appena fatto un contratto di tre anni, nell’ultimo campionato non è andato in Champions per una partita persa, per pochi punti. Ora ha sbagliato un paio di gare; Non si trattano così le persone. Colpa dei risultati? Non solo , mi pare che ci sia l’assenza della società, serve un presidente più presente.”

O una figura alla Totti?  “O Boniek, uno con cui gestire questioni di campo e strategie di mercato”

Troppe figure ingombranti come sostiene Totti?  “Questa cosa non la concepisco, quante volte mi è capitato di giocare con calciatori più forti di me, Zidane o lo stesso Totti. Ho sempre trovato piacere a confrontarmi con loro, non ho mai pensato fossero ingombranti, certi personaggi hanno un peso. Ma poi, con tutto il rispetto per Ghisolfi, aggiungo che forse sarebbe servito un direttore con più conoscenze del calcio italiano. Lui stava in Francia, magari certi meccanismi non li conosceva.

Questione Dybala:  “Va via, resta, non si capiva. Una questione che ha messo in difficoltà i tifosi e anche Daniele. La Roma è una cosa seria, una storia del genere non era concepibile nemmeno nel paesino dove sono nato, é una società fragile.”

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Atalanta, Scamacca: cambiano i tempi di recupero

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Scamacca si è operato lo scorso 5 Agosto, in seguito alla rottura del legamento crociato. Con una buona riabilitazione potrebbero cambiare i tempi di recupero.

Scamacca torna a lavorare dopo l’operazione dello scorso Agosto. L’intervento del professor Mariani è andato a buon fine e il bomber dell’Atalanta ha cominciato la riabilitazione con i medici di Villa Stuart.

Grazie al loro lavoro, i tempi di recupero potrebbero accorciarsi. L’attaccante della Nazionale potrebbe tornare già da Gennaio, invece che a metà Marzo come era stato inizialmente ipotizzato.

Scamacca

Il “vice” Scamacca

Nel mercato estivo è sbarcato a Bergamo l’attaccante italo-argentino Mateo Retegui. Il centravanti ex Genoa ha avuto un impatto clamoroso nella realtà bergamasca: ha segnato ben 4 gol nelle prime 4 presenze.

Nonostante il mister Gasperini abbia ricevuto una grave perdita dall’infortunio di Scamacca, la campagna acquisti della società ha dimostrato di aver rimediato al meglio a questo imprevisto.

Retegui si è anche guadagnato la titolarità nel match di Nations League dell’Italia, giocato contro la Francia al Parco dei Principi. In quell’occasione ha fatto un’ottima prestazione, così come il resto della squadra, dimostrando di poter reggere lo scontro fisico con colossi del calibro di Saliba e Konaté.

Cosa aspettarci dal suo ritorno

Come la storia recente insegna, è molto complicato per un calciatore recuperare il ritmo giusto dopo un infortunio grave come la rottura del legamento crociato anteriore. Ad esempio, il suo attuale compagno di squadra Nicolò Zaniolo, dopo il secondo lungo stop di 6 mesi, non è mai riuscito a far vedere spunti di qualità all’altezza del suo primo periodo alla Roma.

Gianluca Scamacca deve avere pazienza e seguire al dettaglio tutte le indicazione dettate dal suo staff medico, al fine di rientrare in campo il prima possibile. Senza dubbio l’Atalanta e la Nazionale non vedono l’ora di poter riabbracciare il loro bomber, che ha fatto molto bene nell’ultima stagione di Serie A.

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Fiorentina, incontro Commisso-sindaco Funaro: i viola ancora al Franchi

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Fiorentina

Nel pomeriggio a Palazzo Vecchio c’è stato un incontro tra il sindaco di Firenze Funaro e il patron della Fiorentina Commisso, accompagnato dalla moglie e dal direttore generale Ferrari, ecco quanto emerso.

Un incontro cordiale quello che hai visto presentarsi per la prima volta il nuovo sindaco di Firenze e Rocco Commisso, argomento importante della conversazione e stata la ristrutturazione del franchi e del futuro della Fiorentina per quel che riguarda la prossima stagione.

Il cronoprogramma dei lavori prevedeva il trasloco della Fiorentina allo stadio Padovani, che necessiterebbe di costi importanti per renderlo agibile per la Serie A, per la prossima stagione ma la società gigliata ha voluto fare presente all’amministrazione la necessità di giocare al Franchi anche nella stagione nel 2025- 2026.

Queste le dichiarazioni del direttore generale Ferrari al termine dell’incontro, che lasciano trasparire un cauto ottimismo per quel che riguarda la richiesta viola: “Incontro andato bene. Il sindaco ha conosciuto Catherine e Rocco, ci siamo scambiati informazioni sul passato e sul futuro. Direi un incontro positivo, da cui ripartire. Non abbiamo ancora avuto un cronoprogramma, ci incontreremo di nuovo nei prossimi giorni per trovare una soluzione per far giocare la Fiorentina ancora al Franchi, anche per il ’25/26.

Per noi l’opzione Padovani non è percorribile. Abbiamo avuto rassicurazioni dal Comune che lavoreremo tutti insieme per trovare la soluzione migliore per la Fiorentina”.

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