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Milan, Leao ha perso il sorriso: dalla crisi in campo al guadagno dei procuratori | Il punto di Mauro Vigna
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Milan, quella che andiamo a raccontare qui di seguito è la storia di un ragazzo la cui crisi sta diventando ormai conclamata. Anche a livello personale.
Il Milan aspetta il vero Rafael Leao, quello dello scorso anno, tanto per intenderci. Quello che con una sgroppata metteva in condizione l’attaccante di segnare, quello che riusciva a disimpegnarsi in area e tirare in rete, quello impossibile da marcare, quello in grado di catalizzare gli occhi di mezza Europa.
Un lontano parente dal giocatore di questa stagione, spesso svogliato, ma comunque ancora in grado di riaccendersi a tratti, sebbene la via del gol in queste ultime settimane l’abbia smarrita.
Quali possono essere le cause di una tale metamorfosi? Difficile si stia risparmiando in prospettiva di un trasferimento, molto più probabile non abbia la mente libera. Sgombra da pensieri.
Lo abbiamo visto in diverse occasioni ultimamente, Leao ha perso il sorriso. Tutto intorno a lui non sta andando come dovrebbe. In campo ma anche fuori. E, cosa di non poco conto, i tifosi iniziano a criticarlo.
La domanda sorge spontanea, ma se questa situazione non gli va bene, perchè non firma e sistema le cose? Probabilmente più facile a dirsi, ed in questo caso a scriversi, che a farsi.
Troppi interessi dietro, eccessive promesse di facili guadagni da parte del volpone dei procuratori Jorge Mendes, uno dei tanti che antepongono laute commissioni di vendita a reali esigenze di crescita di un ragazzo che ancora non è top player, ma ha molte solide basi per diventarlo.
Un buon padre di famiglia andrebbe a sconsigliare uno step ulteriore, magari in Premier League, senza un tassello che gli consentirebbe di acquisire ancora quelle 2-3 nozioni in grado di consentirgli di giocare ovunque.
Ma il bisogno di guadagnare subito sta rovinando un altro ragazzo, non il primo nè l’ultimo di una lunga lista che il calcio moderno continuerà a produrre.
La decisione spetterà a lui, naturalmente, ma stiamo pur sempre parlando di un ragazzo di 23 anni al quale il buon Dio ha regalato una dote non comune, ma che non possiede ancora quell’ esperienza e quell’intelligenza tali da capire al meglio quale possa essere il suo bene.
Chi lo dovrebbe consigliare sarebbe il procuratore, purtroppo questo non accade praticamente mai.
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Juventus, dove è finita la juventinità? Una dirigenza che…
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La Juventus, reduce dalla clamorosa eliminazione in Coppa Italia contro l’Empoli, deve interrogarsi su quanto prodotto in questa stagione.
La stagione della Juventus appare finora incerta. Iniziata con ottime speranze, nel corso del girone di andata, la squadra di Thiago Motta ha mostrato diverse crepe sia in fase realizzativa che in quella difensiva, oltre a una mancata continuità che sembra uno dei problemi principali della stagione.
Contro l’Empoli, in casa, in una sfida come questa, devi vincere. Non solo perché ti chiami Juve. L’eliminazione in Champions League doveva essere solo uno dei tanti stimoli per portare a casa la qualificazione in semifinale di Coppa Italia.
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(Foto di Salvatore Fornelli)
Ora è tempo di riflessioni. Non che alla Continassa mancassero prima, ma l’eliminazione dalla Coppa Italia rappresenta un colpo ben più duro, una ferita che tinge di nero l’umore della Juventus e rende ancora più incerto il futuro. La nebbia che avvolge il domani bianconero è fitta e preoccupante, soprattutto per chi guida il club e le colpe non sono solamente dell’allenatore.
Dove è finita la juventinità? Quella voglia, quella fame di portare a casa vittorie e trofei, come il DNA bianconero ci insegna.
Una squadra senza senatori (via Szczesny, Rabiot e Danilo) non può trasmettere ai nuovi cosa vuol dire vivere la Juve. A maggior ragione se anche la guida tecnica è nuova.
Una dirigenza che era consapevole delle difficoltà legate alla rivoluzione in atto, ma non si aspettava ostacoli così numerosi. Problemi di gestione, certo, ma anche di risultati.
Una dirigenza, che per ora, merita un voto molto basso non solo per il mercato fatto, ma soprattutto per il silenzio. Serve un segnale, che ad oggi non sembra esserci.
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Bologna-Milan: il gesto di solidarietà del club rossoblu agli alluvionati
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Bologna-Milan è il recupero della nona giornata di Serie A, quando le due squadre non furono fatte scendere in campo per l’alluvione che colpì il capoluogo emiliano.
Il Bologna, come aveva già deciso all’epoca dei fatti, ha confermato che devolverà in favore degli alluvionati dello scorso ottobre metà dell’incasso della sfida del Dall’Ara in programma alle 20.45.
Questo il comunicato apparso sul sito del club rossoblu:
“Il Bologna FC 1909, come già comunicato il 24 ottobre scorso, devolverà la metà dell’incasso che sarà realizzato per la partita Bologna-Milan di questa sera alla raccolta fondi indetta dalla Città Metropolitana per sostenere le famiglie colpite dall’alluvione del 19 ottobre 2024″.
A seguire sono arrivate le parole di ringraziamento del Sindaco della Città Matteo Lepore: “Il Bologna F.C. devolverà metà dell’incasso della partita di questa sera contro il Milan per la raccolta fondi della Città metropolitana di Bologna in favore della popolazione colpita dall’alluvione dello scorso ottobre. A nome di tutta Bologna ringrazio la società e il Presidente Saputo per questo gesto di solidarietà e vicinanza per noi molto importante“.
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Scarpa d’Oro, la competizione si accende
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La corsa alla conquista della Scarpa d’Oro continua: in pole position l’attaccante del Liverpool Mohamed Salah. Ecco la classifica.
Mohamed Salah resta in cima alla classifica della Scarpa d’Oro, nonostante un momento di stallo con una partita senza reti contro il Newcastle.
L’attaccante del Liverpool mantiene un vantaggio di quattro gol su Harry Kane (Bayern Monaco) e Mateo Retegui (Atalanta), mentre Robert Lewandowski (Barcellona) ed Erling Haaland (Manchester City) sono superati dal bomber argentino dell’Atalanta.
Kylian Mbappé (Real Madrid) si trova al decimo posto, affiancato da Ousmane Dembélé (PSG).
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